Si avvicina per baciarmi, lo blocco mettendo la mano sul suo petto e girando il capo verso sinistra.
Mi guarda interrogativo e continuo a non dirgli niente, voglio che sia lui a parlare.
L: Che è successo Ashley?
A: Due amici non si baciano. –affermo.
L: Sai benissimo che siamo più di questo...
Ritenta ad avvicinarsi, ma fallisce grazie alla mia mano.
L: Cos'è cambiato da ieri? –chiede confuso.
A: Con chi stavi parlando? –chiedo schietta.
L: Origli pure adesso? –ridacchia.
A: Louis, non deviare. –sospiro. –rispondimi.
L: Ho sempre amato la tua gelosia.
A: Jones, sai rovinare ogni cosa.
Mi alzo, me ne vado e mi lascia superare la porta senza nemmeno provare a fermarmi.
Chiamo Albert in lacrime, che come suo solito, si rende disponibile e mi viene a prendere con la macchina.
Lo aspetto fuori, nonostante stia congelando e fortunatamente dopo una decina di minuti è qui.
AL: Che succede? –chiede guidando senza meta.
A: Sempre lui...
AL: Vi volete, non capisco perché dovete rendere difficile una situazione facilissima.
A: Non gli sono mai piaciute le situazioni semplici.
Annuisce e parcheggia fuori dal solito bar.
Avrei proprio bisogno di una buona camomilla.
C'è anche David e non come cameriere, bensì come cliente, è in compagnia di due ragazzi tamarri che non conosco.
AL: Devi sapere una cosa...-mi avverte preoccupato.
A: Dimmi. –rispondo altrettanto preoccupata.
AL: Te lo avrei detto domani, non volevo rovinarti il Natale.
A: Dimmi. –ribadisco.
AL: Louis parla con Marie.
A: Quindi è con lei che parlava oggi...-sostengo.
AL: Sicuramente, parlano tutti i giorni, o quasi, telefonicamente. Lei dice di essere innamorata di lui. –ci tiene a sottolineare.
A: E lui?
M: Anche voi qui? –ci interrompe urlando.
E' con Louis.
Questo vuol dire che non possiamo più continuare il nostro discorso.
Si siedono accanto a noi, ordiniamo da bere alla cameriera cotta di Louis.
La solita cameriera che sorride solo a lui e che fulmina me.
Mantengo lo sguardo su Albert, senza nemmeno provare a rivolgerlo a Louis.
Manteniamo un silenzio imbarazzante, fin quando la cameriera non lo interrompe provando a fare carte con Louis.
L: Sono fidanzato, puoi evitare di corteggiarmi? –chiede acido.
X: Scusa. –sussurra.
AL: Potevi dirglielo con modi più carini...
L: Ho mai avuto modi carini con tutti?
M: Non discutete, è Natale... Piuttosto, Ash che hai?
AL: Brian la stressa. –mi salva.
Mike ridacchia, mentre Louis abbassa lo sguardo sul suo frappè al cioccolato.
A: Quindi ora nel gruppo siete tutti fidanzati a parte io. –sostengo con un finto sorriso.
L: Non sono davvero fidanzato.
M: Quasi. –aggiunge.
A: Bene.
Finisco di bere la mia camomilla, vado a salutare David che mi intrattiene per un po' a parlare e poi ritorno a casa accompagnata da Albert.
A: Hai una domanda in sospeso.
AL: Lui ama te, lo sai. –sorride.
A: Stronzate a parte, Albert, che intenzioni ha?
AL: Non me l'ha detto... Prova a parlarne con lui. –mi consiglia.
Entro in casa, raggiungo la mia stanza, che si trova accanto a quella di Louis, mi stendo sul letto e inizio a ripercorrere, con la mente, tutto ciò che abbiamo vissuto in un anno e mezzo, insieme.
Quando eravamo noi, e non Louis e Ashley.
Quando, se ci chiedevano di uscire le risposte erano "noi ci siamo.", e non "io ci sono.". Abbiamo condiviso tanto e ora si sta distruggendo ogni cosa.
Sento il mondo cadermi addosso.
Perché quando sembra andare tutto bene, c'è sempre qualcosa o qualcuno che riesce a rovinare la bella atmosfera?
A distogliermi dai pensieri, è mia zia Teresa, che è qui per il cenone di Natale.
Entra in camera, con un grande sorriso e con in braccio Brian.
Zia Teresa: Guarda un po' chi ti ho portato!
Faccio spazio sul mio letto e li faccio accomodare accanto a me.
Non enuncio niente con la mia bocca, solamente dei finti sorrisi verso Brian.
Probabilmente, avrei preferito passarlo da sola con papà il Natale, piuttosto che giù di morale per un coglione.
Zia Teresa: Non devi stare male fin quando non hai la certezza che sia come dici tu.
A: L'ho avuta, parla con la sua recente ex.
Zia Teresa: Non l'aveva lasciata per te?-chiede confusa- Magari sono solo amici.
A: O magari no. –sorrido in modo palesemente falso.
Zia viene chiamata da mamma per preparare da mangiare e lascia a me il piccolo, così da non pensare al fratellastro.
A: Spero che il fratellastro cattivo non torni per ora. –sbuffo. –Peccato che tu ancora non parli, lo prenderemmo in giro, avremmo potuto organizzare delle vendette...-sorrido spontaneamente. – Mi fai un strano effetto, sai? –prendo una pausa. – E' come se stare con te, significasse, spegnere tutto quello che c'è intorno. –sorrido ancora.
Sento un piccolo "nghe", lo imito per più volte e non appena alzo la testa, mi ritrovo Louis sulla soglia della porta.
Sorride, forse inconsciamente, mantenendo lo sguardo su di me.
L: Sei buffa. –afferma senza che nessuno lo abbia interpellato.
Annuisco e continuo a giocare con mio fratello.
L: Brian non mi piace l'effetto che provochi su tua sorella, sono geloso. –ridacchia. – Ignora me, per giocare con te. –conclude avvicinandosi.
A: Forse perché lui, queste attenzioni se le merita.
L: A proposito di questo...Non so cosa tu abbia saputo o capito, ma io non voglio nessuna.
A: Bene.
Mi alzo, porto Brian in salone, lo cedo al papà e mi siedo a tavola per mangiare.
Appena divoriamo tutto, mi fa cenno di seguirlo nella sua stanza.
Obbedisco, ma rimango sulla soglia della porta a sentire cosa vuole dirmi.
L: Non voglio perderti, non di nuovo.
A: Il problema è proprio questo, Louis, tu non mi hai mai persa, non sai cosa significa perdere una persona a cui tieni e probabilmente è arrivato il momento, per te, di capirlo e a quel punto io per te sarò solo uno splendido ricordo e tu per me un fottuto incubo. –dico cattiva.
L: Che cazzo stai dicendo? –si altera.
A: Sono stanca di stare male per te, sono stanca di darti tanto per ricevere il nulla, sono stanca.
L: E' vero parlo con Marie, ma in amicizia, le piaccio ancora e la distanza la sta distruggendo, le mie telefonate la rendono felice, mi comporto da amico. –prende fiato. –L'avrei fatto anche con te, ma tu non hai mai avuto bisogno di me. –dice con le lacrime agli occhi.
A: Io ho bisogno di te, ora. –sbraito.
Chiudo la porta così tanto energicamente che lo sentono anche i vicini e torno nella mia stanza, cercando di dormire e non pensarci più.
Lo sfogo mi è servito a liberarmi da ogni pensiero, quindi spero di addormentarmi.
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Te O...?
ChickLit*COMPLETA* Ashley Scott, una ragazza ventenne con una pessima reputazione, ma sempre pronta a difendere sé stessa e gli altri. Non ha paura di niente e di nessuno e si fa rispettare, anche se in modo sbagliato. Trascorre le sue giornate con i suoi t...