39

72 2 0
                                    

Non riceve alcuna risposta a questa sua domanda.
Cambio subito argomento e poi lo tiro verso il lato opposto del backstage, ossia davanti al palco, per la chiusura del concerto e l'avvicinamento della mezzanotte.
Prepariamo i telefonini ed inizia il countdown, sono del 11.59pm. 

10, 9, 8, 7, 5, 4, 3, 2, 1...CAPODANNO.
Ed ecco i fuochi d'artificio di Seattle, sono proprio sopra di noi e di sottofondo c'è la voce energica di Ariana Grande che chiude il concerto.
L: Buon anno, piccola. –sorride.
A: Buon anno, Louis.
Tiene il braccio dietro la mia schiena fin quando finiscono i fuochi d'artificio e possiamo tornare a casa, almeno credo.
In Italia, dopo i fuochi si gioca a carte in famiglia o se stai con amici si beve con gli amici fino ad addormentarsi ubriachi.
Qui non so bene come funzioni.
Mi afferra la mano, la stringe forte e mi aiuta ad uscire da quell'ammasso di gente saltellante.
L: Ti porto in un posto, seguimi. –dice voltandosi verso di me.
Annuisco e non mi resta che seguirlo.
Scesi dall'auto ritrovo dinanzi a me una spiaggia, che non avevo mai visto sino ad ora, semplicemente perché nonostante stia da più di un anno qui, non ho mai avuto modo di visitare per bene Seattle. E tra l'altro, in estate sono sempre in Italia, quindi non ho avuto modo di godermi un po' di oceano.
Siamo soli, e non penso verrà mai qualcuno a quest'ora, a dicembre, con due fottutissimi gradi.
Fa freddissimo, ma Louis sembra aver pianificato tutto, tanto da portarsi con sé un plaid rosso.
Camminiamo sulla distesa di sabbia per un po', per poi indicarmi di sedermi in un punto preciso della spiaggia. Mi sdraio senza pensarci due volte, mi avvolge con la coperta e con le sue braccia e rimaniamo a fissare il cielo alla ricerca di risposte che ancora non abbiamo avuto.
E' il 2020, chissà cosa ci riserva questo nuovo anno, iniziato abbastanza bene.
Il vento che soffia tra i capelli, il plaid natalizio che ci avvolge, tenendoci al "caldo", le sue braccia che mi proteggono da qualsiasi cosa, il rumore delle onde dell'oceano e il profumo di mare che entra nelle narici.
E' una sensazione bellissima e non pensavo di provarla con accanto il mio ex.
Sto bene ed è questo che conta.
Posiamo lo sguardo, uno su quello dell'altro, contemporaneamente, e ci spunta un sorriso sincero e bellissimo, mi fa l'occhiolino per poi riprendere a guardare il cielo.
Dopo qualche minuto, riprendono i fuochi d'artificio e visti da qui sono ancora più belli.
L: Sto bene con te. –ammette.
Sorrido e annuisco.
L: Ash, posso chiederti una cosa? –chiede lasciando lo sguardo verso l'alto.
A: Dimmi.
Non rovinare tutto, non rovinare tutto, non rovinare tutto.
L: Tu, cosa provi per me in questo momento? –chiede senza un minimo di vergogna.
Perché fare una domanda, per il quale si conosce già la risposta?
A: Non roviniamo tutto, godiamoci il momento. –affermo sorridendogli.
Annuisce e mi stringe ancora di più a sé.
Poggia la sua testa, sulla mia e mi lascia un dolce bacio sulla fronte.
Finiti i fuochi d'artificio, mi alzo di scatto, facendolo spaventare e ridacchiando lo invito ad alzarsi.
L: Mi fai paura.
Ho sempre avuto solo idee pazze e lui lo sa, questo implica che già sa cosa voglio fare.
Si alza e mi guarda preoccupato, facendo "no" con l'indice prima che io pronunciassi qualunque cosa.
A: Ti fidi di me? –gli propongo la domanda che mi ha fatto lui due volte in una giornata.
L: Sì. –risponde sicuro.
A: Carpe Diem, Louis Jones. –sorrido.
Annuisce, gli prendo la mano e lo porto correndo verso il mare.
Tolgo il cappotto, lo lancio per terra e faccio lo stesso col suo.
L: Ci congeleremo, come nel Titanic.
A: Tu sei il mio Jack, io la tua Rose, ci stai?
Ci pensa un attimo, guarda il mio sorriso supplicante e poi finalmente dà la risposta che volevo.
L: Ci sto.
Mi tolgo prima i pantaloni, soffrendo in silenzio toglie i suoi, poi sfilo il maglioncino e sono ufficialmente morente. Lui aspetta un po' a togliersi la camicia, così senza pensarci due volte, gliela sbottono io e il suo sguardo è compiaciuto, forse è quello che voleva.
L: Vuoi stuprarmi anche sulla spiaggia al freddo e al gelo? –mi provoca.
A: Andiamo coglione. –ridacchio.
I suoi addominali si irrigidiscono, la pelle d'oca aumenta e i peli, anche quelli che non esistono, si alzano.
Entriamo nell'acqua mano nella mano, ammetto che stiamo per fare una grande stronza, probabilmente domani avremo la broncopolmonite, ma ne vale la pena.
Una volta immersi, mi esce un urlo spontaneo che provoca in lui una grande e infinita risata.
Mi prende dai fianchi e mi prende in braccio come un koala.
Ci guardiamo intensamente negli occhi e poi scatta il bacio che stavo aspettando.
Riprendiamo a guardarci e a sorriderci a vicenda senza dire una sola parola.
L: Io...-accenna.
Porto il mio indice sulla sua bocca e blocco la frase che stava per affermare.
Ribadisco che non voglio rovinare questo momento magico ed ogni frase fuori posto potrebbe far accadere l'inimmaginabile.
Passati alcuni minuti, usciamo, raccogliamo le nostre cose, ci vestiamo e ci avviamo verso la macchina per tornare a casa prima di prendere troppo freddo.
Ridiamo per tutto il tempo e questa spensieratezza mi solleva.
Arrivati a casa, fradici, senza fare troppo caos, mi lavo prima io e mi asciugo per bene e poi Louis.
Sfortunatamente, il piccolo Jones, scoppia a piangere e sveglia mia madre che lo allatta sbuffando.
Mi affaccio per controllare la situazione e saluto con la manina sia Mark che mamma.
MJ: Com'è andato il concerto?
A: Alla grande!
MJ: Mi fa piacere che tu ti sia divertita con mio figlio, sono felice che si stia creando un vero rapporto di fratellanza tra voi. –sorride.
A: Già. –sorrido.
Mi ritiro nella mia stanza e trovo Louis seduto sul mio letto che se la ride con una mia foto in mano.
La prendo di prepotenza per vedere di che si tratta, ed è una foto di me, quando avevo 5 anni, insieme a mio padre. La mia faccia è scocciata e arrabbiata allo stesso tempo, mamma mi ha raccontato che non amavo essere fotografata, come adesso.
Nonostante questa non sia ufficialmente la mia stanza, mamma mi ha permesso di arredarla come meglio credo, per questo motivo ci sono delle mie foto in giro per la stanza.
L: Eri davvero buffa. –afferma ridendo.
A: Lo so. –alzo gli occhi al cielo.
L: Però sei sempre stata bellissima. –sorride mantenendo lo sguardo sulla foto.
Arrossisco e mi sorride affettuosamente.

Te O...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora