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Una settimana dopo...

In quest'ultima settimana appena passata, Marie ha trascorso la maggior parte del tempo con me, Louis, David ed Albert.
David ci tiene particolarmente a lei e ancora devo capire il motivo, mi puzza un po'.
Oggi è il suo compleanno e ha intenzione di festeggiare in discoteca.

-Spero ci sarai al mio compleanno stasera. –mi scrive la rossa.

- Certo. Alle 23:30 io e Louis siamo lì. –rispondo subito.

Cala la sera, Louis rientra dal lavoro stanco e i nostri genitori escono con Brian senza nemmeno avvisare.
Siamo soli e probabilmente aspettavamo questo momento da troppo tempo.
Si siede accanto a me sul divano e rimane imbambolato a guardarmi.

A: Che succede?
L: Zitta e baciami.

Obbedisco e parte una limonata intensa.
La sua mano dal viso scende sempre più fino ad arrivare vicino l'inguine.
Stacco le mie labbra, gli sorrido e gli faccio capire che ne ho voglia anche io.
Mi toglie la maglia, lecca il seno e lo palpa con forza, si toglie anche lui la camicia blu scuro, che indossa, mi bacia di nuovo e mentre ci baciamo gli slaccio i jeans e lui mi toglie il pantalone della tuta.
Mi guarda intensamente, mi sorride e senza dire una parola scende portando la sua bocca sulla mia patata e leccandola prima piano e poi forte.
I miei gemiti lo rendono felice ed orgoglioso e questo lo gasa.
Mi fa sdraiare sotto di lui, mi bacia il collo, si toglie i boxer e dopo qualche ditalino, è il momento della penetrazione.
Fa entrare il suo pene, piano piano per poi metterci più energia, questo causa un orgasmo sin troppo forte e scoppiamo a ridere entrambi pensando ai nostri vicini di casa.
Dopo un po' esce da dentro di me delicatamente e inizia a giocare col clitoride, trovando il mio punto G che provoca gemiti e orgasmi continui e sempre più forti.
Ad ogni mio orgasmo c'è un suo sorriso.
Dopo di che, si alza, io mi piego e gli faccio un pompino accompagnato da una sega.
Sentire i suoi gemiti e la sua faccia che gode, mi fa sentire soddisfatta, così continuo fin quando non viene dentro la mia bocca, non appena sento il liquido caldo e dolciastro nella mia bocca, ingoio e mi stacco finendo il tutto con un sorriso e dei dolci grattini alle braccia.
L: Sei bellissima. –afferma.
Sorrido e annuisco.
L: Promettimi che sarà così sempre.
A: Te lo garantisco.
Mi ricordo quando Louis Jones era solo uno stupido bullo apatico e ora è diventato il principe azzurro che ogni ragazza sogna ma che solo io posso avere.

Arrivano le 23:30 e siamo davanti la discoteca, io con un vestitino nero e un paio di stivali altrettanto neri, Marie invece, con un vestito rosso appariscente e le decolté nere.
Non si stanca con i tacchi?
Louis mi prende la mano appena facciamo ingresso in pista, David prende Marie in segno di protezione e questo suo atteggiamento rende Albert particolarmente geloso.
A: Sono amici. –gli sussurro.
AL: Lo so, però guardali...
A: Tu sei un ragazzo d'oro, lei è una puttanella da quattro soldi, non c'è paragone.
AL: Perché mi difendi dopo averti trattato male da quando sto con Cooper?
A: Perché sei il mio migliore amico e sei importante. Le stronzate si fanno sempre.
AL: Ti voglio bene. –sorride.
A: Anch'io.
Dopo questa breve conversazione spingo Albert verso David e Marie, mentre io e Louis ce ne stiamo per conto nostro a ballare tranquilli.
Ad un certo punto, David ed Albert vengono vicini a noi, mentre Marie se ne sta tutta sola con un ragazzo sconosciuto.
DC: Ha abbordato. –ridacchia. –Ma infondo...Come resisterle?
AL: Perché non vai da lei allora?
DC: Non sarai mica geloso della mia migliore amica?

L: Magari se eviti di ignorare il tuo ragazzo per lei, non provochi gelosia inutile in Albert.
DC: Inutile?
L: Sì, perché Marie non starebbe mai con uno come te.
DC: E a te chi lo dice? Sei troppo convinto che tu sei meglio di me.
Louis si limita a ridacchiare e riprendiamo a ballare non appena Marie ritorna da noi.
MD: Solo un pompino nel bagno. –ci informa.
A: Non volevamo saperlo.
MD: Sono ubriaca, non so nemmeno cosa voglio io. –ride.
Sta fingendo, si vede lontano un miglio, ma nonostante questo Louis la aiuta a sedersi e le prende un bicchiere d'acqua e qualcosa di salato.
A: Sta fingendo. –dico cattiva.
L: Non vedere sempre del marcio in Marie.
Non rispondo e ritorno a ballare ignorando la scena da perfetti amichetti.
DC: Preferisci tornare a casa?
A: No. –dico turbata.
DC: Ti accompagno? –insiste.
A: Ho detto no. –mi altero.
Si allontana andando da Albert che è seduto accanto a Marie e io rimango ufficialmente sola accerchiata da cani in calore, così decido di andarmene senza avvisare.
Chiamo un taxi e torno finalmente a casa.
Arrivata a casa ricevo una decina di telefonate da Louis ed Albert al quale non rispondo.
Questa volta ha esagerato, Marie mi ha stancato.

E' mattina.
Louis è sdraiato accanto a me nel letto, non so come e perché.
L: Buongiorno cogliona. –sorride.
A: Che ci fai nel mio letto?
L: Mi hai fatto preoccupare.
A: Ok e chi ti ha dato l'autorizzazione di dormire con me?
L: Siamo fidanzati, serve il permesso?
A: Da quando il fidanzato lascia da sola la sua fidanzata nel bel mezzo della discoteca? Da quando il fidanzato preferisce curare una finta ubriaca che crea solo problemi, piuttosto che stare con la sua fidanzata? E' venuto persino David da me, voleva portarmi a casa.
L: E' con lui che te ne sei andata?
A: No. Lui era con voi quando me ne sono andata. Ho rifiutato la sua proposta.
L: Quando sei sparita tu, David era andato in bagno e non è mai tornato, ho pensato fosse una scusa.
A: Lo chiamavate.
L: L'abbiamo fatto e ci ha detto di essere andato a casa.
A: Sono tornata in taxi. –puntualizzo.
L: Sono stato una merda, scusami.
A: Lo sei. –dico alzandomi dal letto e togliendo il suo braccio intorno al mio bacino.

Stavo facendo colazione, quando ricevo una telefonata da un numero telefonico italiano.
Perché mi chiamano dall'Italia?
Rispondo.
E' Gabriele Rossi.
Appena chiudo la telefonata, Louis rimane a fissarmi con sguardo interrogativo, stessa cosa mia mamma.

A: Ma oggi non lavorate?
L: No.
Mamma: Chi era?
A: Nessuno d'importante. –rispondo poco convinta.
L: Diventi rossa quando parli con nessuno d'importante?
Non rispondo e vado a fare due passi da sola.
Devo pensare a ciò che mi è stato detto e devo prendere una decisione.
Mi ha dato 24 ore di tempo.
Sono pochissime per una come me.

-Ti lascio qui l'allegato con la trama del film e la descrizione del tuo personaggio. Ho scritto questo personaggio pensando a te, quindi riflettici cento volte prima di dirmi di NO. –mi scrive Gabriele.
E' diventato regista e io pensavo facesse il fattorino delle pizze come lavoro principale.

Le opzioni sarebbero due:

1. Accettare il lavoro di attrice protagonista in Italia e lasciare la mia vita americana e soprattutto lasciare la persona che amo lontano da me.

2. Rifiutare il lavoro, seguire il mio cuore e coltivare l'amore che provo per Louis trovandomi un lavoro a Seattle che non corrisponde al mio sogno.

Da sola non riuscirei mai a prendere una decisione.
Caro lettore, chi meglio di te può fare la scelta giusta, anche se non esistono scelte giuste o scelte sbagliate, perché nessuno di noi due sa cos'ha in riservo per me il futuro né in un caso né nell'altro caso. Scegli tu per me, 1 o 2? Metti una X e in base alla tua scelta continua a leggere seguendo questa piccola regola: Se hai preso la prima scelta, la più difficile, leggi i capitoli 48-49-50. Se, al contrario, prendi la seconda scelta, leggi i capitoli 51-52-53. Scopriamo insieme il finale della mia vita sentimentale e privata.


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