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E' notte.
David se n'è andato già da un po' e non faccio altro che pensare alla discussione avuta con mia madre stamattina.
Dato che in Italia è pomeriggio, chiamo mio padre che mi risponde preoccupato visto l'orario.
Papà: Che succede Ash? Stai bene?
Scoppio a piangere in diretta e gli faccio cenno di "no" con la testa.
Papà: E' per qualche ragazzo?
A: Fortunatamente in amore non va poi così male. –mi riprendo pensando a David.
Papà: Devi farmelo conoscere eh. –sorride.
A: Lo porto a Milano l'estate prossima. –propongo felice.
Papà: Siete miei ospiti.
A: Papà... Oggi ho parlato con la mamma.
Papà: Si è ricordata di avere una figlia? –chiede acido.
E' proprio come me, non smetterò mai di dirlo.
Papà: Avete litigato?
A: Voglio un uomo come te nella mia vita. Non devo nemmeno aprire bocca che già mi capisci.
Papà: Lo troverai. –sorride. – Ti ha presentato il suo nuovo amore?
A: Ancora no, mi ha parlato della sua storia d'amore e di quel povero sfigato che si trova in grembo.
Papà ridacchia per poi rimproverarmi.
Papà: Tesoro, la rabbia è giustificata, sia la mia che la tua, però ricordati che è sempre tua madre.
A: Tra due settimane viene a Seattle, ci dobbiamo incontrare per le presentazioni. Vogliono anche farmi conoscere il figlio di lui.
Papà: Ha un figlio?
A: Un mio coetaneo a quanto pare, vive qui da solo.
Papà: Vedi il lato positivo, magari lui la pensa come te, vi spalleggiate a vicenda. –ridacchia.
A: Se ha preso dal padre, dubito.
Dopo un po' siamo costretti a chiudere, mi augura la buonanotte e mi lascia dormire.
Al mio risveglio mi ritrovo un bigliettino lasciato attraverso la fessura della porta.
Lo apro e leggo il contenuto sapendo già chi è il mittente.
"Buongiorno Ashley Scott. Ci vediamo al bar alle dieci in punto."
Non c'è scritto da chi proviene, ma non ho alcun dubbio a riguardo, solo lui sa essere così romantico.
Manca mezz'ora all'appuntamento, scelgo cosa mettermi e corro a lavarmi.
Mi incammino verso il bar, quando incontro il primo ostacolo della giornata.
S: Ahsley come va? Da quando ci hanno cambiato le stanze, non ti fai più vedere!
A: Alla grande, soprattutto per questo cambio di stanze.
S: Ammettilo che ti manco!
A: Nemmeno un po'. –rispondo fredda.
S: Sei gelosa che io e Dylan siamo ritornati insieme?
A: Avete scopato con abbastanza persone durante la pausa?
S: Non siamo tutto come te, amore.
A: Peggio per voi. Ho da fare, ci si vede in giro! –urlo andando via.
Arrivata finalmente al bar, non c'è nessuno ad accogliermi.
Su un tavolo è poggiato un girasole con un altro bigliettino.
Ora sono sicura sia lui.
C'è scritto semplicemente: "Sei in ritardo!" .
Come faceva a sapere che avrei fatto tardi?
Mi volto di scatto e lo trovo impalato che mi sorride.
Mi fa sedere e dalla sua bocca non esce una sola vocale.
Ordiniamo la nostra colazione e solo all'ora inizia a blaterare cose senza senso.
Fingo di ascoltarlo per correttezza, ma di invenzioni scientifiche io non ci capisco assolutamente niente.
Dalla scienza alla PlayStation è un attimo, non so come stiamo parlando di FIFA e di quanto io sia brava con il Barcellona.
Incredulo mi invita a casa sua a giocare.
A: Ma oggi è sabato...Davvero vuoi passare il sabato sera attaccato a un video gioco?
DC: Ci vediamo nel pomeriggio. Stasera ho un impegno.
A: Okay. Preparati a perdere. –dico con aria di sfida.
Usciamo dal bar felicemente nutriti e andiamo a fare due passi, fino a quando non incontriamo la coppia più bella e fedele del College.
S: E' destino incontrarsi.
D: Scott che ci fai con lo sfigato?
A: E tu che ci fai con l'oca?
S: Potete insultarvi tra voi senza toccare gente esterna? –chiede quasi gentile.
DC: E' la prima cosa intelligente che sento provenire dalla tua bocca. –risponde freddo.
S: E' diventato come te...- afferma guardandomi.
D: Un po' meno nerd, un po' più coglione. –sostiene.
DC: E' stato un piacere anche per noi ragazzi, buon week-end.
Riesce a salvare la situazione che si stava creando e soprattutto riesce a scollarceli.
Arrivati a casa sua, mi presenta i genitori che molto gentili mi chiedono di pranzare con
loro, dopo di che andiamo in camera sua e sentiamo i genitori sussurrare qualcosa.
David infastidito torna in cucina e chiede loro spiegazioni.
Chiudono la porta e discutono di qualcosa, non so cosa.
Non si sente.
Passati dieci minuti, torna da me, mi bacia e mi porta dai suoi genitori.
A: Che succede? –sussurro.
DC: Solite cazzate.
A: Okay. –rispondo poco convinta.
Pranziamo, tipico pranzo americano e poi ci buttiamo in salone per giocare alla PlayStation come programmato.
Scegliamo le rispettive squadre e lui sceglie il PSG, io il Barcellona, come mio solito.
A: Nel PSG c'è Neymar. –affermo con occhi a cuoricino.
DC: Ti piace Neymar?
A: Lo adoro.
DC: Messi o Neymar? –chiede curioso.
A: Neymar. –rispondo senza pensarci.
Ora anche lui è a conoscenza del mio amore verso l'ex calciatore del Barcellona.
Iniziamo a giocare e dopo nemmeno due minuti riesce a fare goal con Neymar.
A: Ti perdono solo perché lo hai fatto con il mio calciatore preferito.
Ridacchia e riprende a giocare.
E' davvero forte e in fondo cosa potevo aspettarmi da un nerd simile...?
Finalmente riesco a segnare con Suarez e lo guardo fiera.
Mi prende in giro perché ci ho messo tanto tempo per fare goal e io mi vendico facendone subito dopo un altro.
Rimane sconvolto e inizia a farmi il solletico mettendo in pausa.
A: Riprendiamo dai! –urlo ridendo.
Intanto i genitori ci salutano e vanno a lavoro.
Siamo soli e David mi guarda malizioso.
Finito anche il secondo tempo.
Abbiamo pareggiato, così si avvicina e mi dà un bacio sul collo.
Continua a riempirmi di baci, fin quando non lo stacco e riesco a fermarlo.
A: Non volevi giocare?
DC: Stai utilizzando la mia stessa carta Scott. –sbuffa.
A: Ultima partita. Promesso.
Facciamo la seconda partita con squadre diverse, o meglio, con la sua squadra cambiata.
Ha scelto il Real Madrid.
DC: Qui vinco io. –sostiene.
Non rispondo e mi concentro sul gioco.
Effettivamente finisce la partita e vince 3-1.
Mette la mano sulla coscia e sale sempre più facendomi venire i brividi.
Lascio il joystick sul tavolino che si trova dinanzi a noi e mi siedo in braccio a lui rivolta verso di lui.
Mi bacia il collo e io faccio la stessa cosa con lui.
Dopo mi fa scendere e mi porta in camera sua.
DC: Preferisco stare comodo. –ridacchia.
Acconsento e non appena arrivati nella sua stanza, lo spoglio e lui spoglia me.
Rimaniamo entrambi in intimo, uno davanti all'altro, ci guardiamo intensamente per poi baciarci.
Mi fa stendere sul letto e si mette sopra di me.
Mi sfila le mutandine nere, mi toglie anche il reggiseno e si mette a giocare con i capezzoli.
Gli tolgo i boxer bianchi e mi guarda sempre più malizioso.
DC: Sono ancora così nerd? –mi stuzzica.
A: No.
Gioca con il clitoride e mi fa eccitare sempre di più.
Pomiciamo e nel frattempo continua a giocare con la mia amichetta.
Dopo avermi fatto soffrire abbastanza, infila due dita dentro e mantiene un movimento costante.
Mentre mi fa i ditalini mi guarda sorridente, invece io guardo il soffitto per tutto il tempo.
Dopo un po' si avvicina sempre di più mi bacia e inserisce il suo pene nella mia vagina.
E' dentro.
E' proprio dentro di me.
Mi penetra per bene e alterna un movimento veloce e uno lento col bacino.
Quando lo fa veloce mi piace e lui lo sa.
Non ho ancora raggiunto l'orgasmo e so che è quello che vuole.
Dopo un po' la sua richiesta indiretta viene esaudita e mi sorride, un sorriso compiaciuto.
Continua ancora un po', gli chiedo di velocizzare ed esaudisce il mio desiderio.
Esce e si ribaltano i ruoli.
Salgo su di lui, gli mordo il lobo, poi gli bacio il collo, per poi andare dal petto al linguine.
E' arrapato.
Ne approfitto per fargli un pompino e lui mi aiuta a mantenere il movimento della tasta costante con la sua mano.
Non subito, viene e ingoio.
Rimane meravigliato da quest'ultima cosa, così sorrido e continuo a stuzzicarlo un po'.
DC: Sei stanca?
A: Un po'.
Mi prende dalle braccia e mi fa sdraiare accanto a lui.
Rimaniamo abbracciati mentre lui mi fa i grattini.
E' bello.

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