25

90 1 0
                                    

Non la apro con la maniglia, ho semplicemente levato le mandate.
Non voglio ritrovarmi Louis Jones davanti a me senza sapere come procedere.
Mi siedo con le gambe incrociate sul letto, stringo il cuscino tra le mie braccia e mantengo lo sguardo preoccupato verso la porta.
La maniglia gira e la porta si apre.
Ho previsto tutto, ma nonostante la mia previsione, ne rimango sorpresa.
Louis era ancora lì e ora sta entrando.
Invece no.
Gli somiglia, ma non è il Jones per cui ero perdutamente cotta.
MJ: Posso entrare? –chiedo con un piede già dentro.
A: L'hai già fatto.
MJ: Oggi non abbiamo avuto modo di confrontarci.
A: Meglio così.
MJ: Tua madre era proprio come te all'inizio. –mi informa. –Sono sicuro che in realtà sei dolce e gentile anche tu. –prende fiato. – Io amo tua madre Ashley.
A: Come vi siete conosciuti?
MJ: Colloquio di lavoro. Tua madre aveva perso il lavoro e ha mandato il curriculum per una delle mie aziende, li sostengo io tutti i colloqui, mi ha colpito sin da subito, ma era felicemente sposata o almeno, così si pensava.
A: Era tanto felice con papà.
MJ: L'amore può finire, capita.
A: Louis cosa ne pensa?
MJ: Louis mi ha sempre appoggiato, nel suo piccolo mi ha sempre fatto sentire il suo sostegno.
A: Come temevo. –ridacchio ironicamente. –Louis non approva, proprio come me.
MJ: Avete parlato?
A: L'ho percepito. –sorrido. –Mark parla con tuo figlio. –gli consiglio.
Mi sorride, mi lascia un bacio sulla fronte ed esce dalla mia stanza a passo svelto.
Provo a richiudere gli occhi e questa volta ci riesco.
E' tardi e nessuno può disturbarmi a quest'ora.

La sveglia delle otto mi fa saltare dal letto, mi preparo velocemente e vado a lezione di storia moderna.
Louis non frequenta questa lezione ma non so per quale assurdo motivo è seduto in prima fila accanto a David.
Mi siedo esattamente dietro di loro, faccio l'occhiolino a David che si gira a guardarmi e prendo appunti della lezione.
Durante tutta la spiegazione i due blaterano di continuo, cerco di origliare le loro conversazioni ma capisco ben poco.
L: Non farla soffrire come ho fatto io. –riesco a sentire.
DC: Ci tengo a lei. –gli risponde.
Perché Louis sta parlando di me con Cooper?
Non è tipo.
Spero che una volta usciti da qui, David mi racconti tutto.
Neanche il tempo di dirlo che la professoressa ci lascia liberi.
Mi avvicino a Cooper che sta ancora parlando con Louis e mi stringe la mano.
Louis se ne va senza nemmeno salutarmi e raggiunge Dylan e Mike.
A: Di cosa stavate parlando? –chiedo curiosa.
DC: Cose da maschi.
Non insisto più di tanto e andiamo verso il bar in cui David deve lavorare.
DC: Finisco nel pomeriggio, ci vediamo per un caffè?
A: Ho promesso a mia madre che sarei andata con loro a fare shopping. –sbuffo.
DC: Ci sarà anche Louis?
A: Penso di sì.
DC: Mi raccomando. –dice per poi baciarmi.
Questo bacio non è stato né dolce né romantico, è stato un bacio.
Come se con questo gesto volesse ricordarmi con chi sono fidanzata e quindi di non fare cazzate.
Tra me e Louis non potrà mai succedere niente se a stento ci guardiamo in faccia.
E poi, adesso ho bisogno di stabilità e David è la mia colonna portante. Mi fido di lui.
Prendo l'auto dal garage e mi dirigo verso casa di mia madre.
Durante il tragitto mi chiama papà.
Non rispondo, poiché sto alla guida, e lo richiamo non appena parcheggio.
Papà: Ashley, come stai?
A: Tutto bene, tu?
Papà: Bene. Com'è andata con tua madre?
A: Non benissimo, come sai non appoggio la sua scelta, però è pur sempre mia madre, quindi mi comporto da figlia.
Papà: Mi ha detto che ha trovato casa a Seattle e andrai anche tu a vivere con lei.
A: No.
Papà: Come? –chiede perplesso.
A: Rimango nel College. –rispondo convinta.
Dopo aver discusso di questa situazione, chiudiamo la telefonata ed entro in casa.
Mia madre sta cucinando il pranzo, mentre Mark è concentrato a guardare la televisione.
Saluto entrambi e aiuto mamma nelle faccende di casa.
Qualche minuto più avanti, arriva anche Louis, che si siede accanto al padre e iniziano a parlare di calcio.

Ogni tanto mi giro a guardarlo, ma non trovo nessuna complicità da parte sua, io guardo lui, ma lui guarda il padre. E' assurdo tutto questo.
Ci sediamo a tavola, ed ecco che iniziano le tipiche domande da famiglia perfetta.
MJ: Com'è andata oggi?
A: Bene, non mi lamento.
L: Non avevo lezioni, ma da bravo studente, ho frequentato una lezione a caso.
MJ: Potevi aiutarmi in ufficio.
L: Ho preferito storia moderna. –afferma guardando me.
Mamma: Quando avete il prossimo esame?
A: Tra due settimane. –rispondo sbuffando.
L: Stai studiando o perdi troppo tempo col tuo fidanzato?
A: So gestire entrambe le cose, non sono come te, o scopi o studi. –rispondo nervosa.
MJ: Ragazzi, moderiamo i termini! –si arrabbia.
Mamma: Sembrate fratelli da sempre. –ridacchia.
L\A: No! –urliamo.
Riprendiamo a mangiare il nostro piatto di pasta, oggi cucina italiana, l'unica cosa positiva di questa giornata.
Una volta aver finito e sparecchiato la tavola con l'aiuto di Louis, propongono di riposarci un po' prima di uscire e ovviamente non lasciano andare via né me né Louis. Hanno il divano letto disponibile per farci riposare in casa loro.
L: Dovrei condividere il mio spazio con la biondina? –chiede agitato.
A: Che c'è? Pensi di non riuscire a tenere a bada il pitone?
Mamma: Ashley! –mi riprende.
Mi sdraio sul divano letto e faccio spazio a Louis che prima di sdraiarsi ci pensa troppe volte, così tante che viene spinto dal padre.
Mi giro dall'altra parte, rispetto a lui, dandogli il culo.
L: Non riesci a dormire stando dritta? –sussurra.
A: No.
L: Sei una stronza. –sussurra nervoso.
A: Okay.
Si gira dall'altro lato e i nostri sederi rimangono attaccati durante tutto il riposino pomeridiano.
Mi stavo addormentando, ma Louis deve sempre interrompermi.
L: David non sarebbe felice di vederti in questo stato.
A: Sto semplicemente riposando con il mio fratellastro.
Ride sotto i baffi e gli do una gomitata, non troppo violenta.
Non capisco perché quando siamo soli, mi rivolge sin troppo la parola, quando siamo al College o con gli altri non mi guarda nemmeno in faccia.

Te O...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora