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Stanotte non sono riuscita a dormire, per fortuna è sabato e non ho lezioni.
Vado al solito bar, alla solita ora, come ogni sabato, con un'unica differenza: sto da sola.
Mi siedo e in lontananza vedo che stanno arrivando i ragazzi.
Mi passano davanti e non mi degnano nemmeno un piccolo sguardo, tutti a parte Albert.
Mi copre gli occhi da dietro, ma io l'avevo già visto, fingo di non sapere chi è e mi riempi di baci sulla guancia.
AL: Come stai? –chiede a me ma guardando gli altri due.
A: Uno schifo. Le ultime persone che volevo deludere eravate voi.
AL: Noi ti vogliamo comunque bene...
A: Ho visto. –dico ironica.
Mi lascia con una carezza sul viso e poi ordino il caffè a David.
DC: Che visino triste stamattina.
A: Non è giornata Cooper.
Mi porta il caffè sorridendo e non appena inizio a sorseggiarlo vedo dalla vetrata Dylan e Stefany che si baciano.
Louis vede tutta la scena e si alza nervoso.
L: Ashley, vieni al nostro tavolo. –mi prende con la forza.
Provano a distrarmi dalla coppietta che è fuori e Mike cerca a tutti i costi di farmi ridere.
Inutile dire che non ci riesce.
Usciamo dal bar e quei due sono ancora lì che si baciano e si stuzzicano a vicenda.
A: Che schifo. –affermo passandoli accanto.
D: Ti posso spiegare.
Mi afferra il polso, in modo tale da fermarmi e mi fa girare di prepotenza verso di lui.
A: Non voglio spiegazioni, ho capito da sola.
Louis mi tiene stretta a sé e mi porta lontano da quel posto.
Gli do un dolce bacio sulla guancia e lui mi accenna un sorriso.
A: Mi potrai mai perdonare? –sussurro.
L: L'ho già fatto.
Abbiamo deciso di pranzare tutti insieme da Louis e durante il pranzo, i ragazzi mi danno la splendida notizia, che il mese prossimo conviveranno tutti e tre insieme nella villa di Louis. Sono davvero felice per loro, si divertiranno.

A: E Marie? –distruggo l'aria di festa.
L: A Parigi.
A: State insieme?
L: Non penso siano fatti che ti riguardano.
M: Vi prego, non riprendete a litigare. –sbuffa.
L: Non stiamo litigando, le sto facendo capire che deve avere rispetto per la privacy.
A: Quanto sei antipatico...
L: Quanto non riesci a smettere di amarmi... -dice con tono provocante.
AL: David Cooper ha sentito la tua mancanza durante la lezione di chimica. –cambia argomento.
A: Ah, sì? Non ha ricevuto nessuna rottura di coglioni?
AL: Mike gli ha lanciato una gomma in testa, niente di che. –ridacchia.
M: E' stato epico, dovevi vederlo. –lo prende in giro.
A: Potevamo fare una video chiamata. –rido.
L: Eri troppo impegnata a fare altro. –dice con tono freddo.
Cala il silenzio che viene fortunatamente interrotto dall'orologio del forno, che sta cuocendo la nostra torta al cioccolato.
L: Ecco a voi. –dice sorridente.
Poggia la torta sul tavolo e la mangiamo come se non ne avessimo mai mangiata una.
L: Ci vuole zio Louis per farvi mangiare? –ci prende in giro.
M: Zia Louis direi... -lo prende in giro a sua volta.
Scoppiamo a ridere e Louis infastidito, ci lancia pezzi di tovagliolo addosso, trasformando un pranzo tranquillo in una guerra di palline di tovaglioli.

Vengo accompagnata in College con la moto di Mike, che non appena vede Dylan fumare una sigaretta, mi dice di stare attenta.
Non a caso, vengo bloccata da Anderson per parlare.
Almeno, così dice.
A: Non voglio parlare con te.
D: Dove l'hai lasciata la Ashley forte e sicura di sé?
A: Nemmeno quella Ashley vuole perdere tempo con te.
D: Pensi di ritornare col tuo amichetto? Hai visto? Non è stato così male scopare con me... ti ho fatto ritornare il tuo amato Louis Jones. –dice con una voce irritante.
Gli do un schiaffo senza pensarci due volte e lui mi stringe i polsi con tutta la forza che ha.
A: Lasciami andare in camera.
Mi sbatte contro il muro e non riesco a liberarmi, la presa è troppo forte.
A: Lasciami andare in camera, ho detto. –ripeto nervosa.
D: Sennò? –chiede provocando.
DC: Sennò te lo spezzo il collo Anderson. –dice stringendo il collo con una sola mano.
D: Ti sei fatta anche lui?
A questa domanda, riesco a dargli un calcio nelle palle, così da fargli mollare la presa.
David gli dà un pugno sulla guancia e mi porta via correndo.
Entriamo in camera mia col fiatone e troviamo le due oche che ci fissano con aria interrogativa.
A: Grazie David. –sorrido.
Mi fa l'occhiolino ed esce dalla camera.
Spero non succeda nient'altro tra i due.
Non so quanto David si sappia difendere da solo.
Scrivo a Louis che cosa è successo e scoppia a ridere non appena gli dico il nome del mio salvatore.
Non ci crede.
Hana e Stefany intanto m'informano che vanno a studiare in biblioteca, io invece studio in camera.

E' sera, le due papere sono uscite con Dylan e degli amici loro, mentre io sto seduta sul letto in attesa di qualche proposta allettante.
Fin quando non bussano alla porta.
L: Che ci fai in pigiama? Andiamo a ballare.
Mi tira giù dal letto, apre l'armadio, prende un vestito nero, scollato dietro, il suo preferito e mi porta in bagno spingendomi.
A: Sembri mia madre. –ridacchio.
Alla mia affermazione, Louis mette il muso.
Esco dal bagno e lo ritrovo sul letto con gli occhi lucidi e un finto sorriso.
A: Louis, che hai?
L: Niente, sei pronta? Possiamo andare?
Acconsento e ci dirigiamo verso la sua auto.
Stiamo andando a prendere i ragazzi e durante il tragitto, gli parte uno sfogo che non mi aveva mai detto.
L: Mia madre è venuta a mancare quando io avevo tre anni e mezzo. –prende fiato- quella tua affermazione mi ha messo in pausa, perché io effettivamente, non so come si comporta una mamma. Mio padre ha dovuto fare sia la figura paterna che quella materna, ma non è la stessa cosa. Non ricordo nemmeno come fosse. Non ricordo niente di lei. –dice con occhi lucidi.
A: Non me lo avevi mai detto Louis...
L: Non ne parlo con nessuno. Mio padre dice che era acida quanto me all'inizio, ma che sapeva amare come nessuno mai. Quest'ultima cosa non l'ho presa da lei, purtroppo, io non so amare, non so cosa significa e forse non lo saprò mai. –conclude rivolgendo lo sguardo su di me.
Salgono in macchina Mike e Albert e andiamo in discoteca per svagarci dopo tutto quello che è successo.
AL: Sei proprio bona oggi. –sorride.
A: Grazie, tutto merito di Louis.
L: Modestamente, ho dei bei gusti su tutto.
AL: Non esageriamo eh.
L: Non esagero infatti.
A: Il solito. –alzo gli occhi al cielo.

Ora capisco perché fa tanto il duro, Louis in fondo è tenero e io sonouna stupida che non l'ha mai capito e non si è mai chiesta che fine avessefatto la mamma. Solo ora, se ci penso, lui non l'ha mai nominata né tanto menome l'ha presentata, quando incontrammo alcuni membri della sua famiglia.  Non c'era e non ci avevodato tanto peso, venendo da genitori separati in cui la figura della mamma nonesiste già da un po'.

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