ATTACCO!

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Hermione aveva notato quella figura incappucciata, era anche per questo che era tornata a prendere la bacchetta nello studio; con tutto quello che stava succedendo, non era il caso di andare in giro disarmati. Entrò e si appoggiò alla porta; strano, era convinta che ci fosse il fuoco acceso quando era uscita, poco prima. "Lumos" un flebile chiarore si diffuse nella stanza, poi un forte rumore di vetri infranti la fece girare verso la vetrina di Silente; "Lumos Maxima" disse lei e si trovò a guardare dritta due occhi di fuoco, la stanza messa a soqquadro e la preziosa teca di Silente saccheggiata, mentre il responsabile era ancora lì. "Expelliarmus" gridò Hermione, ma come risultato ottenne uno spostamento d'aria e una risata malefica. Fece in tempo a pronunciare un "Protego" quando intravide una luce rossastra scaturire da un punto alla sua destra. Scivolando lungo la parete, intravide la creatura; "Crucio!" ma non ebbe che un'altra risata e quegli occhi rossi che la fissavano; sentì mormorare un "Petrificus totalus" e fece solo in tempo ad urlare. Si abbassò e schivò per un soffio l'incantesimo bloccante, sperando che qualcuno l'avesse sentita, rendendosi conto con orrore che aveva la bacchetta accesa. Che stupida! La creatura poteva vederla e lei no! "Nox!" sussurrò pensando che per lo meno era ad armi pari con il nemico. "Oppugno!" fece lei facendo volare le sedie nella stanza e sorridendo al grugnito di dolore dell'intruso. "Brutta bastarda mezzosangue, me la pagherai!" di nuovo quegli occhi accesi come braci "Incarceramus!" Hermione venne colpita e sentì delle corde stringersi addosso. Cominciò ad avere paura, sempre sperando che qualcuno l'avesse sentita, ma non si faceva troppe illusioni, chi poteva essere in giro di notte e soprattutto venirle in aiuto? La ragazza fece ricorso a tutto il suo coraggio, cercando di guadagnare tempo e pensando freneticamente ad una via d'uscita. "Palesati!" urlò "Se devo morire voglio sapere per mano di chi!" "Sei proprio una sciocca, ma ti accontenterò, saccente, insopportabile, squallida, spavalda sanguemarcio! Lumos Maxima" Un riflesso argenteo catturò lo sguardo di Hermione: era Lucius Malfoy quello che aveva davanti? Inorridì: non poteva essere. Il volto era deforme, aveva la gobba, solo i capelli erano rimasti tali; gli occhi di fuoco, il ghigno malefico, i denti marci, la lingua biforcuta, due grosse sporgenze si notavano sulla fronte, come se fossero l'abbozzo di due corna. Il duro, algido, indifferente Lucius Malfoy, Mangiamorte, trasformato in un'orrenda bestia assetata di sangue. Hermione deglutì. Era proprio arrivata la fine, pensò, mentre lui si avvicinava al suo viso e le leccava una guancia con la sua lingua divisa in due. Poi sentì la porta spalancarsi e con la coda dell'occhio vide la sua salvatrice entrare come una furia, splendente e splendida nella luce della luna alle sue spalle e ringraziò mentalmente Godric, Salazar, Merlino e Silente per averle mandato Narcissa.

Narcissa appena spalancata la porta vide Hermione legata e il suo aguzzino pericolosamente vicino...suo marito? Strizzò gli occhi e vide la bestia. Di Lucius restava solo una vaga somiglianza: i capelli lunghi, ormai bianchi, erano chiazzati di sangue, era ingobbito, i denti bianchissimi diventati un ricordo. Le mani che aveva accarezzato tante volte erano deformi, il mantello strappato; chiuse gli occhi un momento, stordita da quella visione. Lui non aveva fatto cenno di averla riconosciuta, era troppo concentrato sulla ragazza legata. "Adesso sanguemarcio ti sgozzerò e ti farò annegare nel tuo sangue. Quelli come te sono un'offesa al mondo magico, un abominio da cancellare per sempre!" Narcissa si riprese in tempo per gridargli contro un "Impedimenta" per poi gettarsi davanti ad Hermione con un "Protego". Lucius cercò allora di mettere a segno un "Cruciatus" alla sua stessa moglie! Narcissa non si perse d'animo e continuò a duellare proteggendo Hermione, anche se Lucius, combattendo, si era avvicinato sempre di più alla porta. "Stupeficium!" fece lei e la creatura, colpita in pieno, venne sbalzata fuori dalla porta, si rialzò barcollante e sparì nella notte, lasciando Narcissa sulla soglia della stanza, indecisa se seguirlo o meno. Poi si riscosse e corse da Hermione, che nel frattempo era svenuta; "Finitem Incantem!" e la adagiò a terra, convocando il suo Patronus per chiamare Harry e Madame Chips. Dopo qualche minuto arrivarono entrambi e Narcissa con un tremito incontrollato nella voce, dato dalla situazione appena affrontata, spiegò quello che era successo. Harry, tentando di rassicurarla, la abbracciò; lei si tese, ma poi si arrese al calore dell'abbraccio di quel ragazzo che poteva essere suo figlio. "Narcissa, Harry, Hermione sta bene, ma non credo di poterla portare in infermeria, non con Draco ancora sotto incantesimo" "Ma lui si è svegliato e ha chiesto di vederla..." "Purtroppo la situazione è transitoria...il fatto di averla vicino potrebbe scatenare di nuovo il delirio...E' la bacchetta che lo comanda e se non risolviamo in fretta diventerà sempre più debole, fino a consumarsi e non potersi più opporre al suo volere, diventandone schiavo" "Madame Chips, per stanotte starò io con lei." "No, Narcissa. Entrambe avete bisogno di riposo, veglierò io su di voi, andremo da Hermione e vi sorveglierò. A questo punto è l'unica cosa da fare" "Sei un caro ragazzo" fece Narcissa, appoggiandogli una mano sul braccio e sorridendogli. Harry la guardò, rendendosi conto di nuovo di quanto doveva a quella donna: lo aveva aiutato nella guerra dichiarandolo morto, aveva cercato di rimettere insieme i pezzi della sua famiglia combattendo gli ideali sbagliati del Signore Oscuro e lo stava aiutando di nuovo adesso. Aveva difeso da morte sicura la sua Herm e non l'avrebbe mai ringraziata abbastanza. E Narcissa aveva confermato il volto del pericolo che incombeva su di loro, quello di Lucius Malfoy. Una volta entrato negli appartamenti di Hermione, Harry fece sistemare Narcissa, mentre posava sul letto la sua amica ancora priva di sensi; poi si sedette su una poltrona, sospirò e si tirò su gli occhiali con il dito, gesto che faceva fin da ragazzino; in quel momento fece cadere tutte le sue difese, si lasciò calpestare da tutti gli eventi recenti e si lasciò andare ad un silenzioso pianto liberatorio. Pensò a cosa era accaduto ad Hermione e Narcissa, allo stato di Draco, alla promessa fattagli di non dire cosa stesse succedendo, a come in questi anni avesse creduto di essere il salvatore del mondo magico... e invece aveva vinto per merito di Malfoy. La vocina nella sua testa che gli aveva imposto di salvarlo dall'Ardemonio non era stata quella della sua coscienza, ma quella della bacchetta di sambuco, che non poteva permettere di lasciar morire il suo padrone. Dopo un tempo che non seppe definire e ancora scosso dai suoi pensieri, andò in bagno a sciacquarsi la faccia: erano le 5. Quando rientrò in camera notò che entrambe le donne dormivano di un sonno ristoratore e nel mentre si erano avvicinate, con Narcissa che aveva una mano teneramente appoggiata sui capelli di Hermione; per quella notte aveva svolto il suo compito, così si decise ad uscire, non prima di aver fatto dei semplici incantesimi di allarme alle finestre e alla porta, così che se fosse entrato o uscito qualcuno che non fosse Hermione o Narcissa lui sarebbe stato subito avvertito. Si diresse verso l'infermeria, per cercare di vedere Draco e così rincuorare le due donne al loro risveglio. Madame Chips lo fece entrare e lui si avvicinò cautamente al letto del biondo che dormiva ma, improvvisamente, le sue iridi di ghiaccio si fissarono su di lui. "D.. Draco?" fece Harry incerto " Harry, cosa è successo ad Hermione e mia madre?" "Come.. cosa?" " Il tuo odore, Harry, è una mescolanza di quello di Hermione e quello di mia madre. Non chiedermi come ho fatto a sentirlo da così lontano, lo so e basta e se non mi sbaglio hai avuto un incontro molto ravvicinato con entrambe..." Harry spalancò la bocca, ripensando all' abbraccio dato a Narcissa e all' aver portato in braccio Hermione fino ai suoi appartamenti. "Harry, chiudi quel forno, per Salazar! Sento il potere della bacchetta fluire attraverso le vene, mi acuisce i sensi e ho delle visioni "fece Draco con voce ferma "Stanotte, ad esempio, ho visto un mostro che entrava nello studio di Silente...ma poi il buio. Sono solo frammenti, purtroppo" "Draco, era tuo padre quello che hai visto. Era sotto un maleficio, sicuramente, ha aggredito Hermione e se non fosse stato per tua madre che l'ha protetta, non so se ora sarebbe ancora viva." Buttò fuori il moro, mentre gli occhi di Draco si infiammavano. "Come? Cosa ha fatto? Che è successo? Devo vederle!" "Sta' calmo, per Salazar! E' andato tutto bene, se mi fai parlare ti dirò tutto. Ti abbiamo visto perdere il controllo posseduto dalla bacchetta e credimi, non è stato un bello spettacolo, specie per Hermione, e vorrei che non si ripetesse." Il biondo chiuse gli occhi con forza, sospirando forte. "Dai, parla" Harry raccontò con dovizia di particolari l'accaduto, aggiungendo che Lucius aveva trafugato delle fiale con le lacrime di Fanny: "Harry, lui è pronto...E noi dobbiamo esserlo. Non posso più stare qui, devo trovare il pezzo mancante e vedere Hermione, chiederle scusa per qualsiasi cosa io abbia fatto o detto...purtroppo ho un vuoto e non riesco a ricordare più niente dopo il dolore di quando della bacchetta si è infilata nel mio braccio" la sua voce si spense e gettò le gambe fuori dal letto: si alzò e saggiò le sue gambe, muovendo qualche passo incerto, ma le ginocchia cedettero e se Harry non fosse corso ad aiutarlo, sarebbe caduto rovinosamente. "Draco, Draco, sei debole, non puoi fare niente conciato così, né cercare la bacchetta, né opporti a tuo padre." Disse Harry mentre lo riportava a letto. "Sii razionale, almeno una volta! Fallo per tutti noi, abbiamo bisogno di te per arrivare in fondo a questa storia." "Fammela vedere, Harry, portala qui ti prego, ho davvero bisogno di parlarle" "Adesso sta riposando; ti prometto che appena si sveglierà la porterò qui da te, ma tu cerca di riprendere le forze e il controllo di te." Draco girò gli occhi verso la finestra, e fu ipnotizzato dal sole che sorgeva dietro la torre di Astronomia. "Grazie, Harry" "Draco, non è necessario. Non siamo mai stati amici, è vero, e se le cose fossero state diverse forse le circostanze ci avrebbero aiutato a diventarlo; ma ora siamo una squadra e come tale dobbiamo comportarci: abbiamo fatto entrambi grossi passi avanti, fidandoci l'uno dell'altro e la nostra Herm ne sarebbe orgogliosa, se sapesse tutto.- Draco sorrise appena – E dobbiamo continuare così, se vogliamo fare fronte unito ed evitare la Terza Guerra Magica." Harry si sedette sulla poltrona accanto al letto di Draco, levandosi gli occhiali e appoggiandoli sul comodino, mentre il suo discorso leniva l'anima tormentata del biondo; Draco continuò per alcuni minuti a seguire la traiettoria del sole, impaziente di rivedere le sue donne. Quando si girò per chiedere ad Harry che ore fossero, si accorse che il salvatore del mondo magico si era addormentato accanto al suo ex peggior nemico.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora