Lieto evento

593 17 3
                                    

Poco prima dell'alba, delle urla strazianti si diffusero nei corridoi della scuola. Narcissa Black spalancò gli occhi e si mise la sua veste da camera, aprì la sua porta e si diresse due porte più giù,bussando discretamente. Le aprì uno spaventatissimo Neville. "Io...io...Luna sta male...non so che fare..." Narcissa sorrise "Sta' tranquillo, ci sono io adesso"fece entrando al povero Neville che era bianco come un cencio. Vide appoggiata sul letto Luna, che aveva un colorito ancora più etereo del solito, che respirava rumorosamente. "I Nargilli mi avevano avvisato, ma i dottori dicevano che era presto" disse stringendo i denti "Tesoro, non ci pensare: facciamo arrivare tuo figlio tra noi adesso. Expecto Patronum" e, una volta convocato il suo falco,Narcissa fece chiamare Madama Chips, la McGranitt ed Hermione. Luna meritava la migliore assistenza possibile ed Hermione, oltre ad essere sua amica, l'avrebbe capita qualunque cosa dicesse a proposito del Narcisi... no dei Marmilli o qualunque cosa fossero, pensò Narcissa. La fece accomodare meglio sui cuscini e le passò sulla fronte una pezza fresca, mentre le altre donne entravano spalancando la porta e sorridendo: finalmente un evento lieto alla scuola. Un raggio di sole entrava timido dalla finestra della camera di Neville e Luna,tra le tende leggermente scostate; Hermione stringeva la mano alla futura mamma e collega che, madida di sudore, cercava di respirare con il ritmo dettato da Madame Chips e Narcissa; dall'altra parte si trovava Neville, che baciava la mano di sua moglie e la pregava di non morire. Alla quarta volta, dopo una doglia particolarmente dolorosa, Luna si rivolse a Neville e gli disse dolcemente di andare a farsi baciare da un dissennatore; al che lui spalancò gli occhi e ad Hermione, che non riuscì a reprimere una risatina, sembrò quel ragazzino imbranato che aveva perso il suo rospo sul treno. La McGranitt, senza accorgersene, per alleggerire la sua ansia cominciò a snocciolare un incantesimo dietro l'altro, proprio quelli che si insegnavano ai bambini, e la stanza si riempì di uccellini cinguettanti, farfalle svolazzanti, origami di carta saltellanti; al che Luna, spalancando gli occhi arrossati dopo un'altra doglia, mormorò un "Evanesco" con talmente tanta calma che si spaventò pure la preside. Madama Chips si affacciò al telo steso tra le gambe di Luna e la incoraggiò: il suo bellissimo bambino stava arrivando. Luna strinse la mano di Hermione e con un ultimo gemito fece venire al mondo suo figlio: Madama Chips glielo appoggiò sulla camicia da notte aperta e appena lui aprì gli occhi e li fissò in quelli di sua madre, fu amore. Si, Luna avrebbe dato la vita per quell'esserino, niente avrebbe potuto portarglielo via. Neville si avvicinò titubante, mentre Hermione sfoggiava il suo sorriso più splendido; Luna tese la mano al marito e lo tirò giù, con la testa accanto alla sua, per guardare quel piccolo mostriciattolo che aveva cominciato a far sentire la sua voce. Al ragazzo si riempirono gli occhi di lacrime, non credendo di aver potuto creare un esserino così perfetto. Dopo un attimo di commozione da parte di tutti,Madama Chips prese in mano la situazione, facendo sparire dalla stanza ogni traccia del parto, aprendo la finestra, accomodando meglio Luna su una pila di cuscini e mettendo al neonato una tetta in bocca. Lui cominciò a succhiare come un forsennato, mentre Luna rideva ed asseriva che le stava facendo il solletico. Le altre donne si guardarono e per un muto accordo, se ne andarono lasciando da sola la nuova famigliola.

Minerva McGranitt, rientrando in ufficio, si accorse di essere piuttosto stanca. Gli eventi degli ultimi giorni avevano incrinato la maschera di calma che aveva sempre indossato davanti a tutti. Prima la scoperta di Lucius Malfoy come cattivo della situazione, la discussione con Hermione e la missione della giratempo, la scoperta amara della morte di McLaggen. Cosa mai poteva capitare ancora? Con il proprio Patronus convocò Narcissa e Neville in ufficio: aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma non poteva chiedere ancora ad Hermione e Draco. Erano rientrati piuttosto stanchi e la notizia che Nott aveva portato aveva prostrato la ragazza più di quello che era lecito aspettarsi (anche perché la preside non era a conoscenza di ciò che era accaduto ai due fuori dal suo ufficio). Visto anche l'interesse non più nascosto che aveva per Malfoy...era meglio lasciarli un po' da soli, si disse, increspando leggermente gli angoli della bocca. Un bussare discreto anticipò l'entrata dei suoi ospiti e lei convocò un elfo per farsi portare the e pasticcini al limone. Neville e Narcissa presero posto accanto al tavolino imbandito e si prepararono ad ascoltare le ultime novità. Minerva chiese il loro aiuto "Per fortuna la spedizione al Manor è stata proficua e abbiamo scoperto una frase sibillina che potrebbe sconfiggere il nostro nemico che tradotta dice così:

"Luce verde per maledire,

luce rossa per comandare,

luce blu per castigare.

Unite dal quarto potere,

luce bianca potrete vedere

e il mondo salvare"

cerchiamo di pensare tutti ad una soluzione. Verosimilmente le tre luci sono le Maledizioni Senza Perdono, ma non ho idea di cosa sia il quarto potere." Fece la preside poggiando la pergamena scritta da Hermione sulla scrivania. Poi si informò come stava il piccolo di Neville e se Narcissa si trovava bene nell'aula che le aveva messo a disposizione per dedicarsi al suo hobby preferito, la pittura, rinnovando l'invito di Mrs Sprite per collaborare nelle serre. "La mia abilità con le piante è diventata pubblica, a quanto sento!" "I babbani direbbero che ha il pollice verde Narcissa!" fece Neville ridacchiando, al che lei alzò entrambi i pollici, guardandoli, facendo scoppiare Neville in una fragorosa risata. "Bene, bene, possiamo accomodarci per la colazione adesso " fece la preside "Certo, Minerva, a tra poco" la salutò Narcissa. "A dopo preside" fece Neville. Quando la porta si richiuse alle loro spalle, Minerva McGranitt sospirò e si spinse gli occhiali sul naso, come faceva Harry, prese il cappello a punta e lo appoggiò sulla testa, infilò la bacchetta in una manica e scese in Sala Grande.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora