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Siamo appena atterrati a Seattle, c'è Mark, il papà di Louis che ci aspetta felice con il suo macchinone.
Arrivati a casa, saluto il piccolo che è felice di vederci, giochiamo un po' con Brian e poi chiamiamo i nostri amici per sapere se vogliono uscire stasera.
D: Ehi amico, dobbiamo andare a mangiare al sushi con la mia ragazza, David e Albert, vi unite?
L: D'accordo, alle 21 al sushi.
D: A stasera.
Chiude il telefono e rimango pensierosa per un po'.
A: E' strano che David esca con loro, no?
L: Sì, lo è. Forse vogliono provare a fare amicizia...-dice poco sicuro di quello che stesse affermando.
Faccio spallucce e riprendo a giocare con mio fratello che in questo momento ha bisogno di tutte le attenzioni del mondo.
Bussano alla porta della stanza, lasciamo entrare ed è il papà di Louis con due bicchieri di coca cola e delle ciotole di patatine.
MJ: Ho pensato di ritrovarvi affamati dopo il volo.
A: Grazie. –sorrido.
MJ: A giugno vi laureate, giusto?
A: Sì, perché?
MJ: Dobbiamo organizzare la festa!
A: Oh...no, non voglio nessuna festa.
L: Festeggiamo insieme amore.
A: Non mi va, vengo alla tua festa.
MJ: Sapete la data?
A: Io il 19 giugno, lui il 12.
MJ: Bene, mi metto all'opera. –dice ammiccando.
Appena sentiamo sbattere la porta, ecco che parte l'interrogatorio di Louis.
L: Come mai non vuoi festeggiare? E' un evento importante, ti devo ricordare chi è Ashley Scott?
A: Ti devo ricordare dove andavo io in quel periodo? Ti devo ricordare con chi ero?
L: Tuo padre sicuramente vuole vederti felice quel giorno.
A: Sono felice anche senza una stupida festa di ragazzini in calore.
L: Come vuoi. –dice andando via.
Quando non vuole litigare mi lascia sola senza aggiungere una sola parola.
Da una parte fa bene, dall'altra no, perché io ho tanto bisogno di lui, in qualsiasi momento.
L: Sono le 20:30, hai mezz'ora per prepararti. –afferma con tono nervoso.
Mi preparo velocemente, metto un vestitino nero scollato dietro e un paio di Converse bordeaux e andiamo alla macchina.
A: Mi terrai il muso ancora per tanto tempo?
L: No, è tutto okay.
Entriamo al ristorante dove ci sono già gli altri seduti al tavolo, non appena ci vedono si alzano tutti contenti per salutarci e ricevo l'abbraccio anche da colui che prova odio nei miei confronti senza un reale motivo.
DC: Mi dispiace. –sussurra.
Annuisco e prendo il mio posto a tavola.
Tempo due minuti e so già cosa ordinare, adoro il sushi.

DC: Cosa farete dopo la laurea?
S: Ho intenzioni di specializzarmi in management a New York. –risponde sicura.
D: Lavoro nell'azienda dei miei zii.
DC: Quale ruolo? Lava vetri? –chiede cattivo.
D: Sei venuto qui per litigare o per fare amicizia?
DC: Hai ragione.
AL: Wedding Planner. –sorride.
S: Adoro, poi organizzi il mio matrimonio! –urla con gli occhi a cuoricino.
DC: Louis, tu immagino nell'azienda di tuo padre...invece, tu Ash? –chiede curioso.
A: Non lo so. –arrossisco.
Non mi aspettavo tutta questa determinazione nelle loro risposte.
L: Può sempre decidere di lavorare con noi. –sorride.
A: Ci sto pensando. –sorrido.
DC: Oppure torni in Italia...No?
AL: Smettila. –dice cattivo.
Lo ringrazio sussurrando e David finalmente la smette di mettermi a disagio.
Sa benissimo che dopo gli studi sono nella merda.
Non capisco perché si stia comportando così, è lui che è voluto venire con noi,non è stato obbligato.
Dopo aver mangiato tutti i sushi esistenti nel menu, torniamo a casa e Louisresta in camera mia per un po'.
Ci cambiamo, ci stendiamo sul letto silenziosamente e poggio la mia testa sulsuo petto mentre lui mi accarezza dolcemente i capelli.
L: Come ti senti?
A: Con te sto bene.
Porta il viso vicino al mio e mi bacia appassionatamente.
Dopo di che, mi tocca delicatamente la figa facendomi salire i brividi un po'ovunque, mi bacia il collo come solo lui sa fare per poi mordermi il lobo edare il via a quello di cui avevamo bisogno.
Gli tocco piano le parti basse, mi sorride e continua a baciarmi.
Mi toglie la maglia, mi sbottona il reggiseno e lecca i capezzoli per qualchesecondo.
Mi bacia dalla pancia alla guancia e poi ritorna sulle labbra, dove gli infilola lingua con prepotenza sin da subito.
Gli abbasso i pantaloni e i boxer, afferro il pene e comincio con un movimentolento ma costante della mano, dopo un po' accelero sempre di più facendologodere, me ne accorgo da come anche il ritmo della sua lingua nella mia boccaaumenta.
Mi mette sotto di lui, mi sfila i pantaloncini e le mutandine e infila il suoamico nella mia amica.
Mantiene un ritmo costante fin quando io non gli chiedo di aumentare lavelocità perché sto venendo e ne ho bisogno.
Mi sorride e lo fa.
L: Ti amo.
A: Anche io.
Si siede accanto a me, mi metto in una posizione abbastanza comoda per fargliil pompino ed inizio a giocare con la cappella per poi metterlo in bocca esucchiare.
Dopo che viene, finiamo con un grande sorriso e riposiamo abbracciati.
L: Sei fantastica.

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