Draco quella notte e nelle notti successive trovò pace dai suoi incubi. Le giornate si susseguivano uguali, la mattina colazione con chiacchiere banali con i prof prima delle lezioni, il lungo lavoro in biblioteca, che lentamente stava prendendo forma con la scoperta di tre ammanchi, sporadiche conversazioni con Hermione, poi cena poi letto. Per fortuna non era stato coinvolto di nuovo nella scelta dei candidati al concorso canoro. Una mattina si alzò con un senso di pesantezza sul cuore, ma decise di ignorarlo e preferì assecondare la routine alla quale si era abituato e dopo colazione andò in biblioteca. Mentre percorreva il corridoio intravide Hermione che ad un certo punto alzò il braccio; lui fece per salutarla ma si bloccò quando vide un gufo che si posava lieve sulla sua mano. La vide prendere il messaggio e far volare via l'animaletto, srotolare la pergamena e leggere il messaggio sorridendo. Draco ebbe un tuffo al cuore. Eccola lì, la ragazzina di undici anni che si entusiasmava per qualsiasi cosa, con quel sorriso disarmante che l'aveva conquistato subito e che aveva dovuto odiare a causa della sua famiglia, delle sue convinzioni, del suo sangue; ora era cresciuta, tante cose erano cambiate, ma in fondo era sempre lei. Hermione si girò e lo vide lì impalato, chiedendosi da quanto la stesse fissando, gli fece un cenno ma lui rimase impietrito. Lo fece di nuovo ma lui niente; sul suo viso si dipinse un'espressione interrogativa, ma con una scrollata di spalle, che le fece tremare tutti i ricci, si allontanò. Draco la vide che lo stava salutando, ma rimase lì, immobile, confuso dai ricordi e dalle emozioni che stava provando. Poi andò a fare il suo lavoro. Verso mezzogiorno alzò la testa e guardò i lunghi scaffali della biblioteca; aveva terminato l'ala destra, rimettendo tutto a posto e scoprendo che cinque libri non c'erano più. Si congratulò con se stesso per aver fatto così tanto lavoro in così poco tempo e decise di prendersi quella mezza giornata di riposo e fare una passeggiata ad Hogsmade, era una vita che non ci tornava, e magari avrebbe...avrebbe potuto invitare Hermione.Sorrise a quel pensiero. Certo che il tempo annullava le distanze; dopo tanta sofferenza aveva scoperto finalmente che le persone erano tutte uguali, ognuna con le proprie caratteristiche, ma tutte capaci di cose grandi,indipendentemente dal lignaggio o dal sangue.. Fece una smorfia al pensiero di quanto suo padre lo aveva condizionato, di come gli aveva fatto credere di essere superiore, di osannare la stirpe e la purezza. Tutto per quel pazzo del signore Oscuro. Si riscosse: aveva usato il termine con il quale i Mangiamorte chiamavano Voldemort. Chiuse gli occhi e fece un sospiro profondo per allontanare quei pensieri, si girò e riaprendoli la vide in fondo al corridoio,vestita con un semplice paio di jeans e un maglione color cipria che le stava benissimo. Sorrise e si mosse verso di lei, poi gli sembrò che qualcuno stesse spostandola stanza, prima piano, poi sempre di più. Vide Hermione avvicinarsi di corsa,ma in modo rallentato, come in un film; si trovò steso a terra che nemmeno si era reso conto di come c'era finito. Poi lei arrivò con un'espressione preoccupata sul volto e si inginocchiò accanto a lui, mentre un dolce profumo di vaniglia lo investì; l'ultima cosa che vide fu la cascata di ricci castani che splendeva di luce propria. Tentò di afferrarne uno, ma il suo corpo non gli rispondeva più. Poi il buio
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Il bibliotecario - Dramione
Fiksi PenggemarDopo 15 anni tutto nel mondo della magia è cambiato. Draco si è trovato un buon lavoro al Ministero, Harry si è sposato con Ginny, Hermione è rimasta ad Hogwarts. Ma un nuovo pericolo incombe sulle loro teste e li porterà a riunirsi di nuovo per sal...