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Vengo svegliata dall'infermiera che deve cambiare la flebo a mamma e la prima cosa che mi viene spontaneamente di fare, è controllare Brian.
Dorme come un angioletto, nei film, solitamente, i mocciosi si svegliano durante la notte per la poppata, lui no.
Mamma: Si sentono i 39 anni, non è stato come quando sei nata tu. –mi dice.
A: Avevi 18 anni, eri una ragazzina piena di energie. –ridacchio.
Mamma: Mi stai dando della vecchia?
Scuoto la testa e scoppiamo a ridere davanti all'infermiera che ci guarda sorridendo.
Esce dalla stanza, il piccolo apre gli occhi e inizia a lamentarsi, così lo prendo subito e lo porto a mia madre.
Si sistema per l'allettamento e il bimbo divora tutto il latte all'interno del seno destro.
L: Buongiorno, vi ho portato due cornetti. –sorride.
Mi mancava la sua gentilezza nei miei confronti.
A: Grazie. –dico afferrando il mio cornetto.
Mamma porge Brian tra le braccia di Louis che si sta cagando letteralmente sotto e divora il suo cornetto alla crema.
A: Louis, siediti, è più facile. –ridacchio.
Gli cedo il mio posto e lo vedo più rilassato.
Brian scoppia a piangere, senza un motivo preciso, Louis spalanca gli occhi e prova a tranquillizzarlo con scarsi risultati.
Mia madre si alza, si avvicina a Brian col ciuccio ed è finalmente tranquillo.
Dopo un po' si aggiungono anche zio Tom e Mark che riempiono di baci Brian e lo strappano via da Louis, ci rimane male e fa il finto offeso, lo abbraccio scherzosamente e non ricambia.
Le sue braccia rimangono ben salde, nessuno sforzo per allungarle verso di me, nemmeno finto.
MJ: Ho chiesto un giorno a lavoro, Ash se vuoi puoi andare a riposare, ci sono io qui.
Zio Tom: Io vado a lavorare, ti accompagno?
A: Ho la macchina qui fuori. Grazie lo stesso.
L: Vengo con te, non si sa mai. Sei stanca, non vorrei averti sulla coscienza. –ironizza.
Saliti in macchina, mi fissa per tutto il tempo senza dire nemmeno una parola, quindi sono io a interrompere il silenzio.
A: Dove ti porto?
L: Da te.
A: Che devi fare in College?
L: Saranno pure cazzi miei. –risponde acido.
A: Mi stai sul cazzo Louis. –lo informo arrabbiata.
Non risponde, parcheggio ed entriamo insieme, incontriamo Dylan e David con dei libri in mano.
D: Ehi, voi due! Venite con noi a studiare?
DC: Che ci fai con Louis? –mi chiede sussurrando.
A: Vado a riposare. –rispondo a entrambi.
Vado via e sento Louis che spiega cos'è successo e perché ero in sua compagnia.
Non a caso sento la notifica di whatsapp.
Sarà David che si scusa.
- Scusa non sapevo niente...Riposa.
Come previsto.
E' così scontato ormai...
Mia zia ha proprio ragione, dopo un po' diventa monotono e io mi sto scocciando di questa situazione. Il problema è che quando sto con lui, sto bene. Quando sto con Louis mi agito. Quindi perché lasciare una persona che mi rende felice per una persona che mi irrita?

Sono le 8pm, David mi ha chiamato 6 volte, Louis 2 volte e mia madre 1 volta.
Che vogliono?
Ho due messaggi da David, li apro e leggo il contenuto.
- Ho parlato con Louis e Dylan, andiamo a cena tutti insieme da Louis, ci sei?
- Sei viva? –dopo qualche ora.
-Ci sono. Mezz'ora e sono da Louis.
-Okay, ci vediamo lì. –risponde subito.
Mi faccio una doccia veloce, mi metto un jeans, una maglietta nera della Levis e le Vans ed esco a prendere la mia auto.
Raggiungo casa di Louis, che sarebbe casa di mia madre e li trovo in giardino a chiacchierare.
Entro con le mie chiavi e vengo fulminata da Cooper.
DC: Hai addirittura le chiavi?
A: Già.
Saluto il resto del gruppo e andiamo tutti insieme in cucina per cucinare qualcosa.
Louis è lo chef, noi siamo gli aiutanti.
S: Io so fare solo i dolci. –ci avverte.
A: Ci pensiamo noi. –la rassicuro.
Si allontana con Dylan e Mike che non sanno nemmeno sbattere le uova e ci lascia cucinare la carne con le patatine fritte.
Sembriamo una grande squadra, ma in realtà è solo apparenza.
AL: Che succede piccola?
A: Solite cose.
AL: Perché non la fai finita una volta per tutte? –chiede pelando le patate.
A: E' difficile.
AL: Lo so. Ma è meglio lasciarlo. –consiglia.
Sembra guadagnarci qualcosa da questa storia.
Ancora non capisco cosa.
Dopo cena, porto Albert in giardino e parliamo per un po'.
Devo capire meglio questa situazione, non è la prima volta che mi consiglia di lasciarlo e quando abbiamo rischiato di lasciarci era quasi felice dell'idea.
Glielo faccio notare e rimane in silenzio per qualche secondo, per poi, prendere fiato e sputare il rospo.
AL: Sono gay. –confessa diretto.
A: Mi prendi in giro?
AL: No. –sospira. –Secondo te, perché ero l'unico a prendere le parti di David, quando lo maltrattavate?
A: Ti piace David Cooper? –chiedo sconvolta.
AL: Sì. –ammette imbarazzato.
A: Albert, perché non me l'hai detto prima?
AL: Nessuno è a conoscenza della mia omosessualità, ho sempre dovuto fingermi etero.
A: Per quale motivo?
AL: Paura.
Lo abbraccio fortissimo e gli sorrido per confortarlo.
Ci raggiungono gli altri che chiedono spiegazioni confusi, e al mio cenno di incoraggiamento verso Albert, si fa forza e fa outing.
L: Gay?! –chiede sconvolto.
M: Non ci credo...
D: Si sapeva. Solo io me ne sono accorto?
S: Ho sempre desiderato un amico gay. –abbraccia Albert.
AL: Mi vergognavo a dirlo. –arrossisce.
DC: Siamo sulla stessa barca, amico. –afferma.
Mi giro confusa e un po' tutti hanno lo sguardo interrogativo verso David.
DC: Sono bisex. Ho avuto più ragazze che ragazzi, ma è uguale. –confessa.
L: Stiamo superando il limite dell'assurdo. Albert, dovevi dircelo.
AL: L'ho fatto ora, che cambia?
M: Sono sconvolto. –dice fissando lo stesso punto da mezz'ora.
S: Siamo nel 2019, è la normalità. –spiega.
A: Okay, non ci vedo niente di male nell'essere gay, lesbiche e bisex, ma David...sono la tua ragazza, quando volevi dirmelo? –chiedo irritata.
Supero il cancello del giardino senza ascoltare la risposta e vengo seguita da Stefany che prova a fermarmi.
Sale in macchina senza averla invitata e mi chiede di procedere senza mandarla via. 

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