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Sono seduta accanto a Louis già da venti minuti e ancora non riesco a farlo parlare da persona sobria e ragionevole.
AL: Ashley, è meglio parlarne domani. Non è in sé. –mi fa notare.
A: Andiamo via.
Mike prende le chiavi della macchina e accompagniamo prima Louis, che si è addormentato in auto, poi accompagnano me, mi danno un bacio sulla guancia e tornano a casa anche loro.
Entro in camera e, stranamente, trovo le ragazze che dormono.
Hana si sveglia di colpo, mi sorride e richiude gli occhi.
Mi metto il mio pigiama rosa e mi infilo sotto le coperte del mio letto.
Chiudo gli occhi, ma è tutto inutile, non riesco a dormire, il pensiero di Louis mi distrae dal sonno e non riesco a non pensarci.
Se quel che ha detto Marie fosse vero, perché mai mi avrebbe lasciata?
No, è impossibile. Lui non prova più niente per me, da mesi.
Conosco Louis, me l'avrebbe detto, no?
Forse preso dall'alcool, ha detto cose che non pensava e magari Marie ha interpretato male il tutto.
Torneranno insieme, ne sono sicura.
Non posso essere io la causa della loro rottura, non avrebbe senso.
Dopo ore, riesco finalmente ad addormentarmi...

Sono in una lunga distesa di prato verde.
C'è una cascata a due passi da me.
Raggiungo la cascata impulsivamente e mi faccio il bagno.
Mi stavo togliendo i vestiti, stando sola, quando all'improvviso spunta una figura maschile.
Mi ricompongo imbarazza e rimane fermo davanti a me, con un sorriso stampato sulla faccia, uno di quei sorrisi veri, uno di quei sorrisi che emanano felicità.
Si stava per avvicinare ma viene bloccato da un altro ragazzo.
Anche lui qui?
Sono confusa.
Li raggiungo, ma non ci riesco, più mi avvicino e più si allontanano.
Provo a correre e riesco a toccare solo uno di loro.
E' strano.
L'altro è ancora lì che sorride.
DC: Sapevo avresti scelto me. –sostiene.
A: In che senso? Io non ho nessuna scelta da fare.
DC: Non vuoi ammetterlo, ma è così.
Provo ad andare verso Louis, sembra impossibile, allungo la mano e lui fa uguale, le nostre mani seppure così vicine sembrano essere distanti un kilometro.
L: Tu non mi ami. –afferma.

Mi sveglio di colpo, è stato un incubo terribile, sono tutta sudata e sconvolta.
H: Non è ancora suonata la tua sveglia. –sorride.
A: Ho fatto un brutto sogno.
H: Che hai sognato?
A: So solo che mi ha confusa.
H: Racconta, tanto Stef non uscirà per ora. –ridacchia.
A: Non voglio raccontarlo.
Preparo lo zaino e inizio a rompere le palle a Stefany, che come suo solito, sta tre ore in bagno.
Esce tutta sorridente e lascia il bagno libero.
Mi faccio una doccia veloce, l'acqua che scorre mi ricorda la cascata del sogno, così inizio ad affannarmi e rimango a fissare il vuoto per qualche secondo.
Credo nei significati nascosti presente nei sogni, ma cosa significa la presenza di David e Louis nello stesso momento?
H: Ti muovi! –urla.
Senza accorgermene, sono stata venti minuti sotto la doccia.
Non è da me.
Esco correndo, mi vesto velocemente e Stefany mi rinfaccia questi venti minuti.
A: Ho perso tempo a pensare.
S: Ti sei persa nei pensieri. –mi corregge.
Annuisco ed esco con lo zaino sulle spalle e poca, pochissima voglia di studiare.
Frequento le solite tre lezioni e poi vado in mensa, Louis oggi non l'ho visto, dubito che ci inviti a casa sua.
Infatti, in mensa trovo Albert e Mike che mangiano di fretta, seduti accanto a Dylan e Stefany.
Mi siedo anch'io col mio pranzo leggero e si ammutoliscono non appena mi avvicino.
A: Che stavate dicendo? –chiedo curiosa.
AL: Dylan pensava di dare un'altra festa stasera, domani tornano i genitori, quindi addio vida loca di Anderson. –ridacchia.
A: Finalmente.
D: Scott quando ammetterai che le mie feste ti fanno impazzire?
A: Sì, letteralmente però.
D: Dai, soprattutto quella di ieri... -dice malizioso.
Lo guardo confusa e arriva subito Stefany in suo aiuto.
S: Louis che lascia Marie per te, non capita tutti i giorni.
A: Non l'ha lasciata per me.
D: Piccola, quando capirai che Louis è innamorato di te?
A: Quando tu la smetterai di essere coglione. Quindi...mai.
AL: Vieni con noi? –sussurra.
Mi alzo e vado via con i ragazzi, prima che possa scoppiare la terza guerra mondiale.
Andiamo al bar come da routine e solo dopo che ci sediamo e ordiniamo, mi ricordo di chiedere che fine avesse fatto l'altro membro del gruppo.
M: Non sta bene.
A: Per la sbronza di ieri?
Albert fa il movimento del "no" con la testa verso Louis, e non mi rispondono.
A: Ma che avete oggi?
AL: Stasera ci sei da Dylan?
A: No, Albert, tu vai? –chiedo meravigliata.
M: C'è Cooper, non puoi mancare.
DC: Ho sentito il mio cognome. –si intromette portando i nostri caffè.
A: Stasera andrai all'ultima festa di Anderson?
DC: Sì, non è stata male l'ultima volta. –sostiene.
AL: Ashley non vuole venire. –sottolinea.
DC: E a chi darai fastidio in camera tua tutta sola?
A: Dovresti ringraziarmi, ti risparmio stasera. –rido.
DC: E' un piacere essere disturbato da te. –ammicca.
Torna al bancone col suo vassoio e mi soffermo a pensare sul da farsi.
M: Louis non ci sarà.
A: Come mai?
M: Evidentemente non si è ancora ripreso dalla sbronza. –ridacchia.
Finto il mio caffè, lascio i soldi sul tavolo ed esco da sola.
Prendo la mia macchina parcheggiata nel garage della scuola da secoli, e vado a casa di Louis senza avvisare.
Trovo la porta aperta, entro e urlo il suo nome più volte.
Non credo che sia uscito senza chiudere la porta d'ingresso.
La sua stanza è chiusa, afferro la maniglia e la porto verso il basso per aprire la porta.
Mi si blocca tutto.
E' come se il tempo si fosse fermato e insieme a lui il mio battito.
Non riesco a fare un solo movimento, dentro di me vorrei scappare, ma c'è una forza esterna che me lo impedisce.
Le gambe sono incollate al pavimento, la mano incollata alla maniglia, gli occhi bloccati sui suoi, la bocca completamente serrata e le lacrime che scendono senza averli dato il permesso.
Non voglio che mi veda così.
Anche le sue lacrime cominciano a fuoriuscire, scuoto la testa pensando fosse un sogno, ma a quanto pare è tutto vero.
Ora capisco il silenzio dei ragazzi. 

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