Salem

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"Eccoci qua Lucius. Siamo a Salem, la scuola delle streghe più belle di tutto il mondo magico ma, ahimè, sono tutte mezzosangue"Il Negromante si lasciò andare ad una risata agghiacciante "sai adesso che facciamo, vero? Ci accomodiamo nello studio della preside e poi passiamo dalle ragazze: andiamo" e si smaterializzò. Questa volta aveva fatto male i suoi conti, si trovò nel bagno dei prefetti dietro una colonna, dove percepì chiaramente le risate di due ragazze. Un movimento strano al basso ventre lo fece rabbrividire: il suo corpo umano gli imponeva di affacciarsi per vedere quelle meraviglie del creato. E così fece. Una ragazza stava uscendo dall'acqua: aveva i capelli biondi lunghi fino ai fianchi, una pelle diafana,due seni piccoli e sodi e un fondo schiena da urlo; sentì un'onda di calore pervaderlo e si introdusse nei pensieri di Lucius. Dopo la fine della guerra,le nobildonne votate alla causa gli avevano voltato le spalle, mentre prima facevano a gara per essere sue anche per una notte e questo gli mancava molto. Con un ghigno alla Malfoy il Negromante fece per uscire allo scoperto, ma la ragazza si infilò velocemente un accappatoio e scappò via. L'altra ragazza era ancora nella vasca e se possibile ancora più bella: da quello che si vedeva fuori dall'acqua, aveva una massa di riccioli scuri, la pelle olivastra e due seni molto più abbondanti dell'altra; si mise seduta sul bordo della vasca e il Negromante fece un passo per sorprenderla quando si accorse che si stava accarezzando: prima i seni con entrambe le mani, poi un mano risalì lungo il collo, dietro la nuca, mentre l'altra scivolava tra le gambe mollemente aperte,a metà tra l'acqua e il marmo che costeggiava la vasca. La ragazza cominciò a sospirare e scese di nuovo con l'altra mano ai capezzoli, dandosi piacere, che raggiunse poco dopo con un urletto soffocato. Il Negromante e Lucius non avevano mai assistito a nulla del genere e questo aveva scatenato in entrambi gli istinti più brutali: insonorizzarono la stanza e poi si diressero verso la ragazza a passo deciso, pronti a soddisfare ogni pulsione animale che entrambi avessero avuto. Dopo aver usato la ragazza, terrorizzata, supplichevole e disperata, la uccisero senza remore; il Negromante pensava così di aver fatto una specie di "regalo" a quell'uomo inutile che aveva posseduto e passò poi all'incantesimo della frusta per colpire le ragazze che trovava lungo il cammino per arrivare alle stanze della preside. Non sapeva che questa volta c'era un gruppetto di Auror che lo stava seguendo e un altro che lo aspettava nelle stanze della preside, adeguatamente disillusi. Alcuni si erano fermati lungo il corridoio per prestare i primi soccorsi alle ragazze colpite, cercando di porre rimedio ai danni dell'incantesimo con dei "Vulnera Sanentur" e allungare le speranze di vita di quelle streghe innocenti, prima dell'arrivo dei medimaghi.

Nell'ufficio della preside, McLaggen era nervoso; teneva la sua bacchetta nella mano sudata,pronto ad intervenire. L'attesa non fu lunga. Il Negromante si affacciò nellos tudio della preside di Salem, Giles Corey, mentre la donna faceva finta di guardare fuori dalla finestra e non accorgersi dell'intrusione: sapeva di essere circondata da Auror e da un "Protego Horribilis", aveva la sua bacchetta stretta nel pugno e la sua conoscenza di magia nera superava quella di gran parte dei maghi presenti in quella stanza. Prese un profondo respiro e si preparò al combattimento: avrebbe venduto cara la pelle, avrebbe protetto le sue ragazze, quel demonio avrebbe pagato per tutto quello che aveva fatto. Il Negromante entrò silenziosamente, disilluso per non farsi vedere e vedendo con piacere che lei non si era accorta della sua presenza. Si preparò a scagliare un "Sectumsempra", ma rimase colpito dalla bellezza della donna. Capelli ricci,corvini, che le scendevano fino al ventre, un leggero vestito azzurro che la fasciava e faceva vedere ogni forma del corpo sodo e perfetto; si chiese che colore degli occhi potesse avere quella creatura e decise di farla sua prima di ucciderla. Così fece l'errore di palesarsi. "Mia signora, buonasera- fece confare lascivo- non si spaventi- mentre lei si girava e spalancava due occhi verdi come smeraldi- sono Lucius Malfoy e sono qui per aiutarla: molte scuole sono state attaccate e io conosco il colpevole. Lasciate che vi informi in cambio della vostra compagnia." Disse mentre percorreva con lo sguardo anche il suo seno scoperto da un abbondante solco sul corpetto, la vita sottile, i fianchi generosi della donna che aveva di fronte. Lei non si scompose. "Mi sembra un luogo poco adatto per un appuntamento galante, sig. Malfoy. Ma prego, si accomodi" Gli Auror si tennero pronti. Sapevano che lui era il vero pericolo. Lucius girò intorno alla scrivania, prese per mano la donna e la fece accomodare sul divano, facendole uno dei suoi sorrisi migliori e aspirando il profumo di orchidea nera che lei portava. Lei fece comparire due bicchieri di vino."Vedi Giles, c'è un mostro sanguinario che visita le scuole" "Ne sono a conoscenza, infatti me lo aspetto qui, prima o poi" "Beh, lui è molto vicino – fece Lucius baciandole la mano e lei scorse una luce lussuriosa accendersi nei suoi occhi- ma potrebbe essere clemente con te...." "Ma perché lo fa? Perché ci attacca?" "Perché lui vuole ripristinare l'ordine nel mondo magico, vuole la purezza assoluta. Niente più magonò o mezzosangue. Niente che possa rovinare la perfezione" "La perfezione non esiste...la bellezza del mondo sta nella diversità" "La bellezza siete voi e le vostre ragazze. La fama di questa scuola è la perfezione. Voi sarete le madri di tutti i futuri figli del mio signore, per tramandare la beltà e le conoscenze di magia nera. Lui ha un incantesimo con il quale poter tramutare il sangue impuro in puro e così diventare vere streghe, pronte per lui.- Giles pensò che le sue ragazze erano ottime streghe anche se mezzosangue- La condizione per salvare la scuola è questa: essere le madri dei futuri figli del mio padrone." Gli Auror furono stupiti dalle dichiarazioni di Lucius, anche perché il modus operandi era cambiato d'improvviso. Si aspettavano un corpo a corpo disperato, mentre qui si parlava di risparmiare questa scuola, anche se con un prezzo altissimo da pagare; ora stava a Giles agire: se avesse accettato il patto, forse loro non sarebbero riusciti a sconfiggere la bestia, almeno quel giorno. Ma potevano anche capire che lei, con più di cento ragazze da difendere, potesse scegliere la soluzione meno cruenta. Giles si avvicinò lentamente a Lucius con fare sensuale e si sporse verso di lui: la desiderava,lo sentiva da lontano e decise che avrebbe fatto guadagnare agli Auror tempo per combattere. "Beh, mio caro Lucius- disse lei mettendogli una mano sulla coscia e risalendo piano piano – proviamo a vedere cosa succede se due persone come noi uniscono le loro forze" e a quel punto lo baciò. Il Negromante si lasciò andare agli istinti come aveva fatto poco prima e la baciò con passione,strappandole i vestiti di dosso, toccandola ovunque, mentre lei gemeva di piacere. O meglio, era quello che pensava lui. Giles, mentre lui era impegnato a baciarle e morderle i seni, lanciò un incantesimo mentale su una penna sopra la scrivania vicino a McLaggen: le fece scrivere "Appena io esco dalla traiettoria, attaccate!" McLaggen si mise in contatto mentale con gli altri Auror, che si tennero pronti, anche se stavano assistendo ad una scena piuttosto eccitante: Giles aveva tirato i pantaloni di Lucius a metà gamba(così avrebbe avuto difficoltà ad alzarsi e camminare) e gli stava sopra,ancheggiando e ansimando, fino a che lui non raggiunse il piacere. Al che lei si sollevò, gli sorrise e scese dal divano, allontanandosi, lasciandolo soddisfatto. "A proposito Lucius –disse mentre gli Auror erano già con un incantesimo sulle labbra- io non svendo né la scuola, né le mie ragazze–recuperò la bacchetta e si girò- Impedimenta!" gridò nascondendosi dietro una poltrona. Preso alla sprovvista, il Negromante fu preso in pieno dall'incantesimo, che ebbe effetto solo per poco tempo, visto il potere che risiedeva in lui; ma bastò per far apparire gli Auror, che cominciarono una dura battaglia. La stanza venne distrutta in poco tempo, ma Giles, nonostante le richieste di McLaggen, volle rimanere a lottare per sé e per la scuola. Diversi Auror rimasero feriti, mentre il Negromante sembrava invulnerabile, anche se cominciava ad accusare la stanchezza di rispondere e scagliare incantesimi. Giles dedusse che il punto debole del mostro era proprio il corpo di Lucius che, essendo umano, era fiaccato dalla fatica dell'amore prima e del combattimento poi. Incrociò lo sguardo di McLaggen: "Alle gambe" gli mimò con la bocca, ma lui scrollò la testa, non avendo capito. Allora si tirò su dal suo nascondiglio e, mentre Lucius era girato di spalle, gli lanciò un "Gambemolli" e l'uomo si accasciò al suolo, girandosi e vedendola: ancora nuda, non seppe trattenersi dal pensare che fosse bellissima e magari in altre circostanze avrebbe potuto farne una su amante. Ma lo aveva ingannato e quindi si preparò: sospirò, mentre si rialzava barcollante da terra e allungava un dito ossuto verso di lei "Sectumsempra" e un lampo di luce scaturì dall'estremità del suo dito, mentre lei si stupiva di come si era ripreso in fretta. L'incantesimo però colpì McLaggen, che si era messo in mezzo, abbracciando Giles e cadendo indietro addosso a lei; Lucius a quel punto, preso da un moto di rabbia, si smaterializzò; per quella volta non sarebbe arrivato a nulla ed era troppo stanco per continuare a combattere. Giles si era sentita abbracciare e tirare giù a terra. Solo dopo pochi istanti si accorse di quello che era successo: McLaggen si era preso la maledizione al posto suo. Si alzò da terra e fece la prima cosa che le venne in mente "Innerva" sperando così di rallentare gli effetti dell'incantesimo. Inviò un Patronus alla medimaga: nel suo ufficio c'erano diversi feriti, ma l'unico in pericolo di vita era il ragazzo castano accanto a lei. Prese un pezzo di una tenda stracciata per coprirsi alla meglio, visto che era ancora nuda, rimanendo accanto all'Auror e aspettando i soccorsi. Cormac allungò una mano verso Giles e le sfiorò la guancia: "Sei stata coraggiosa" " Sta zitto McLaggen, parliamo dopo" poi l'immagine di Giles sfumò in quella di Hermione, con le guance rosse, i capelli scarmigliati e le labbra socchiuse come l'aveva vista l'ultima volta. Si ricordò della meravigliosa sensazione di quel bacio rubato e si addormentò sorridendo, mentre Giles e la medimaga tentavano di salvarlo e una pozza di sangue si allargava sotto di lui.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora