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Sono le 10pm.
Sono appena tornata in College, sto aspettando Cooper che vuole venirmi a trovare.
Ultimamente stiamo passando poco tempo insieme per via del lavoro e della nascita di mio fratello.
Mentre aspetto sto parlando su whatsapp con Louis.
Mi sta aggiornando su ciò che fa Brian, da ragazza, la quale sono, penserei sia solo una scusa per rivolgermi la parola, ma ignoro i miei film mentali parlandogli da perfetta sorellastra.
- Ora dorme, sono sicuro che tra un paio d'ore si svegli affamato.
- Prevedi anche il futuro adesso?
- Oh sì, prevedo anche che tornerai ad amarmi.
Visualizzo subito, ma aspetto a rispondere, non so perché a questo suo messaggio ho avuto una fitta allo stomaco e un sorriso inconsapevole immediato.
Non me lo aspettavo.
DC: Chi è la persona fortunata che riceve il tuo fantastico sorriso attraverso messaggio? –interrompe lo strano momento.
A: Brian. –mento.
Non sicuro della mia risposta, afferra il telefono e scorre le chat.
Mantengo lo sguardo preoccupato su di lui e come previsto si concentra sulla chat con Lui.
Mi guarda deluso, getta il telefono sul letto e si allontana senza dire niente.
Lo blocco dal polso e lo guardo con gli occhi lucidi alla ricerca di una parola di consolazione.
DC: Mi hai preso in giro per tutto questo tempo. –attesta. –Tu non mi ami, non mi hai mai amato. –continua a sforzo. –Ami Lui, non hai mai smesso di farlo. –conclude in lacrime.
A: Pensavo di poter andare avanti, pensavo avessi chiuso tutte le porte che gli riguardavano.
DC: Pensavi, pensavi...Pensi troppo e pensi male Scott.
A: Non avrei mai voluto ferirti, ti voglio bene, davvero. Sono stata bene in questi tre mesi, meriti molto di più di una ragazza confusa che sta ancora sotto al suo ex. –ammetto piangendo.
DC: Non dire mai più questa frase Ashley, non te lo permetto, sei una ragazza splendida. Non sono quel tipo di ragazzo che ora ti darà della troia e della stronza per aver fatto quello che hai fatto. Hai sbagliato, ma non volevi farmi soffrire, né tanto meno sapevi che il sentimento per Louis non si è mai spento. Le mie attenzioni e il mio affetto ti hanno fatto credere di averlo dimenticato e il suo ignorarti ti ha fatto pensare che tra voi non potesse esserci più niente, invece, sia tu che lui siete fottutamente innamorati, ma siete due stupidi che preferiscono fare la guerra piuttosto che l'amore, perché è la via più semplice. –dichiara nervoso e triste.
Non ho nient'altro da aggiungere, come sempre, ha capito in un minuto tutto quello che io sono riuscita a capire in tre mesi dopo tante domande e tanti dubbi irrisolti.
DC: E' vero, io ti amo, almeno credo, non posso dire con certezza se quello che provo per te è Amore, ma sono sicuro che il mio sentimento nei tuoi confronti è forte e non è Amicizia. Mi concedo difficilmente, se l'ho fatto con te è perché ci tengo e mi fido, però evidentemente non sei la ragazza giusta, è così che si dice in questi casi, no? –chiede retoricamente. –Per questo motivo, ti lascio andare, senza provare a trattenerti. –sorride a stento.
A: Ti voglio bene. –sussurro abbracciandolo.

All'uscita di David, dalla mia camera, mi stendo sul letto ancora in lacrime e chiamo mio padre per avere un po' di conforto. E' l'unico che posso trovare sveglio all'una di notte, grazie al fuso orario italiano.
Papà: Piccola, che succede?
A: Ci siamo lasciati. –dico singhiozzando.
Papà: Come mai? Mi dispiace...
A: Amo Louis. –ammetto senza giri di parole.
Papà: Louis fa parte del passato, David poteva essere il tuo futuro.
A: No, papà, tu non sei qui, non puoi vederci, ma io e Louis abbiamo un rapporto particolare, persino zia Teresa l'ha notato...
Papà: E allora cosa aspetti a dirgli tutto quello che provi?
A: Ho paura.
Papà: Se vi amate, non dovete negarvi di condividere il sentimento più bello del mondo.
A: Grazie papà, mi ha fatto bene parlarne con te.
Papà: Ti voglio bene tesoro.
Riattacco e cado in un sonno tranquillo.

E' mattina e ho invitato Albert a fare colazione con me, dato che non mi va di entrare in quel bar da sola. David mi scruta da lontano e manda la sua collega a prendere le nostre ordinazioni.
AL: Vi siete lasciati?
A: Come l'hai capito?
AL: I tuoi occhi parlano, cucciola. –sorride. –Che farai ora?
A: Per ora dedicherò un po' di tempo a me stessa. –sorrido.
Approva la mia scelta e continuiamo a fare la nostra adorata colazione.
Usciamo dal bar e decide di accompagnarmi a casa di mia madre poiché anche lui vuole conoscere mio fratello.
Appena entriamo in casa, Louis mi porge Brian, come se, se ne volesse liberare da sempre e aspettasse solo me.
A: Buongiorno Brian, oggi mi conosci da single. –alzo la voce a posta per farlo sentire a più persone possibili.
Zia Teresa: Adesso mi racconti. –ecco la prima che abbocca.
L: Vi siete lasciati? –chiede sconvolto.
AL: Non stavano bene insieme. –mi difende.
Zia Teresa: L'ho sempre pensato. –ammicca complice.
Riesco fortunatamente a cambiare argomento grazie al pianto isterico di Brian.
Probabilmente anche lui non sopporta sentire questi argomenti.
Dopo pranzo, Louis va a riposare nella sua stanza, Albert torna a casa sua accompagnato dai miei zii e io resto ancora un po' sul divano fissando il piccolo che dorme beato nel suo passeggino.
Nemmeno il tempo di dirlo, Brian scoppia a piangere e lo porto a mia madre per la poppata pomeridiana.
L: Mi sa che sulla questione cibo, ha preso da te. –dice svegliandosi con la voce del sonno.
Annuisco e ridacchio, in fondo non ha tutti i torti.
Mamma: Alla sua età mangiavi il doppio di lui. –ridacchia.
MJ: Eppure hai un bel fisico. –si complimenta.
L: Tutto merito mio e delle corse che le facevo fare alle 6 di mattina. –si vanta.
Se continuiamo a ricordare i vecchi momenti, ci scopriranno e dobbiamo raccontare loro tutta la nostra vita da piccoli innamorati con le farfalle nello stomaco.
Sembra passata una vita, quando in realtà è passato solo un anno, o qualcosa in più. 

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