Lucius

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Dalla fretta Lucius Malfoy scivolò sulle scale che lo portavano nelle cantine del Manor; aveva accolto con un certo sollievo il fatto che Narcissa si fosse recata in visita a sua sorella Andromeda, almeno era fuori dalle scatole per un po' e lui non doveva lasciare i suoi esperimenti per fingere di starle dietro. Quella donna era davvero terribile. Dopo la disfatta di Voldemort aveva preteso di cambiare le loro abitudini, i loro stessi pensieri sulle creature magiche...Elfi...mezzosangue...babbani...Si era intestardita di voler far tornare Draco nelle grazie del Ministro per fargli avere un futuro migliore...Anche se avrebbe potuto vivere senza lavorare per il resto dei suoi giorni, talmente ricchi erano. Ma no.. lei voleva un lavoro per il ragazzo, che gli insegnasse finalmente disciplina e a rapportarsi con gli altri... e adesso che era ad Hogwarts lei era contenta, anche se all'inizio non lo era così tanto. Sparito quella nullità del figlio aveva cominciato a fargli domande strane su quello che faceva, dove andava, la notte perché si assentava...insomma due palle! Era diventata proprio molesta, se avesse potuto senza avere conseguenze, un Avada Kedavra glielo avrebbe scagliato volentieri. Si mise il mantello nero e accese le candele. Dopo una breve invocazione, si inginocchiò. "Oh mio signore, dammi un segno, dammi la possibilità di riscattarti dal mondo dove quel Potter ti ha confinato, dammi un segno" Una leggera nebbiolina rossa si materializzò "Mio seguace, fammi tornare! Cuore di cervo, corno di unicorno, pianto di fenice, fai tornare il tuo padrone!" e scomparve. Lucius si alzò: era la decima volta che appariva quella luce e non si arrivava a niente, non sembrava neanche la voce del Signore Oscuro, anche se l'entità aveva risposto ad alcune domande a cui solo Voldemort poteva dare soluzione. Pensò che forse la voce distorta era il risultato del lungo isolamento e del fatto che non fosse materiale,comunque onorato dal fatto che il signore Oscuro si fosse rivolto di nuovo a lui. Aggrottò la fronte e prese da uno scaffale il cuore di un cervo ancora pulsante sotto incantesimo. Riprovò ad invocare il suo signore e la nebbiolina si ripresentò. "Mio seguace, fammi tornare! Cuore di cervo, cuore di unicorno, pianto di fenice, fai tornare il tuo padrone!" Stavolta Lucius fu lesto a gettare il cuore nella nebbiolina. "Aaahhh...riassaporare il sapore del sangue....mio seguace fammi mangiare, offrimi il TUO sangue!" Lucius, come stregato, tirò fuori il coltello da caccia, quello stesso coltello che aveva ucciso il cervo qualche giorno prima, e si tagliò sotto il marchio, mentre una lingua di fuoco andò a lambire il sangue che colava dalla ferita. "Ecco, ti dò il mio potere!" e una leggera nube rossa avvolse Lucius "E ora vai, prendi il corno dell'unicorno!" Lucius aprì gli occhi, diventati rosso sangue, mentre il suo ghigno si era fatto ancora più spaventoso. Sapeva dove trovare l'unicorno.

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