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Arrivati a destinazione, mi benda gli occhi e devo fidarmi di lui durante tutto il tragitto all'oscuro.
Intanto il sole cala e io inizio a non vedere proprio niente.
Nemmeno le ombre.
Mi blocca di colpo, mi spavento e lui scoppia a ridere, gli do un leggero schiaffo non so dove e riprendiamo a camminare.
D: Arrivati.
A: Posso togliermi la benda?
D: Non ancora.
Mi prende il viso delicatamente e mi toglie la benda baciandomi.
Apro gli occhi, lui si stacca e rimango a bocca aperta per quel che sto vedendo.
E' sempre stato il mio sogno venire qui. Magari con qualche ragazzo carino. Da piccola, quando giocavo alle Barbies con le mie amiche le portavo sempre qui su con la fantasia e ora che ci sono io fisicamente, mi sembra un sogno, se lo è non svegliatemi, non ora.
Abbraccio fortissimo Dylan e lui mi riempie di baci.
Ci sediamo sotto la scritta Hollywood e mangiamo i panini con davanti un paesaggio unico.
D: Ti piace?
A: Hai realizzato il mio sogno Anderson.
Stavo mangiando tranquilla, senza mai smettere di togliere lo sguardo da ciò che mi circonda, quando mi chiama Louis per ben tre volte.
Alla terza volta, rispondo scocciata e Dylan mi ordina di chiudere subito.

L: Dove stai?
A: Che vuoi?
L: Ashley, dove sei? Stefany ha detto che non sei tornata al College stanotte e non sei nemmeno a lezione.
A: Sono a Los Angeles.
Chiudo il telefono e lo spengo.
Dylan fiero di me, mi dà un dolce bacio sulla guancia.
Intanto la sera cala sempre di più e oltre il paesaggio, anche il cielo diventa uno spettacolo da qui su.
Mi sdraio e Dylan mi segue a ruota.
Mi abbraccia con il braccio destro e io poggio la testa sul suo petto.
Porto lo sguardo di lui e noto che mi stava guardando anche lui, sorridiamo e alzo lo sguardo per osservare le stelle.
A: E' tutto più bello qui. –sospiro – Anche noi siamo più belli qui, insieme, senza litigare. –concludo.
Dylan si limita a sorridere.
Inizia a baciarmi, mi mette sotto di lui, continua a baciarmi e non solo le labbra o per lo meno non solo le labbra superiori.
Parte dal collo, poi succhia i capezzoli come fanno i bambini appena nati, poi la pancia e poi arriva alla mia amica.
Durante tutto questo, con le dita tocca ogni punto sensibile, in modo delicato ma allo stesso tempo con passione.
Il respiro accelera e insieme a lui anche il battito del cuore.
Limoniamo intensamente, fin quando non decido di invertire i ruoli.
Mi metto sopra di lui, gli stacco i bottoni del jeans, gli abbasso i boxer e senza fargli male afferro il pene e mi faccio penetrare.
Salto prima veloce, poi lentamente, come sempre iniziamo con un ritmo veloce a causa dei nostri ormoni, ma poi riusciamo a controllarli.
Gli bacio e mordo il collo in maniera alternata.
Lo bacio e ad ogni fine limonata mi abbraccia.
Mantengo un ritmo costante col bacino e non stacco nemmeno per un secondo lo sguardo sul suo.
Dylan a un certo punto mi prende dai fianchi e mi mette sotto di lui, rimane a fissare il mio tatuaggio e da un bacio proprio su quel punto.
D: Da quando ce l'hai?
A: Due anni.
D: C'è un motivo preciso per cui ti sei tatuata un serpente sotto la pancia?
Ci rivestiamo, ci sistemiamo e stiamo buoni per un po'.
A: Il serpente è il simbolo della tentazione, la figa è una tentazione per l'uomo, e io non ero brava a non farmi tentare, non lo sono tutt'ora, è il mio punto debole.
D: E' un bel tatuaggio. –mi sorride.
Senza accorgercene arrivano l'una di notte, torniamo in hotel con l'ennesimo taxi della giornata.
X: Avete consumato in mezzo alla natura eh?
A: Non crede di essere un po' troppo inopportuno? –chiedo acida.
X: Mi scusi signorina.
D: L'hai spaventato. –sussurra ridendo.
A: E' questo l'effetto che provoco sulle persone.
D: Tranne su di me. –afferma.

E' mattina, abbiamo dormito tranquilli stanotte.
Forse mi sono riposata dopo tantissimo tempo che non lo faccio.
Tra una festa e l'altra non riuscivo più a dormire così bene.
Abbiamo l'aereo per il ritorno tra quattro ore, abbiamo solo il tempo di sistemarci e fare colazione.
Mi lavo, mi vesto come ieri e scendo al bar per fare colazione.
La ragazza della reception, gentilmente ci augura buon viaggio e ci dice che siamo molto carini insieme.
Dylan sorride e mi porta al bar dell'hotel a passo svelto.
Sembra come se gli dia fastidio quando le persone dicono così.
A: Sei scaramantico? –chiedo prendendo il cornetto e il cappuccino.
D: No.
A: Quando ci fanno i complimenti, diventi strano.
D: Non mi piace quando fingono.
A: Che intendi?
D: Noi non siamo carini Ashley, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai.
Confusa dalle parole di Dylan, non rispondo e continuo a mangiare.
Mi scendono delle lacrime inconsapevoli durante il viaggio in taxi, ed evito di farmi guardare da Dylan che è diventato improvvisamente freddo e acido.
Arrivati in aeroporto, saliamo di corsa sull'aereo che stavamo per perdere e non ci rivolgiamo parola per tutto il viaggio.

-Sto tornando, puoi venire in aeroporto a prendermi per favore?

Louis non mi risponde, inoltro questo messaggio ad Albert che visualizza subito e mi scrive che sta arrivando.
D: E' 'stato bello. Ci sentiamo. –mi dice uscendo dall'aeroporto.
Sorrido per poi scoppiare a piangere.
Corro fuori e senza volerlo mi scontro con un ragazzo alto e abbastanza palestrato.
A: Scu...-sussurro bloccandomi non appena vedo chi è.
L: Che è successo?
Da dietro spunta Albert che corre ad abbracciarmi.
AL: Ora ci spieghi.
Mi portano in College, lascio quelle poche cose che ho e ci sediamo sul mio letto. Fortunatamente le oche non sono qui.

A: Sono stata davvero bene con lui, sembrava tutto perfetto, forse troppo. –prendo fiato –Sono una cogliona come sempre, mi lascio abbindolare da ogni gesto e da ogni parola... Potete insultarmi quanto volete, me lo merito. –dico piangendo.
AL: Il coglione è lui Ash, ti ha usato.
L: Io lo prendo a pugni questo bastardo. –afferma nervoso.
A: La colpa è mia. Do troppa fiducia a chi non devo.
L: Ti ha portato a Los Angeles per scoparti Ashley, tu ovviamente, presa dal momento gliel'hai data... -riflette.
A: Non doveva andare così.
L: Ad obbligo o verità, avete scopato?
A: Sì...-sussurro.
Esce dalla stanza sbattendo forte la porta, mentre Albert mi abbraccia e mi accarezza i capelli.
Dopo un po' entrano Stefany e Hana, che vedendomi così, iniziano a fare il terzo grado.
AL: Ragazze, non mettetevi in mezzo.
S: Fammi indovinare... Dylan Anderson.
H: Un nome, una garanzia.
S: Fammi indovinare ancora, ti ha portato in un posto che lui ritiene magico, ti ha manipolato, avete scopato e ora non ti saluta nemmeno. –afferma convinta.
La guardo confusa senza dargli nessuna conferma.
Albert mi stringe sempre più forte a sé.
Intanto Stefany continua.
S: Ha pagato tutto lui scommetto...ah e come dimenticare, non ti aveva annunciato niente, quindi non avevi robe e ti ha comprato anche quelle.
A: Stefany basta. –urlo infastidita.
Albert mi porta fuori dal College e troviamo Dylan e Louis che litigano in cortile, poi ci raggiunge Mike che ci chiede giustamente spiegazioni.
Louis dà un pugno forte sul naso di Dylan, che lui ricambia subito.
Mike corre a bloccarli, ma da solo non ci riesce, così mi metto in mezzo io e mi ritrovo il pugno di Dylan vicinissimo alla mia bocca.
Lo guardo intensamente, abbassa subito le braccia e se ne va con Stefany e Hana che sono accorse in suo aiuto.
A: Tu lo odi quanto me, perché lo aiuti? –chiedo, confusa e arrabbiata, a Stefany.
Si limita a guardarmi dispiaciuta e va via con lui.
Abbraccio Louis che mi respinge subito e rimaniamo a guardarci per un po' senza dire nemmeno una parola. Ha lo sguardo deluso, l'ho deluso.
L: Quando capirai chi ti vuole davvero bene Scott? –dice mantenendo il suo sguardo sul mio.
Cerco di afferrargli la mano, ma non me lo permette.
Mike lo allontana da me, però prima di andare via, mi dà un bacio sulla guancia, di consolazione.
Albert fa lo stesso per poi andare via con loro.
Sono sola e la cosa fa tremendamente schifo.

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