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HARRY'S POV


«Ti piacciono così tanto?»

A fatica, alzai il volto incrociando gli occhi di Logan, domandandomi da quanto tempo fossi lì in piedi di fronte a me, ad osservarmi. Notai un po' di pomata unta spalmata qua e là sulla faccia, ed un cerotto sottile sullo zigomo accanto ai punti di sutura. Sospirai stropicciando gli occhi gonfi. «Come hai detto?»

Indicò con la testa le mie scarpe. «Non hai fatto altro che fissarle nelle ultime quattro ore!» Non fiatai, nonostante sapevo che stesse solamente cercando di tirarmi su di morale con le sue battute del cazzo . «Tieni!» Disse allungandomi un bicchiere bianco di carta mentre massaggiai il collo indolenzito. « È caffè.»

Afferrai la bevanda ringraziandolo con un sorriso che però scomparve quasi subito dal mio viso quando notai ancora qualche piccola chiazza di sangue sul dorso. Per quanto mi fossi sforzato di lavare bene le mani nel bagno dell'ospedale, il suo sangue era ancora lì, pronto a ricordarmi tutto nonostante stessi sperando che fosse solo un brutto incubo dal quale mi sarei , prima o poi, svegliato. Era sulla mia pelle, sui miei pantaloni e sulle scarpe. Si era perfino asciugato sulla t-shirt che usai per bloccare l'emorragia, che da bianca era diventata rossa, e che ancora indossavo e avrei indossato, finché sarebbe venuto Marcus provvisto di vestiti puliti . Sospirai sonoramente accarezzando con il polpastrello dell'indice il bordo del bicchiere mentre Logan mi guardò curioso . 

Non riuscii a darmi pace nemmeno un secondo in quelle lunghe, interminabili ore che parvero quasi millenni, seduto, incollato in quella scomodissima sedia di plastica a fissare il pavimento dell'ospedale dove tempo prima la portai ad ingessare il polso. La sala era deserta e silenziosa, fin troppo, il che rese costantemente i miei pensieri ancora più udibili in quell'angolo buio della mia mente. Ero letteralmente frustrato, imbalsamato, distrutto e non feci altro che pensare e ripensare ad Abigail.  

Nel preciso istante in cui il suo cuore smise di battere, desiderai andarmene anche io con lei. Gridai disperato e pregai come mai avessi fatto in vita mia finché qualcuno ascoltò il mio dolore dando la forza necessaria ai paramedici che riuscirono in qualche modo a rianimarla. Un miracolo, un regalo dal cielo.

 La corsa in ospedale fu un calvario. La pallottola le aveva trapassato il torace, ferendole lievemente il polmone destro. Il primario che si sarebbe occupato dell'operazione , dando una prima occhiata alle ferite riportate, ci informò che se quella pallottola l'avesse colpita solo mezzo centimetro più in basso per Abigail le speranze di sopravvivere sarebbero state nulle . Non fui nemmeno in grado di poterle donare sangue dato che le servissero un paio di buste da mezzo litro di zero negativo di cui l'ospedale , in quel momento, non disponeva e di certo lei non avrebbe potuto aspettare fino alla mattina seguente per il rifornimento . Io ero AB + , ma per fortuna, Logan, essendo anche lui uno zero negativo si offrì volentieri di donarglielo riuscendo perfino a non svenire. 

L'attesa interminabile, le camminate ansiose lungo i silenziosi corridoi e le visite costanti alla cappella dell'ospedale dove , inspiegabilmente, percepii una strana sensazione di serenità che dopo ore di strazio riuscì seppur per poco a farmi respirare liberamente .  Avvolto dal calore di un abbraccio invisibile, ringraziai e promisi a chiunque stesse ascoltando le mie grida mute ed i rumori delle mie lacrime infrangersi al suolo, che se lei fosse sopravvissuta l'avrei lasciata per sempre in pace. Ma non perché non l'amassi o non morissi dalla voglia di passare la mia vita accanto a lei, ma solo perché non avevo fatto altro che complicargliela da quando avevo messo piede a Malta. Abigail meritava molto di più. Meritava serenità e tranquillità , doti che io non disponevo e mai sarei stato capace di regalarle una vita felice come ritenessi giusto che fosse. Nessuno l'avrebbe mai amata quanto me, quello mai , ma ciononostante meritava l'opportunità di scegliersi qualcuno per cui davvero ne valesse la pena. 

𝚜 𝚞 𝚍 𝚍 𝚎 𝚗 𝚕 𝚢 //  𝚑.𝚜  {𝙰𝚄}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora