Fiducia

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La mattina seguente, quando Draco scese a fare colazione, c'era un certo fermento in Sala Grande: Hagrid confabulava con una Hermione preoccupatissima, mentre Harry si metteva una mano tra i capelli come se fosse successo qualcosa di orribile e poi c'era sua madre. Pensò che un allegro buongiorno non fosse gradito e si avvicinò incerto al capannello. "Salve a tutti – disse con voce greve- che succede?" Hagrid ruppe il silenzio con voce addolorata "Signor Malfoy, stamattina presto è stato trovato un cadavere di unicorno ai margini della foresta – Draco scambiò un'occhiata con Harry – e non è morto di morte naturale, qualcuno o qualcosa lo ha ucciso strappandogli il corno" I loro sospetti erano giusti, allora. Anche 17 anni prima Voldemort si era mantenuto in vita bevendo il sangue dell'unicorno...ma il corno? Draco fece cenno ad Harry. "Si, Malfoy?" "I nostri sospetti stanno diventando reali, Potter!" "Per questo dobbiamo cercarla, Draco!" fece stringendogli una mano attorno al braccio. "Hai ragione, ma come faccio con lei? Lei non deve sapere... E il lavoro in biblioteca? Non possiamo sparire così senza avvertire nessuno...non ti nascondo che sono turbato, Harry...." "Stasera devi vederla?" accennò Harry verso Hermione con un cenno del capo. "Si." "Ma non puoi inventarti qualcosa?" A Draco si accese la lampadina "Lascia fare a me, farò presto. Troviamoci alla torre di Astronomia a mezzanotte" "Ok, ci vediamo lì" Harry si congedò e Draco andò verso la biblioteca, con mille pensieri in testa e la speranza che lei non li avesse visti parlare. Riuscì a concentrarsi pochissimo quel giorno, ben sapendo cosa lo aspettasse; decise di andare a fare una lunga doccia e si vestì per la cena. Entrò nella Sala Grande in mezzo al vociare dei ragazzini seduti ai tavoli delle Case, scorrendoli con lo sguardo e tornò indietro nel tempo, ricordandosi di come erano simili a lui e ai suoi amici. Sorrise ricordando un paio di occhi marroni che la prima volta, prima dello smistamento, lo guardavano con interesse ed imbarazzo. Sorrise. Forse era stato quello il momento in cui Hermione lo aveva stregato. Andò al tavolo, baciò sua madre e si sedette. La cena trascorse tranquillamente, a parte le occhiate che Hermione gli rivolgeva; quella sera sarebbe toccato a lui esaudire una nuova fantasia e lei era curiosissima. Lui prese un pezzo di pergamena, scrisse due righe e ripiegò il foglietto, salutò di nuovo sua madre e i presenti, asserendo alla stanchezza della giornata, si ritirò. Hermione ebbe un moto di delusione e sospirò, ma lui aveva bisogno di tempo per preparare il suo appuntamento; si recò alla porta dell'appartamento di lei e fece scivolare il biglietto sotto. Hermione aveva perso le speranze per quella sera, dopo gli avvenimenti della giornata, ma quando varcò la soglia delle sue stanze, trovò il biglietto e si mise seduta sul letto:

"Al solito posto mia principessa Grifondoro ore 22 D.L.M"

Lei si alzò e uscì dopo una rapida occhiata all' orologio verso la stanza delle Necessità; quando entrò si trovò davanti un divano con i colori Serpeverde, un camino scoppiettante e un tavolino. Draco stava finendo di sistemare delle ciotole accanto ad un vassoio pieno di frutta, c'erano dei bicchieri con del liquido dorato, che si muoveva leggermente a causa delle bollicine che aveva dentro. Lui era in camicia e la invitò a togliere il mantello. "Prego, Hermione, accomodati" Lei si sedette un po' rigida. "Ma non hai mangiato abbastanza?" fece con una risatina nervosa. "Principessa, quello che ti chiedo stasera è una prova di fiducia. Chiudi gli occhi" Lei lo guardò titubante e lui scoppiò in una risata. "Avanti, non ti crucierò, se è quello che pensi!" "Draco sei un idiota! Ok ok ma non sono abituata a fare certe cose... se devo dire la verità non me l'ha mai chiesto nessuno" "Io non sono gli altri, lo sai" Hermione chiuse gli occhi e Draco andò dietro allo schienale del divano, sfilandosi lentamente la cravatta, non riuscendo a staccare gli occhi da quelle palpebre morbide, passando poi a guardarle la curva del naso e quelle labbra che Salazar solo sapeva chi le aveva disegnate. Tese la stoffa tra le mani e la posò delicatamente sugli occhi di lei, che trasalì visibilmente, stringendo un labbro tra i denti. "Hey, hey, sta tranquilla, non volevo spaventarti" sussurrò lui pericolosamente vicino al suo orecchio. "No, scusa.. cioè...è che io...si ..insomma.. .non mi era mai successo" "Hermione se ti fidi di me ti piacerà vedrai" Lei sospirò, mentre privata della vista, faceva leva sugli altri sensi per capire cosa succedeva intorno a lei. Lo sentì che le tornava davanti. "Cosa stai facendo, per Godric?" disse mentre sentiva un lieve rumore metallico "Apri la bocca" Hermione non fece in tempo a protestare che lui le infilò in bocca un pezzettino di pera ricoperto di miele; la ragazza sorrise, rilassata, masticando e tutta la tensione la lasciò. Lui voleva imboccarla? "Hermione – continuò sussurrando lui – condividere con te questo momento mi fa tornare indietro di anni, a quando ero ancora un bambino e mai avrei pensato di vederti come una donna....sono rimasto folgorato da come mangiavi una mela verde...da allora sono il mio frutto preferito, perché mi ricordano te. Sognavo di giocare ad imboccarti e tu dovevi riconoscere cosa stavi mangiando. Avevo 11 anni, per Salazar!" le confessò arrossendo appena, anche se lei non poteva vederlo; gli rispose una risatina divertita. "Mi piace questa fantasia...a proposito, pera e miele" "Molto brava, Hermione, ma non abbiamo finito" Le diede dell'uva, della mela verde, formaggio con una composta di cipolle, formaggio con il peperoncino, mentre con un occhio controllava il grande orologio posto sul camino; continuò ad imboccarla e tra un boccone e l'altro le fece assaggiare lo champagne. "Per Godric, quanto è buona questa cosa che sto bevendo! Anche se mi pizzica il naso!" "Hermione, è champagne, e ti pizzica il naso perché è il gas delle bollicine che te lo fa" fece lui con tono da professore. "Oh, professor Draco, la ringrazio per la spiegazione!" rise lei, facendo per togliere la benda. Mancava poco a mezzanotte, ma le cose dovevano andare come aveva deciso Draco e se lei si fosse tolta la benda avrebbe buttato alle ortiche ogni proposito. "NO!" fece lui fermandole la mano e depositando un bacio sul polso; al contatto fremettero entrambi. "C'è un'ultima cosa..." "Va bene. Ma poi tocca a me imboccarti" Lui sorrise. Prese una fragola, la più grossa di tutte e pronunciò un incantesimo non verbale; se la mise tra le labbra, attento a non schiacciarla e si chinò su di lei, mentre lei socchiudeva le labbra e rimanendo sorpresa della bontà della fragola e dal contatto con le labbra di lui. D'istinto attirò la fragola nella sua bocca, non volendo staccarsi da Draco, la schiacciò sul palato e cercò di intrappolare lui in un lungo bacio, passandogli le braccia attorno al collo. Lui non fece altro che contare fino a tre e lei si addormentò. "Perdonami mia principessa, ma stasera ho da fare con San Potter" Con un incantesimo le trasfigurò il vestito in un comodo pigiama e il divano divenne un letto; uscì piano piano lanciando un incantesimo che non avrebbe fatto entrare nessuno e si diresse, allacciandosi il mantello, verso la torre di Astronomia, dove Potter lo stava aspettando.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora