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Rientrata in College con il nervoso addosso, trovo Stefany con Dylan stesi sul letto.
Questo è davvero troppo.
Prendo i libri e vado a studiare in biblioteca.
Dylan prova a seguirmi ma riesco a seminarlo.
- Non è come sembra. –mi manda un messaggio su whatsapp.
- Non sembra niente, buona giornata. –rispondo subito.
Mi siedo al primo tavolo libero della biblioteca, mi metto gli occhiali da vista e inizio a studiare chimica.
Non ci capisco davvero niente.
A due tavoli da me c'è David Cooper, anche lui sta studiando, ma lui lo fa sempre quindi si trova sicuramente meglio di me.
Alza il capo e i nostri sguardi si incrociano per sbaglio, mi sorride e io non ricambio, infatti, riporgo lo sguardo sui libri.
DC: E' la tua prima volta?
A: Se mi fai questa domanda penso ad altro. –dico confusa.
David Cooper che si avvicina per rivolgermi la parola? Ma cosa sta succedendo?
DC: Riformulo... Stai studiando per la prima volta? –ridacchia.
A: Non proprio... Però è la prima volta che parlo con te in modo civile.
DC: Ogni giorno capita per la prima volta qualcosa, non dovrebbe essere così strano.
A: E' strana questa prima volta.
DC: Ti lascio con la tua adorata chimica. –sorride.
Senza darmi il tempo di rispondere è già fuori dalla biblioteca.
Oggi stanno succedendo davvero troppe cose strane.
Se è un incubo, svegliatemi.
Sbuffo disperata e spunta Albert.
A: Non dovresti stare da Louis? –chiedo curiosa.
Si siede accanto a me, esce i libri di chimica dallo zaino, prende una matita e mi sorride senza rispondere alla domanda.
A: Davvero stai per studiare? Oggi è davvero troppo.
AL: Ti do una mano, ti ho vista disperata e io di chimica so già tutto.
A: Con i genitori medici è un po' difficile non sapere niente di materie scientifiche. –dico ovvia.
AL: Appunto, sono altruista, quindi ti aiuto.

Dopo due intense ore di studio, usciamo e andiamo al solito bar.
Ha detto che oggi vuole offrire lui, ordino il caffè, mentre lui prende la spremuta d'arancia e ripropongo la domanda di prima.
AL: Non mi andava di stare a casa di Louis con Mike e Dylan.
A: Ah, andava anche Dylan...
AL: Sì, sennò le canne chi le portava? –ridacchia.
A: Giusto.
David ci porge gentilmente ciò che abbiamo ordinato e guarda male Albert, non appena ci fa caso Albert non ci mette niente a rispondere al suo sguardo con un ironico occhiolino.
AL: Come va con Dylan?
A: Oggi l'ho trovato con Stefany in camera.
AL: E' un verme senza pudore.
A: Non ci stiamo frequentando, né lo faremo mai.
AL: Si è portato a letto mezzo istituto, è quello il suo unico obbiettivo.
A: Conosco la sua reputazione. E' come la mia, e la mia non è vera.
AL: A lui sì.
A: Non credo alle voci.
AL: Ashley, ti piace davvero uno così?
A: Ha il suo che...
AL: Lo fai per far ingelosire Louis. –afferma con sicurezza.
A: No.
AL: Non vuoi ammetterlo, ma in cuor tuo sai che è così.
Sorrido e annuisco.
Usciamo dal bar non appena Albert paga ciò che abbiamo preso e mi riporta al College con la moto.
A: Sono ancora le 21.00, non voglio ritirarmi. –mi lamento.
AL: Andiamo da Louis?
A: Non gradisce la mia presenza.
AL: Finge, un po' come te quando dici di non fare quello che fai per ripicca.
Lo spingo piano e salgo nuovamente sulla moto per andare da Louis.
Appena arriviamo, suoniamo al campanello e ci viene ad aprire tutto fatto.
Mi abbraccia forte e mi lascia entrare.
Nemmeno il tempo di togliermi la giacca che Dylan mi passa una canna.
Dice che è la quarta e la vuole smezzare con me.
Acconsento e si aggrega anche Albert.
Dopo mi porge una canna intera e mi sfida a farmela tutta da sola.
Solitamente faccio solo qualche tiro e già parto, con una intera muoio.
Accetto la sfida e dopo pochi minuti è finita anche quella.
D: Purtroppo droga finita. –ride.
Rido anche se non c'è da ridere.
Mi sdraio sul divano e mi fanno sedere, perché dicono che è pericoloso sdraiarmi in questo stato.
Non capisco niente, ma sto bene.
Mi sento leggera, leggera da tutto e tutti.
La mente è completamente vuota, sono felice.
So che è una felicità temporanea, ma fin quando c'è me la godo.
Sto ridendo da sola senza un motivo preciso, mi gira la testa e vedo tutto in modo confuso.
Gli altri ridono, ridiamo tutti.
Dopo un'oretta, connettiamo un po' di più rispetto a prima e Mike propone di giocare a obbligo o verità.
Non facciamo questo gioco dalla festa di compleanno di due anni fa di Albert, in cui un ragazza ha perso la verginità a causa di questo gioco e ha minacciato loro di denunciarli per stupro, anche se era consenziente.
Accettiamo tutti.
Io non volevo accettare, ma l'inconscio ha risposto al posto mio.
A: Sono l'unica ragazza, non vale.
D: Provvedo io.
Chiama le due papere e dopo dieci minuti contati sono già dietro la porta.
Vado ad aprire io e ridono non appena mi vedono.
S: I tuoi occhi stanno per esplodere. –ride.
A: Se non ti stai zitta ed entri, sarà un'altra cosa ad esplodere.
H: E' antipatica pure da fatta.
A: Guarda che sono fatta, non sorda.
D: Non litigate. Giochiamo.
Ci mettiamo tutti in cerchio, io mi siedo tra Mike e Louis, di fronte a me ho le due ragazze e ai lati Albert e Dylan.
Iniziamo in modo soft per poi arrivare al più difficile.
Ho già baciato tutti quelli del gruppo.
La mononucleosi a fine giornata non me la toglie nessuno.
A: Dylan limona con Louis.
D: Non ci penso proprio.
L: Che schifo.
A: Abbiamo detto che non ci si può rifiutare.
AL: Che sarà mai un bacino!
D: Tu lo dici perché sei frocio.
Albert si alza di scatto con aria di sfida e io blocco immediatamente Dylan.
Si risiede e dopo averli convinti per bene si danno questo santo bacio.
L: Ora fallo tu con Stefany.
A: Okay.
Senza pensarci, anche perché non riesco a farlo, mi avvicino e la bacio.
Dopo aver ricevuto applausi e foto, continuiamo a giocare come persone etero.
H: Dylan vai in stanza con Ashley e puoi fare quello che vuoi.
L: Perché non qui? –s'intromette.
H: Se vogliono scopare, non vogliamo assistere. –ridacchia.
Mi alzo, prendo la mano di Dylan e andiamo in camera di Louis.
Chiudiamo la porta a chiave e ci osserviamo per un po'.
Mi sbatte contro il muro, mi bacia e mi tocca il culo contemporaneamente.
Sto al gioco fin quando non inizia a sbottonarmi i pantaloni.
Gli fermo la mano e gli faccio "no" con la testa.
Mi bacia il collo, ritorna sulla bocca e poi morde il lobo.
Faccio la stessa cosa io e non appena gli mordo il lobo mi toglie la maglia di fretta.
E' palesemente arrapato.
Gli tocco il cazzo per verificare meglio e mi sorride.
Mi slaccia il reggiseno e io gli tolgo la maglia.
Gli tocco delicatamente i pettorali e gli addominali fino a scendere.
Gli sbottono i pantaloni neri e glieli tolgo con il suo aiuto.
D: Menomale hai detto "no". –mi prende in giro.
A: Non farmi cambiare idea. –sussurro all'orecchio destro.
D: Okay. –sussurra.
Mi sfila i pantaloni come stava facendo prima e poi mi toglie le mutandine nere.
Gli tolgo i boxer bianchi e li lancio dall'altra parte della stanza.
Mi prende in braccio e mi porta sul letto.
Si metto sopra di me e mi bacia intensamente le labbra, poi il collo, poi il seno, poi la pancia per poi scendere sempre più.
Prima di leccarla, mi guarda, sorride e fa quel che deve fare.
La sua lingua ha un tocco leggero ma altrettanto sensuale.
Sa giocare bene col punto G.
Dopo mi fa i ditalini, prima lenti, poi veloci e non appena aumenta il ritmo torna a baciarmi ma in maniera più sensuale e meno dolce.
Lo blocco dalle braccia e lo faccio mettere sotto, così da stare sopra.
Mi siedo sul suo cazzo senza fare troppa pressione e senza farlo entrare.
Sta soffrendo, lo so.
Gli bacio la guancia, poi il collo, poi il petto e delicatamente tocco gli addominali tracciando la loro forma.
Sono perfetti.
Bacio sensualmente dalla pancia in giù, fino ad arrivare al pene, do un bacio anche lì, poi succhio delicatamente, lecco piano piano fino a quando lui mi dice di farlo più forte.
Ci metto più grinta, succhio più forte e lo faccio venire.
E' bello vedere come una persona viene grazie a te, credo sia una delle cose più gratificanti di questa vita, ingoiare qualcosa che hai provocato tu.
Quando i preliminari ormai sono stati fatti tutti, mi metto di nuovo sotto e lascio che entri dentro.
Mi penetra con delicatezza, il suo movimento è equilibrato, lento, veloce, lento, veloce, senza rendere il tutto monotono.
Sa farlo, sa come deve muoversi e adoro i suoi modi di fare.
Ogni tanto mi morde il collo e mi penetra contemporaneamente.
A: E' il mio punto debole.
D: I morsi sul collo?
A: Sì.
D: Non dovevi dirlo Scott.
Dopo il mio errore, lo fa ripetutamente, dopo qualche secondo mi fa venire.
Orgasmo a bassa voce e a lui fa piacere, si nota dallo sguardo.
E' più o meno come quando io ho sentito il liquido attraversare la mia bocca.
Ci sistemiamo, sistemiamo la camera e facciamo come se non fosse successo niente.
Prima di uscire e andare dagli altri ci promettiamo che deve restare un segreto, ma so già che questa promessa come tante altre andrà in fumo tra qualche ora.

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