Sono in camera distrutta psicologicamente, invece di essere felice per aver superato l'esame.
Sono stata usata, mi hanno scambiato per giocattolo da utilizzare per divertimento.
In tutto questo io e Louis eravamo gli unici a non sapere niente.
Che schifo.
Papà sta provando a contattarmi più volte, ma non ho nessuna voglia di festeggiare il 30 dell'esame.
Lo richiamo più tardi.
Voglio stare sola.
Bussano alla porta, lascio entrare ed è il rettore del College.
Preside Anderson: Signorina Scott, come sta?
A: Tutto bene, a cosa devo la sua visita?
Preside Anderson: Ha una nuova compagna di stanza. Stefany è stata spostata.
A: Bene. –sorrido.
Entra la nuova compagna di stanza, ed esce lui.
B: Ciao, piacere Barbara! –esclama felice.
A: Ashley. –sorrido a sforzo.
Lascio che si sistemi e vado al bar da sola.
Mi siedo al solito tavolo e David mi raggiunge a passo svelto.
DC: Come stai?
A: Mi porti la cioccolata calda con la panna?
DC: Va bene.
Torna in cucina e mi prepara la mia cioccolata.
Odio quando mi chiedono come sto anche se sanno già la risposta.
Fate più bella figura a non dire niente.
Mi serve la cioccolata calda e la sorseggio lentamente perché è bollente.
Pensavo di stare tranquilla, quando entrano i ragazzi, che non appena mi vedono mi raggiungono e mi salutano con degli abbraccia affettuosi, non ricambiati.
L: Ashley noi non ti abbiamo fatto niente.
A: Lo so.
AL: Allora perché non ci rivolgi la parola?
A: Ve la sto rivolgendo.
AL: In modo acido.
A: Non sto ancora benissimo, permettete? –mi altero.
Mi alzo arrabbiata, vado a pagare ed esco, vengo inseguita da David, che come sempre, non ama lasciarmi in pace.
Gli chiedo più volte di lasciarmi sola, ma non ascolta.
Mi prende la mano e mi invita a seguirlo.
A: L'ultima volta che ho accettato un invito simile, faceva parte di uno stupido gioco.
DC: Ho saputo. –afferma desolato.
A: Sono stati bravi, eh?
DC: Sono stati coglioni. –mi corregge.
Mi porta in macchina e mi trascina da qualche parte, non so dove.
Dopo un bel po', parcheggia e arriviamo al Seattle Center.
Ci sono stata una sola volta da quando mi sono trasferita.
E' stupendo.
Sorrido inconsciamente e metto una storia su instagram.
DC: Goditi il momento, i tuoi followers non devono per forza sapere cosa fai e dove vai.
A: Mi piace fermare i ricordi.
Alla mia affermazione, sorride e iniziamo a passeggiare per il centro artistico di questa meravigliosa città.
Spengo internet e smetto di pubblicare qualsiasi movimento.
A: Grazie. –sussurro guardandolo negli occhi.
Non risponde e continuiamo a guardarci intorno senza aggiungere nulla.
Ci godiamo il tutto, in silenzio.
A: Ci sediamo? –propongo stanca.
DC: Come sei vecchia! –mi prende in giro.
Ci sediamo e iniziamo a parlare di qualsiasi cosa.
DC: Ma quindi sei italiana? –chiede curioso.
Mi piace quando le persone chiedono delle curiosità sulla mia vita privata o la mia autobiografia.
Ovviamente, sempre mantenendo la privacy.
A: Metà americana e metà italiana. –ridacchio. –Mio padre è di Seattle, ha studiato nel mio stesso College, solo che lui faceva economia. Mentre, mia madre è italiana, di Milano, precisamente. –concludo.
DC: Quindi tuo padre si è trasferito a Milano per amore?
A: Sì, mia madre era a Seattle in vacanza quando ha conosciuto mio padre. C'è stato un colpo di fulmine tra loro, anche se inizialmente papà non voleva ammetterlo.
DC: Ecco da chi hai preso! –mi prende in giro.
A: E' vero, ho preso molto da papà. –sorrido. –Fortunatamente. –aggiungo.
DC: Non vai d'accordo con tua madre? –azzarda a chiedere.
A: Prima che ci lasciasse sì. –sospiro. –Non è morta eh! Ha preferito creare un'altra famiglia, con un altro uomo. Probabilmente pensa di stare in The Sims.
DC: Magari si è accorta di non amare più tuo padre come prima...-ipotizza.
A: Può essere, ora lei è a Parma, un'altra città del Nord Italia.
DC: E tuo padre? Da solo?
A: Sì, lui ama ancora mia mamma. Non vuole tornare a Seattle perché significherebbe ricominciare tutto da capo, non è quello che vuole. I tuoi genitori vivono qui?
DC: Sì, infatti, vivo ancora con loro. Sono due rompi palle! –scherza.
A: Come tutti i genitori. –rido.
DC: Come se non bastasse, ho anche una sorellina di 3 anni, Belle.
A: Voglio assolutamente conoscerla!
DC: Tra un po' finisce il corso di danza, ti va di venire con-
A: Cento volte sì. –rispondo interrompendolo.
Andiamo verso la macchina e andiamo a prendere la sorellina da scuola di danza.
Non è lontanissimo da qui.
BC: Fratellone! –urla saltandogli addosso.
La prende in braccio e le fa fare un giro, facendola ridere fortissimo.
Appena scende, mi nota subito e guarda malizioso il fratello.
Mi presento dolcemente e mi chiede subito se fossi la sua fidanzata.
Rispondo negativamente e ci rimane un po' male.
BC: Sei bellissima, mi sarebbe piaciuto averti come sorella adottiva.
DC: Per lei, le mie fidanzate sono sue sorelle. –mi spiega.
A: Anche tu sei stupenda.
Arrossisce, mi stringe la mano e ci dirigiamo così verso l'auto di David.
Arrivati davanti al College, mi saluta dispiaciuta e le lascio un dolce bacio sulla guancia, stessa cosa faccio col fratello.
Andando verso la mia stanza, incontro Louis che mi blocca immediatamente.
L: Stai davvero uscendo con Cooper?
A: Ho passato una bella giornata. –sostengo.
L: Io ero preoccupato per te, e tu che fai? Esci con quello sfigato...
A: Oltre ad essere sfigato, come dici tu, è anche molto bravo.
L: Sembri Albert quando lo difendi...
A: Louis, sono libera di uscire con chi voglio, non sei mio padre.
Con questa mia affermazione, si allontana deluso e mi lascia tornare in camera.
La parte più bella della giornata è stata con David, peccato che la felicità dura troppo poco.
B: Sono le 22:00, pensi di tornare ogni sera a quest'ora?
A: Ascoltami tesoro, se vuoi parlare con me, abbassi i toni.
B: Rispondi alla mia domanda.
Questa Barbara non ha capito con chi ha a che fare.
Non le rispondo e mi stendo sul letto.
Intanto lei rimane a fissarmi, con quegli occhi neri perfettamente abbinati ai capelli, in attesa di una risposta.
A: Ti piace il nero? –cambio argomento.
Ha il pigiama nero, lo zaino nero, i quaderni neri, tutto praticamente nero a parte la carnagione della sua pelle.
B: Mi piace ricevere risposte.
A: Sei capitata con la coinquilina sbagliata, non ascolto gli ordini.
B: E' una semplice domanda.
A: A volte torno anche più tardi mammina. –rispondo con la vocina scherzosa.
Infastidita, si copre con le coperte, altrettanto nere, e si addormenta in un attimo.
Se ne va una rompi coglioni e ne viene un'altra.
Persone normali, no? Sempre se esistono.
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Te O...?
ChickLit*COMPLETA* Ashley Scott, una ragazza ventenne con una pessima reputazione, ma sempre pronta a difendere sé stessa e gli altri. Non ha paura di niente e di nessuno e si fa rispettare, anche se in modo sbagliato. Trascorre le sue giornate con i suoi t...