Contatto

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Draco tornò di corsa verso la Sala Grande, mentre Hermione stava uscendo con Neville e Luna, aveva appena augurato loro la buona notte. "Draco, ma tu non eri..." cominciò lei. "Vieni con me" la prese dolcemente per un polso e lei lo seguì docilmente fino al porticato, dove il cielo si poteva vedere quasi tutto; la portò in mezzo al prato. "Hai mai guardato le stelle, Hermione?" "Sempre." "Ti sei mai chiesta quale fossero le nostre costellazioni?" "Se devo dire la verità...no" disse lei con una risatina. Lui si avvicinò circondandole le spalle con un braccio, mentre con la mano indicava una serie di puntini luminosi; al contatto lei si irrigidì, poi si rilassò. Draco riprese a respirare: stava andando bene. Rimasero alcuni minuti ad osservare ed indicarsi le costellazioni, poi un brivido scosse Hermione. "Accidenti che stupido! Ti ho portata qui senza neanche un mantello! Prendi il mio!" Appena se lo appoggiò sulle spalle, lei fu investita dal calore emanato dall'indumento e le sue narici aspirarono l'odore di menta così caratteristico del ragazzo. "Rientriamo adesso" disse lui sempre mantenendole il braccio sulle spalle. Si infilarono nel corridoio in silenzio; ad un certo punto Draco si avvicinò ad un muro ed esclamò con un sorrisetto: "Vediamo se mi ricordo bene" E passando davanti al muro tre volte fece apparire una porta "La stanza delle necessità" fece lei "Sì" disse lui "Vieni". Dentro era tutto buio "Lumos" Draco accese la punta della bacchetta. Come al solito la stanza appariva come un vecchio e polveroso deposito "Perché siamo qui?" chiese la riccia "Volevo parlarti. Da solo. Senza San Potter che appare all'improvviso o mia madre che mi spia, per non parlare di quella tua amica un po' svitata che sembra un fantasma.." Lei rise e lui le prese le mani, guardandola con quegli occhi che parevano acciaio fuso. "Senti Hermione, te lo dico adesso perché non so dove ho trovato il coraggio: lo sai che io non ne ho. Ma ho bisogno di parlarti. Devo chiederti perdono per la mia condotta passata e grazie a mia madre ho capito che ciò che volevo e credevo era sbagliato" "Draco ma..." provò timidamente a bloccarlo lei. "No, per favore, ascoltami." Lui la guardava alla luce tremolante della bacchetta "Hermione, io sono stato per anni un codardo. Mi sono sempre rifugiato dietro la maschera dell'arrogante e cinico purosangue, ma ero completamente pazzo di te. Tutti lo erano a Serpeverde, ma non ho mai potuto farmi avanti. Tutti i sogni di noi maschietti erano su di te e io mi mangiavo le mani perché non potevo neanche parlare delle mie fantasie liberamente come facevano gli altri. Ecco una delle ragioni del mio odio. Ti volevo e non potevo averti." Hermione si mosse verso di lui "Beh, ad essere sincera, anche tu riempivi i sogni di noi ragazze Grifondoro " Gli poggiò le mani sulle spalle "Sarebbe ora di vedere se i sogni corrispondono alla realtà..."fece lei in un soffio "Ero certo che l'avresti detto...vorrei portarti dentro una mia fantasia" Lei arrossì "Ti fidi di me?" Lei non seppe far altro che annuire. Nella stanza apparvero allora un camino acceso e scoppiettante e un divano rosso. "Vieni" Draco la trascinò sul divano e lei lo seguì un po' imbambolata. "Vedi Hermione" disse lui mentre le toglieva il mantello "Ho sempre sognato di fare questo" si avvicinò pericolosamente alle sue labbra. Il loro respiro si fuse. Draco appoggiò esitante le labbra su quelle di lei: un bacio dolce, tenero, morbido. Entrambi a occhi chiusi, stavano cercando di tenere a bada la rivoluzione che si era scatenata dentro di loro. Rimasero lì alcuni istanti, con le labbra vicine, vicinissime, le fronti appoggiate, poi lui proseguì la scia di baci: sulle guance, sul naso, sugli occhi, le sopracciglia, la fronte. Hermione sentiva il sangue ribollire nelle vene e lo attirò a sé, lo baciò ancora, ma questa volta lei toccò le sue labbra con la lingua, che si aprirono per farla entrare. Draco rimase sorpreso dalla sua iniziativa, ma la lasciò fare. Si sentiva preso in un vortice, gli sembrava di avere le vertigini, l'adrenalina viaggiava a mille, resistere era impossibile. Hermione cominciò a sbottonargli la camicia, ma lui la fermò, sospirò e le prese delicatamente le mani, baciò i palmi e i polsi. "Non adesso. Non così, Hermione" La guardò e lei aveva gli occhi con le pupille dilatate. "Ho paura di ciò che può succedere" "No, Draco, io..." "Hermione tu non sei come le altre. Non voglio perderti. Non ne vale la pena averti una volta, io vorrei che fosse per sempre, ma non voglio forzarti, sei come la rosa più bella del giardino, meglio guardarti tutti i giorni che averti reciso.... e poi non abbiamo completato la mia fantasia. Vieni qui" le disse sorridendo ed Hermione pensò che lo avesse nascosto per troppo tempo quel sorriso, sedendosi accanto a lui. La abbracciò "I miei sogni di ragazzino finivano sempre con noi abbracciati su questo divano davanti al camino." Draco non sapeva più come tenere a bada i suoi desideri. Strinse i denti "sapessi cosa avrei voluto farti davvero" si sorprese a pensare. Hermione si rannicchiò su di lui a guardare il fuoco che si consumava piano piano e intrecciò le dita a quelle di lui. Dopo qualche minuto Hermione sussurrò. "Draco?" "Hmm.." "Stavi dormendo?" "No, mi godevo la tranquillità di questo momento. L'ho desiderato talmente tanto..." "Sarà meglio andare, sono le quattro di mattina...." "Aspetta.." con un altro desiderio, Draco fece apparire due letti e trasfigurò i vestiti in pigiami. "Delusa?" "No, Draco" Hermione gli regalò uno dei suoi sorrisi disarmanti "Il nuovo te è perfetto." Si infilarono nei rispettivi letti, mentre il camino spegneva pigro le ultime braci.

"Oddio com'è tardi!!" un gridolino spaventato svegliò Draco e lo fece tirare su sul gomito. "Hermione?" "Per Godric, Draco, è tardissimo, tra un'ora ho lezione!" "Incredibile, miss Granger che fa tardi ad una lezione, la sua per giunta!" Draco ridacchiò. "Non c'è niente da ridere!" rise lei. "Hermione?" "Mmmm..." "Volevo ringraziarti per stanotte" "Draco, sono io che ringrazio te, mi hai aperto la tua anima, è stato meglio di tutto ciò che potevamo fare." "Spero di avere presto la possibilità di mostrarti qualcos' altro,,, ci sono tante cose che tu non sai di me" "E tu di me...facciamo un gioco, ti va?" "Dimmi" "Una fantasia a sera a testa. Stasera tocca a me" "Ci sto" Lei nel frattempo si era vestita e pettinata. "Alohomora" sussurrò, aprendo la porta. "Hey, te ne vai così?" Draco si era seduto sul letto "Ah, già" lei si avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia "Buongiorno , bibliotecario" Lui la tirò a sé e le diede un bacio lieve sulle labbra "Il tuo buongiorno è meglio di qualsiasi colazione!" "Che sciocco!" fece lei ridendo, scostandosi e inviandogli un bacio al volo che lui raccolse e si strinse al cuore, poi uscì. Draco sospirò: era stato davvero bravo, aveva fatto breccia nella sua corazza e stava entrando in punta di piedi nella sua vita. Poco importava se i suoi ormoni erano impazziti e il suo autocontrollo diminuiva ogni giorno di più, doveva convincerla a dar retta ai suoi sentimenti, piano piano. In quanto a lui era già pazzo di lei: era il raggio di sole in una giornata piovosa, il boccino d'oro raggiunto all'ultimo minuto, il dolce alla fine di un pasto, il vino che ti fa ubriacare. Insomma dove c'era Hermione c'era la vita. Si era innamorato di nuovo, come a scuola...o non aveva mai smesso di amarla? Per fortuna le cose erano cambiate, ora aveva una possibilità e non l'avrebbe sprecata per nulla al mondo. Anche lui si vestì e andò a fare colazione.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora