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Una volta essermi sfogata con Albert, con la coda dell'occhio riesco a vedere la figura di mia madre presente alle mie spalle, ha le braccia in conserta, la schiena drittissima e le gambe unite, se è in questa posizione significa che è arrabbiata, quando ero piccola e la vedevo così correvo per tutta la casa per non farmi acchiappare, sapevo mi avrebbe rimproverato e non volevo.
Papà era sempre pronto a difendermi, ma stava poco a casa, a causa del lavoro. Forse è proprio per questo che è finita tra loro, ma io sono sempre più convinta, che seppure la distanza momentanea, se due persone si amano, si amano sempre.
Ho venti anni, non sono sicura di sapere che cos'è l'amore, ma sono abbastanza matura per capire quando c'è e quanto vale.
Mi volto lentamente verso di lei e inizio a scappare, facendole la linguaccia, per tutto il viale.
Slaccia il cinturino dei decolté e mi rincorre con la finta faccia arrabbiata.
Mamma: Se ti prendo sei finita tesoro! –urla.
Louis e Mark sono affacciati alla finestra a godersi lo spettacolo, la scena li diverte molto.
Riesce a raggiungermi, appena mi stanco e rallento, mi blocca dai fianchi e mi stringe forte a sé.
Ha gli occhi lucidi ma sorride.
Mamma: Ti voglio bene.
Sorrido e annuisco.
Non riesco a dirglielo, non in questo momento.
Mamma: Prova a metterti nei miei panni...-sospira. – E' difficile anche per me.
A: Non rovinare tutto, ti prego. –la stringo fortissimo.
Mamma: Ho sempre rovinato tutto, sin da giovane. –sostiene.
A: Abbiamo qualcosa in comune allora. –dico guardando verso la finestra.
Louis sente la mia frase e rientra a testa bassa.
Sa che mi riferisco a Noi.
E quello che sta succedendo nelle nostre famiglie, non aiuta a stabilizzare il rapporto che c'è tra noi.
Aiutiamo Mark e la mamma a sistemare casa, per quanto riguarda l'oggettistica ci pensiamo io e mamma, mentre i mobili gli uomini, che sono forti.
Ogni tanto mamma lo prende in giro e sembra sempre di più me.
Lei e papà in fondo sono simili, per questo c'è feeling, Mark è diverso, Mark è più Louis.
Mamma: Beh, come ti sembra il fratellastro? –mi prende in giro.
A: Non chiamarlo così. –rispondo acida.
Mamma: Non è carino?
A: Non lo so.
Mamma: Ho capito, non ne vuoi parlare. –sorride. – Guarda questa foto... Sei così felice.
A: Lo sono tutt'ora. –dico prendendola in mano.
Avevo 4 anni, ho un grandissimo sorriso, persino gli occhi sorridono.
Ero davvero felice.
Non ero acida, come ora, ma sapevo il fatto mio.
Louis si avvicina per vedere la foto, la prende, la avvicina al mio viso per paragonare e scoppia a ridere.
Alzo gli occhi al cielo e gli do uno schiaffetto sul braccio.
L: Eri più bella prima.
A: Grazie.

Finiamo di arredare il tutto e Mark ci benda perché c'è una sorpresa per noi.
Ci aiutano a spostarci e mia madre mi stringe forte la mano.
Che sarà mai?
Tolgo la benda appena Mark dice di farlo, io e Louis ci guardiamo confusi e chiediamo spiegazioni.
MJ: Ci sono due camere in più, una potrebbe essere la tua Ashley, l'altra di Louis e del nuovo arrivato.
A: Sto bene in College.
MJ: Non riesci ad apprezzare e non essere così antipatica con me? –alza i toni.
A: Scusa se voglio bene a mio padre.
L: Ho già una casa papà. Non posso accettare.
MJ: La metteremo in affitto, quando ti sposerai sai dove andare. –ridacchia.
La mamma non fa altro che acconsentire tutto ciò che dice, mentre io sempre più confusa e sconvolta, esco da quell'incubo e torno in College.
Vengo seguita da mamma per un breve tratto, poi lei viene fermata da Mark.
Superati due isolati, incontro Mike in compagnia di Hana.
M: Ahsley, che è successo?
Lo abbraccio disperata e scoppio a piangere.
H: Vi lascio soli. –dice sorridendo.
A: Non vo-
H: Non preoccuparti. Te lo cedo. –scherza.
Andiamo a fare due passi e gli racconto tutto.
M: Mark Jones e Sara Bianchi, insieme...wow.
A: Che merda il destino, vero?
M: Bella merda, come ha reagito Louis?
A: Più o meno come me, solo meno deluso.
M: La situazione dal suo punto di vista è leggermente diversa, tu hai entrambi i genitori ma separati a causa di quest'uomo, lui la madre non ce l'ha più da un po' di anni.
A: Vogliono che ci trasferiamo da loro.
M: Avete accettato? –chiede sconvolto.
A: Ti stai preoccupando per noi o per le partite alla Playstation? –ridacchio.
M: Davvero, Ash, che ne pensate?
A: Non voglio vivere sotto lo stesso tetto di mia madre.
M: Uhm...di tua madre? Sei sicura sia lei il problema?
A: Anche.
Camminando senza una meta, arriviamo al bar, dove incrociamo David che ha appena finito di lavorare.
Mi bacia dolcemente e Mike decide di lasciarci soli per poi raggiungere la sua amata.
Dal bar al College, parliamo di come sia andata la conoscenza con il nuovo amore di mia madre e quando gli dico che è il padre di Louis, si preoccupa doppiamente e non so se lo fa per gelosia o perché sa che è davvero difficile condividere una famiglia col proprio ex fidanzato.
Giunti sulla soglia della porta della mia stanza, iniziamo una lunga limonata e la interrompo per andare a dormire, dopo questa giornata ho bisogno di riposo intenso e non sesso estremo.
Provo a chiudere gli occhi quando bussano insistentemente alla porta.
Apro nervosamente e la richiudo sbattendo appena mi accorgo di chi c'è dietro.
L: Ashley, dobbiamo parlare.
Prova più volte ad aprire girando la maniglia alla porta, ma non ci riesce avendola chiusa a chiave.
L: Piccola, per favore. –m'implora.
Mi avvicino alla porta piangendo in silenzio, poggio il pugno destro sulla porta e inizio a sbatterlo.
L: Calmati e apri questa dannata porta. –insiste.
Mi siedo per terra con la schiena poggiata alla porta e le mani tra i capelli.
A: Louis vai via.
Non risponde più, forse mi ha ascoltato.
A: Louis se sei ancora qui, per favore obbedisci.
Le lacrime continuano a scendere e visto il silenzio, afferro le chiavi e le giro per aprire la porta.

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