Soli.....?

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Hermione aveva lo stomaco in subbuglio. Dopo la lezione, condotta faticosamente, si era tenuta libera il pomeriggio, convinta di poter dormire appena un po' prima di andare da Draco; invece Harry era venuto a prenderla appena finito di assegnare i compiti agli studenti e l'aveva portata a pranzo in Sala Grande. "Su, Herm, adesso pranziamo, lo so che quando sei nervosa hai la tendenza a dimenticarti di mangiare, ma oggi è un gran giorno: mica vorrai svenire davanti a Malfoy?" fece Harry sorridendo e passandole un braccio intorno alle spalle. "Harry ti prego...." disse lei sorridendo di rimando. "No, se non mangi non ti porto da nessuna parte!" Controvoglia Hermione si servì una fetta di arrosto con le patate e succo di zucca. "Ora mi piaci, ragazza!" disse Harry facendole l'occhiolino, mentre lei gli sorrideva e pensava che qualche volta Harry era più petulante di sua madre; il sorriso le sparì subito dal volto: pensare ai suoi era ancora una ferita aperta, nonostante tutti quegli anni. Dopo aver mangiato Hermione si alzò, dando appuntamento ad Harry nel pomeriggio. "Si, Herm, tra un paio d'ore passo, riposati un po'" Hermione si fece una lunga doccia e si buttò sul letto, addormentandosi di botto ma quando Harry bussò alle sue stanze era già pronta. "Herm tutto ok?" "Sono pronta" "Allora se vuoi puoi andare da sola, Draco è stato già dimesso e si trova nei suoi appartamenti, io devo andare in guferia per scrivere al Ministero e a Ginny. A dopo!" Hermione rimase in mezzo al corridoio e si fece forza; si sentiva a disagio ad andare da sola da Draco, eppure niente era cambiato da quando la bacchetta aveva preso il sopravvento su di lui. O forse si? Quello che aveva detto lo pensava? Oppure era la bacchetta che non voleva contatti con lei? Aveva provato a proteggerla, in infermeria, anche se pochi minuti prima avrebbe potuto strozzarla. Hermione scosse la testa per liberarsi da quei pensieri, bussò timidamente e la porta si aprì con un lieve cigolio. Entrò in camera di Draco e si aspettava di vedere tende chiuse, lui a letto, magari con sua madre seduta accanto che gli teneva la mano....dopo l'urlo dell'alba non sapeva in che condizioni fosse, quindi si era preparata al peggio. Invece appena varcò la porta lo vide che si stava tirando in piedi, arrossato in volto, con i capelli spettinati e un velo di sudore su tutto il corpo, coperto solo da un paio di calzoncini corti. "Buon pomeriggio Herm" "B..buon pomeriggio Draco. Di grazia, cosa stavi facendo?" "Beh, lo sai che a me piace stare in forma e questi giorni di letto forzato non hanno giovato né al mio umore, né al mio fisico, così ho fatto un po' di esercizio per scaricare l'adrenalina – fece il biondo avvicinandosi- anche se ci sarebbero altri modi sicuramente più divertenti" sussurrò lui vicino al suo orecchio e prendendole un riccio ribelle. Lei fu tramortita dalle parole ma soprattutto dal profumo che lui emanava: la fragranza di menta era diventata più pesante, mescolata e trasformata dal sudore del suo corpo e di colpo Hermione perse la luce dagli occhi, chiudendoli e respirando forte. Un respiro che sapeva di sollievo, di amore, di abbandono. Lui non aspettava altro: la baciò a fior di labbra, prendendole una mano e appoggiandola al suo petto scolpito, all'altezza del cuore, mentre lei spalancò gli occhi e affogò nelle iridi ghiaccio di lui, vedendo tutte le sfumature che fino ad allora non aveva notato e fece per ritrarre la mano, ma il suo corpo non le rispondeva più. Anzi, voleva percorrere tutto il corpo dell'uomo che aveva davanti, dare finalmente una consistenza ai suoi sogni tormentati, sentire che lui la voleva come lei voleva lui. Draco le infilò una mano tra i ricci dietro la nuca e la attirò a sé, avvolgendola in un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, mentre lei cedeva al fuoco che sentiva infiammare tutte le sue membra, dal cuore al cervello, dai piedi ai capelli. Lui sentì che lei si scioglieva e con la mano libera cominciò ad accarezzarle la schiena e il fianco, mentre sentiva i sospiri di lei farsi sempre più vicini e corti. All'improvviso si rese conto che aveva paura: paura di deluderla, paura di farle male, paura di essere troppo irruento, paura di perderla di nuovo. Con la voce rotta riuscì solo a sussurrare: "Herm..." e lei, memore del sogno fatto mesi prima: "Draco, sta zitto e baciami" Lui si staccò appena dalle labbra di lei, sorridendo, mormorando un "Colloportus" sigillando la porta dei suoi appartamenti da qualsiasi ingerenza dal mondo esterno. Ora c'erano solo loro.

Draco ricominciò a baciarla piano, come se fosse una bambola di porcellana. Scese sul mento, sul collo, lasciando una scia leggera di baci umidi, le cinse i fianchi con le mani, mentre lei gettava la testa all'indietro per facilitare l'accesso alla sua bocca. Con un abile gesto le sfilò il maglione e continuò la sua scia fino all'incavo del seno, mentre sentiva Hermione che si lasciava andare a leggeri gemiti. Sorpassò volutamente i suoi seni piccoli e sodi e si diresse verso l'ombelico, inginocchiandosi di fronte a lei e soffermandosi a guardarla: in quel momento era la cosa più bella mai apparsa nel mondo magico, così tenera, così arrendevole, mai neanche nei suoi sogni più proibiti si era aspettato che fosse così perfetta. Perfetta per lui. Mentre si specchiavano negli occhi l'uno dell'altra, un bussare ovattato giunse alle loro orecchie, facendosi sempre più insistente; si riscossero ed Hermione riprese il suo maglione e se lo infilò in fretta, andando vicino alla finestra per nascondere il fiato corto e il suo turbamento, mentre Draco, rosso come un peperone dalla rabbia e dagli ormoni spalancò la porta: "Spero per te che qualcuno stia morendo!" Si trovò davanti uno sbigottito Harry, con gli occhi spalancati, i capelli disordinati, bianco più del solito che riuscì a balbettare solo: "Mc...McGranitt!" "Che stai dicendo, Potter?" sputò il biondo. "E'... è apparsa la McGranitt!" fece lui cadendo a terra come una pera cotta. Hermione nel frattempo si era ricomposta e aveva visto la scena, uscì dalla porta, scostando Draco in malomodo, soccorrendo Harry, girandosi poi verso il biondo: "Ma che gli hai fatto?" "Io? Io proprio nulla... è lui che va in giro blaterando che è tornata la Mc Granitt! Dillo a lui cos'ha bevuto!" Hermione si bloccò come se le avessero scagliato contro un "Petrificus totalus". La McGranitt? Dopo quindici anni era ancora viva? La sua professoressa, poi preside adorata, che dopo la morte di Ron era scappata, lasciandola sola ad affrontare la doppia perdita? Cadde seduta pure lei, mentre un sussurro le uscì dalle labbra: "Non è possibile...." Draco li squadrò. Certo che i Grifoni non sapevano reggere le notizie. "Bene, mi metto qualcosa addosso e vediamo chi è arrivato adesso. In questa scuola non si sta mai tranquilli, porco Godric!" disse Draco rientrando in camera.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora