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ABIGAIL'S POV


L'unico volo disponibile a quell'ora prevedeva uno scalo a Roma, la città eterna, mentre atterrai a Malta alle tre e trenta del mattino, sfinita sia mentalmente che fisicamente . Il minuscolo aeroporto di Luqa era completamente vuoto e quasi privo di personale. Mi fermai in un piccolo bar dove trovai un uomo dietro il bancone , assonnato e stanco. Mi preparò un caffè doppio che riuscì, anche se per poco, a tenermi in vita, ricaricandomi di una piccola dose di energia. Fissai con lo sguardo perso, il marmo luccicante del bancone udendo in sottofondo rumori di piatti, bicchieri e della macchina del caffè mentre il mio olfatto fu accarezzato da pane e dolci appena sfornati.

Il tragitto Londra - Roma, fu un disastro. Non feci altro che piangere in silenzio con la testa rivolta verso il finestrino , tant'è che la hostess passò un paio di volte ad assicurarsi che stessi bene, catturando inutilmente anche l'attenzione di altri passeggeri . L'interminabile attesa a Fiumicino e poi di nuovo l'imbarco per Luqa.  Il secondo volo fu abbastanza tranquillo dato che ci fossero pochissimi passeggeri sul velivolo e la maggior parte dormiva beatamente, ignorando la mia immagine sconvolta.

«Stai bene?»

Alzai lo sguardo incontrando un paio di occhi color nocciola, circondati da profonde e scure occhiaie dovute sia alla stanchezza che all'età. «Come?» Sussurrai schiarendomi la gola. Avevo attraversato tre stati diversi e tre aeroporti pieni zeppi di gente, e lui fu la seconda persona che si degnò di domandarmi se stessi bene. 

«Stai bene?» Ribadì dandomi un'occhiata mentre annuii lasciandogli una banconota da dieci euro sul bancone, prima di fuggire via, quasi volendogli nascondere il mio stato d'animo per timore che provasse pena per me . Mi chiamò un paio di volte affinché prendessi il resto ma non mi fermai, bensì accelerai il passo verso l'uscita . Salii sul primo taxi che beccai nel parcheggio e dopo aver dato indicazioni, mi raggomitolai nei sedili posteriori, ammirando le luci delle varie città in cui passammo prima di raggiungere St. Paul's Bay, Bugibba .

Giunta a casa la prima cosa che feci fu scaraventarmi in doccia con ancora i vestiti addosso , per provare a lavare via quella brutta giornata. Il tessuto umido dei miei indumenti pesò , finché li tolsi a strati, sentendomi più leggera . Tappai la bocca e soffocai un grido che oltre a squarciarmi la gola, parve che mi trapanò anche il cranio, entrando da una tempia ed uscendo dall'altra. Mi si offuscò la vista a tratti e dovetti sedermi dentro la vasca da bagno per riprendere fiato, evitando di svenire. 

La seconda, fu spegnere totalmente il mio cervello. Rassegnarmi e non pensare più a nulla oltre che tentare di rannicchiarmi almeno per un paio di ore nel letto prima di andare all'orfanotrofio . Annusai l'odore delle federe pulite che avevo cambiato la mattina precedente, prima di partire, mentre una lacrima scese sulla stoffa bianca. Perché mi sentivo così indefinita senza di lui? Ero diventata instabile e vulnerabile. Tutto, stava lentamente andando alla deriva ed io non avevo più la minima voglia di contrastare quel processo di deterioramento che stava avvenendo dentro me . Ero stanca nell'anima. Ero sola. Ero sbagliata. Ero morta.

Dopo tutto quello che avessi attraversato , e stessi attraversando, non mi sarei affatto stupita se un giorno vicino mi sarei ammalata. Dovevo liberare la mia mente, dimenticarmi una volta per tutte di lui, ed invece non facevo altro che pensarci e ripensarci. Per oltre un mese non avevo fatto altro che sperare, mentendo a me stessa e giustificando le sue azioni pur di  aggrapparmi ad un sogno e di evadere dalla realtà.

Mi ero solamente illusa, facendomi dell'inutile male. Però, Logan aveva ragione. Ora che finalmente avevo ricevuto le risposte che cercavo, potevo accettare, abbracciare e fare amico il mio dolore. Nonostante sarebbe stato difficile curare quelle ferite che neppure il tempo avrebbe mai lenito, dovevo andare avanti e basta.

𝚜 𝚞 𝚍 𝚍 𝚎 𝚗 𝚕 𝚢 //  𝚑.𝚜  {𝙰𝚄}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora