Ritrovamenti

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Harry era già sulla torre e rifletteva. Draco era diverso. Più maturo, più consapevole di essere un uomo, aveva perso l'aria di superiorità che da ragazzino l'aveva fatto impazzire di rabbia, aveva dimenticato tutte le divisioni di sangue, prova lampante il fatto che si stava innamorando della sua migliore amica. Tornò alle questioni più serie: quello che Draco gli aveva raccontato lo preoccupava non poco, non solo come Auror, ma come abitante del mondo magico: se davvero stava arrivando un'altra guerra, era loro compito cercare di fermarla. Venne distratto dai suoi pensieri dall' arrivo del biondo: gli faceva sempre un certo effetto vederselo davanti, dopo tutto l'odio corso tra loro, ma Harry come Hermione credeva fermamente nelle seconde possibilità e se qualcuno chiedeva aiuto, non si sarebbe mai tirato indietro. E ora ecco che l'acerrimo nemico aveva bisogno di lui, per capire cosa stesse succedendo, per sventare una minaccia, per proteggere chi amava. Harry si trovò a pensare che se avesse stretto la mano di Draco quel giorno, forse lo avrebbe portato dalla parte giusta; o forse no...ma il passato non si poteva cambiare e ora era quasi contento di avere una nuova possibilità con lui, in fondo non era un cattivo soggetto, ora che ragionava ed agiva con il suo cervello. "Harry, da dove cominciamo la ricerca?" "Draco, tu hai sentito da qualche parte influssi strani...oppure zone del castello dove ti sentivi diverso.... A parte quando stai con Hermione, intendo!" "Harry, sei proprio un idiota!!" fece Draco con un ghigno "ma ora che ci penso, quando sono arrivato, mentre percorrevo il viale d'ingresso, il braccio dove avevo il Marchio ha cominciato a farmi male..." "Può essere un inizio...andiamo lì" I due uomini scesero silenziosamente le scale e attraversarono il cortile, uscirono dalla scuola, percorrendo a ritroso il viale d'ingresso. "Senti..." "Che?" "Lo so che non sono affari miei, ma come hai convinto Hermione a lasciarti andare?" "Oh, non l'ho convinta...l'ho addormentata!" Harry sogghignò "E domani chi la sente!" "Beh, troverò un modo per farmi perdonare" Draco sorrise. Intanto erano arrivati circa a metà viale, quando Draco sentì il suo avambraccio pulsare. Tirò su la camicia e chiamò Harry. "Guarda" Harry si avvicinò, vedendo un segno e aspettandosi di trovare il Marchio ma alla seconda occhiata gli apparve sulla pelle di Draco il simbolo della casata di Salazar Serpeverde. "Co..come hai fatto a togliere il Marchio?" "Io ...Harry non puoi neanche immaginare la sofferenza...l'ho bruciato con il fuoco di drago" "E questo?" "Io non ho fatto nulla, non sapevo nemmeno che fosse qui." Poi il ricordo del sogno lo scosse, come se qualcuno gli avesse infilato in testa un ricordo perduto; boccheggiò, come per prendere fiato. "Harry, io...ho sognato la bacchetta di sambuco...- disse Draco spalancando gli occhi- mi ha fatto vedere che ci scontreremo con mio padre... mi ha ordinato di cercarla e ha trasfigurato il Marchio, che credevo di aver cancellato per sempre, con il simbolo dei Serpeverde e mi ha detto che così sarò più forte!" Guardandosi intorno Harry si accorse che era esattamente nello stesso punto in cui 15 anni prima aveva spezzato la bacchetta e l'aveva gettata nel fiume. "Draco dobbiamo scendere" "Scendere dove?" "Dammi la mano che ci smaterializziamo" Il biondo allungò una mano senza protestare e sentì la familiare sensazione di vertigine e la voglia di vomitare. Quando riaprì gli occhi si trovò sotto il viale, sulle rive del fiume. "E adesso?" "E' qui che ho gettato i pezzi della bacchetta, sperando che si perdesse per sempre. Però non so dove possa essere finita dopo tutto questo tempo..." "Harry...-sentì dire da Draco con voce impaurita- io sto male" Harry si avvicinò "Lumos" e vide lungo l'avambraccio del ragazzo due lunghi segni, da cui usciva lentamente del sangue, e lo sguardo terrorizzato del ragazzo seduto sulla riva. "Devo sapere altro?" "Mi... mi ha detto che ha bisogno del mio sangue per rigenerarsi" disse tra i denti Draco. "Allora siamo vicini ...stai sanguinando copiosamente; ma come la troviamo?" "So che è un rischio ma... ho un'idea" Draco si accovacciò accanto alla riva del fiume "Ma cosa fai?" "Beh, sarà un'idea stramba, ma se vuole il mio sangue, verrà a prenderselo" disse il biondo immergendo l'arto in acqua "Draco, non puoi stare molto con quei tagli in acqua, rischi di perdere troppo sangue" "Se tra cinque minuti non succede niente, ti autorizzo a portarmi in infermeria" Ad Harry scivolò una goccia di sudore lungo la tempia, nonostante la nottata gelida. "Ok" Per un tempo che a loro parve lunghissimo, non successe nulla. Poi una luce verdastra si avvicinò fulminea al braccio di Draco; lui urlò in modo disumano, tirando fuori l'arto sanguinante dall'acqua, dove si era conficcata la punta della bacchetta di sambuco. Harry gli fu accanto subito e lo trascinò lontano dalla riva; chiudendo gli occhi, anche se era scosso da ciò che aveva appena visto, riuscì a smaterializzarsi in infermeria insieme a Draco, che nel frattempo era svenuto. Madame Chips si precipitò ad aiutarlo; provarono in vari modi ad estrarre il pezzo di legno dal braccio del ragazzo, ma sembrava fuso con le carni: convennero di curare le ferite e fasciarlo con bacchetta e tutto. Harry si distese in un letto lì vicino e crollò, con la preoccupazione di cosa dire ad Hermione la mattina successiva.

Hermione si svegliò e si stiracchiò; si rese vagamente conto di essere in un letto, ma non era il suo, anche se quella notte aveva dormito proprio bene e girandosi si aspettò di vedere Draco addormentato accanto a lei. Invece era sola. Aveva un ricordo labile di come era finita la sera prima: si era divertita un sacco a indovinare i cibi che lui le proponeva e le era piaciuto lo champagne (meglio del succo di zucca, non c'era dubbio!) e soprattutto quel bacio stupendo con la fragola...ecco poi da lì il buio...si era addormentata con il calore del corpo di Draco accanto e il sapore delle sue labbra sulle sue...dove poi lui fosse finito era un mistero. Decise di alzarsi e si vestì trasfigurando il pigiama nei suoi abiti con un sorriso: era stato lui a farle quello, ne era certa. Uscì dalla Stanza delle Necessità e fece per dirigersi in Sala Grande per la colazione, quando fu intercettata da una sconvolta ( e scompigliata) Narcissa. "Oh, Hermione, meno male che ti ho trovata! Draco è in infermeria da stanotte, ma non mi fanno entrare! Ti prego, andiamo a vedere, sono angosciata!" "Narcissa calmati - alla ragazza tremò la voce e si accorse di non essere molto convincente - andiamo subito!" La giovane si fiondò in infermeria assieme alla madre di Draco e Madame Chips la fermò subito. "Miss Granger, non posso farvi entrare, almeno fino a quando al signorino Malfoy non scenderà la febbre. E' in pieno delirio, nonostante il mio intervento e non è avvicinabile, pensi che ho dovuto legarlo al letto!" "Cosa?" dissero insieme le due donne. "Madame Chips, ho abbastanza autorità per... " "Miss Granger, ripeto, non posso farvi entrare e non costringetemi a fare un incantesimo di cui poi io potrei pentirmi!" Hermione e Narcissa uscirono: erano nel panico più totale e si allontanarono, camminando incerte e in silenzio fino alla fine del corridoio, poi si abbracciarono d'istinto; sciogliendosi dal gesto di conforto, Hermione notò con la coda dell'occhio Harry che usciva dall'infermeria. Lì c'era odore di bruciato, come le diceva spesso sua mamma. "Harry...Harry aspetta!" lo chiamò mentre lui cercava di scappare. "Harry, fermati o ti crucio!" Lui dopo qualche passo di arrese, alzando le mani. "Signor Potter, esigo una spiegazione" fece Hermione con gli occhi che mandavano lampi e il viso arrossato, mentre lui non sapeva a che Godric votarsi. "Hermione...Hermione, vedi di darti una calmata...." "Calmarmi io??" sbraitò lei "Andiamo in infermeria perché c'è Draco da un'ora imprecisata di questa notte, troviamo Madame Chips che non ci fa entrare, non ci dice nulla e anzi ci minaccia se non andiamo via e tu mi dici di CALMARMI?" Ormai il livello sonoro della voce di Hermione era alle stelle. "Hermione, non qui , ti prego, ci sentirà tutta la scuola..." le fece Narcissa toccandole il braccio. A quel tocco Hermione sentì tornare la sua parte razionale. "Prego Harry, nello studio della preside" indicò con un braccio; Harry sospirò incurvandosi nelle spalle, come un bimbo preso con le mani nella torta di zucca. Si sedettero nell'ufficio di Madame Hook o meglio di Hermione. "Siamo tutte orecchi, Harry" Harry si gettò a capofitto nel racconto, non omettendo nulla: raccontò degli incubi di Ginny, della voce che lo chiamava ad Hogwarts, gli avvertimenti del Ministero, il furto alla biblioteca, l'incontro-scontro con Draco, la sua richiesta di aiuto, la decisione di collaborare per mettere fine al pericolo che incombeva sulle loro teste. L'unica cosa che non disse fu che il nemico era proprio il padre di Draco.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora