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Qualche giorno dopo...

Siamo tutti a lezione chimica e come da tradizione diamo fastidio al nostro caro amico David Cooper.
Prendo le forbici e con molta cautela, gli taglio qualche ciocca di capelli.
Mike scoppia a ridere e ci fa sgamare tutti.
Prof: Signorina Scott ancora con questi giochetti?
Io non capisco perché questa troia se la prenda solo con me.
Annuisco senza rispondere per evitare litigi, ma lei continua.
Prof: Vuole per caso andare in punizione?
A: Devo andare all'angolino? –la prendo in giro.
David ride sotto i baffi e viene rimproverato anche lui.
Prof: Cooper vuole fare compagnia alla sua collega?
DC: Sembra di stare all'asilo professoressa.
Prof: Perfetto, vi siete guadagnati tre ore di punizione oggi pomeriggio.
A: Fantastico con Mr. So tutto.
Prof: Come dice...?
A: Non vedo l'ora. –sorrido sarcasticamente.
Usciamo dall'aula e andiamo in mensa per il pranzo.
Non ci andiamo insieme, se lo facciamo è solo perché abbiamo lezione il pomeriggio presto e nessuno vuole andare da Louis a mangiare.
E' un po' come se vivessi con loro ormai.
Ci sediamo al primo tavolo libero con i nostri vassoi e veniamo raggiunti da Dylan, Stefany e Hana.
A: Mancavano solo loro oggi... -sbuffo.
D: Ho saputo che hai fatto la monella Ash. –dice con tono provocatorio.
A: Nessuno ha detto che puoi sederti con noi.
D: Non c'è posto da nessun'altra parte. –mi fa notare.
H: Nemmeno noi vogliamo pranzare con voi.
M: Sicura? –ammicca.
Hana diventa tutta rossa e riprende a mangiare il suo hot dog.
Mangiamo pacificamente, fin quando Dylan non inizia a stuzzicare Louis.
Ma non erano migliori amici quei due?
D: Louis hai detto alla tua amichetta che domani torna Marie?
L: Non è importante.
AL: Non avevi detto niente nemmeno a noi.
L: La prossima volta lo scrivo su Instagram. –dice irritato.
D: Sei felice, no? –si rivolge a me ridacchiando.
A: Non hai gli allenamenti a quest'ora?
D: Cazzo, è vero, Jones andiamo amico.
Mi fa l'occhiolino e va via insieme a Louis.
Alle 16.00 finisco la lezione di italiano e ho subito le tre ore di punizione da scontare.
Corro a lezione e prego che non finisca mai.
Preferisco restare per sempre ad ascoltare l'italiano spiegato con accento americano, piuttosto che studiare, dipingere o fare qualsiasi cosa mi venga ordinata, insieme al nerd dell'istituto.
Purtroppo, finisce la lezione, prendo il mio zainetto e mi dirigo verso l'aula della punizione.
David è già seduto che aspetta.
Entra il preside, senza dire né buongiorno né buonasera, ci ordina di lavare l'aula e poi se avanza tempo dobbiamo studiare solo e soltanto chimica.
Preside Anderson: Dovete fare tutto insieme. –aggiunge.
DC: Che onore. –dice ironico.
A: Che gioia. –dico altrettanto ironica.
Penso che il fine di questa punizione sia quella di farci diventare amici, non sanno che è tutto tempo perso.
Prendiamo la scopa e la paletta e iniziamo a spazzare il pavimento a grandi linee.
DC: Dovremmo farlo insieme.
A: Facciamo così, tu mantieni la paletta, io scopo, poi tu raccogli. Okay?
DC: Okay.
David scoppia a ridere nel vedermi spazzare e gli lancio un fulmine come sguardo.
Alza le mani e chiede perdono.
Porto tutta la polvere verso di lui e gliela lascio vicino ai piedi, gli porgo la scopa e gli faccio raccogliere ciò che ho spostato verso di lui.
Mettiamo a posto paletta e scopa e prendiamo il resto per lavare a terra.
DC: Sei proprio una donna di casa. –afferma mentre mi vede lavare a terra.
A: Togliti.
Ride sotto i baffi e questo mi dà molto fastidio.
Prendo un po' d'acqua, sporca, che è nel secchio e lo bagno.
So che la cosa degenererà ma doveva pagarmela.
Stranamente non si vendica e continua a fissarmi.
DC: Ora capisco perché ti vengono tutti dietro.
A: Illuminami Mr. So Tutto.
DC: Hai un bel lato b.
A: Ti perdono solo perché l'hai detto educatamente.
DC: Non sono come i coglioni a cui la dai.
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere e continuo a pulire il pavimento.
Mentre si asciuga, David prende un panno e lava i banchi.
Il preside si affaccia e sorride nel vederci collaborativi. Ma non sa che lo facciamo per quieto vivere.
DC: Non sei così antipatica, in fondo.
A: Dovremmo studiare chimica. E' tutto asciutto ormai.
DC: Mi devi un favore, ti ho salvata con Dylan. Ricordi?
A: Che vuoi?
DC: Concedimi un caffè.
A: Scordatelo.
DC: Domani alle 15.00? –propone sorridente.
A: No.
Se il nerd pensa che io, Ashley Scott, possa mai dargli una possibilità, si sbaglia di grosso.
E' carino, non lo metto in dubbio, ma non è assolutamente il mio tipo.
Non mi passerebbe mai per la testa di uscire con uno così.

Stavamo studiando tranquilli, quando a un certo punto entrano Dylan con lo zio per informarci che la punizione è conclusa e siamo liberi.
D: Hai fatto amicizia con il nerd?
A: Non t'interessa.
Preside Anderson: Nipotino, tutte ma non lei. –sussurra.
Lo sento, mi giro di scatto e rispondo in mia difesa.
A: Non c'è pericolo, gli errori si fanno una volta sola.
Il rettore scoppia a ridere sotto i baffi, mentre Dylan rimane impalato senza dire una parola.
Esco dal College e ci sono Louis e Mike, in macchina, che mi aspettano per andare al bar.
Arrivati al bar, David mi saluta dal bancone e i miei amici mi guardano alla ricerca di spiegazioni.
A: Non è come sembra.
L: Con te non è mai come sembra. –dice nervoso.
A: Siamo stati tre ore insieme, da soli.
L: E quindi?
A: E' normale che ora mi saluti. Lo faceva prima, figuriamoci adesso!
L: Ashley...Non ti sarai mica presa una cotta per lo sfigato?
A: No, non posso salutare nessuno, che voi pensate subito che mi piace.
DC: Volete ordinare? –ci interrompe.
A: Per me... pancake allo sciroppo d'acero.
L: E la dieta?
DC: Cosa deve dimagrire? Le ossa? –ridacchia.
L: Fatti i cazzi tuoi.
M: Un caffè.
L: Un frullato di fragole e una ciambella alla crema.
Scrive tutto e torna al bancone.
Mi fissa da lontano ma senza farsene accorgere più di tanto.
Louis mi riempie di domande riguardo le tre ore passate con il nerd e cerco di essere il più dettagliata possibile.
M: Che ne dite di andare al cinema domani sera?
L: Amico, lo sai che domani torna Marie, devo stare con lei.
Li ignoro stando al telefono, fin quando non vengo ripresa da Mike.
A: Per me va bene il cinema. –affermo dal nulla.
M: Andiamo io e te? –ridacchia.
A: Per me è okay.
DC: Vengo anch'io. –s'intromette servendoci il cibo.
A: Nessuno ti ha invitato. –rispondo antipatica.
DC: Sei diversa con i tuoi amici, sai?
A: Sono sempre la stessa.
DC: In punizione eri diversa.
Mike scoppia a ridergli in faccia e lui ci rimane parecchio male.
Lo seguo con lo sguardo fino al suo ingresso in cucina e poi mi gusto il mio dolce.

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