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Una settimana dopo...

E' la vigilia di capodanno, da sempre, una delle mie feste preferite.
In Italia sono solita ad andare al concerto della mia città, dove vengono tantissimi artisti.
Qui anche c'è un concerto e ci saranno parecchi artisti americani, però nessuno vuole accompagnarmi e non sono sicura di voler andare da sola.
Sono stanca di vivere in questa casa, con la Sua presenza, per fortuna c'è Brian che non fa altro che crescere e farmi ridere per le sue espressioni facciali.
Ogni volta che io e Louis litighiamo, non ci parliamo per settimane, a volte anche mesi.
Questa volta è diverso, siamo costretti a parlarci a causa dei nostri genitori,motivo per cui voglio tornare in College.
Sono al bar da sola, con il mio pc portatile, accompagnata da una meravigliosa cioccolata calda.
E' tutto tranquillo, fin quando non vedo entrare Albert in compagnia di David.
Sono molto affiatati, spero che almeno a lui vada bene.
Mi salutano con la manina e si siedono ad un tavolo lontano da chiunque.
Sto sfogliando la pagina web del concerto, quando mi sento toccare la spalla da dietro.
L: Ti accompagno io. –sento dirmi.
Mi volto, lo scruto dalla testa ai piedi e gli dico di "no" con il capo.
L: Non hai scelta.
Si piazza davanti a me, chiude il pc, e poggia i due biglietti del concerto sul tavolo.
Il gesto è carino, ma non lo farò vincere così presto.
A: Vai con Mike. –propongo.
L: Mike è a New York con Hana questo week-end. –mi informa.
A: Vai con Albert. –propongo nuovamente.
L: Ho bisogno di risponderti? –indica il loro tavolo.
A: Vendili. –propongo ancora.
L: Per quanto altro tempo devi fare la bambina scema? –chiede esausto.
Non li degno nemmeno di mezza risposta e continuo a sorseggiare la mia cioccolata, mantenendo lo sguardo fisso su di lui. Abbiamo entrambi aria disfida e la cosa mi fa molto ridere. Non a caso, scoppio a ridere e mi guarda stranito.
L: Alle 20.00 pronta. –ammicca andando via.
Ho ceduto.
Non potevo resistere, per troppo tempo, ai suoi occhioni marroni supplicanti.
AL: Cucciola! –urla.
Mi raggiunge e mi accoglie in un affettuoso abbraccio, mentre David va a pagare.
DC: Offro io per tutti! –urla sorridendo.
Oggi sono tutti in vena di gesti carini.
AL: Ho visto che va meglio col tuo Lui. –sorride.
A: Macché, litighiamo sempre.
AL: Siete tornati voi stessi, che bello. –afferma molto da gay.
Ridacchio, ma non glielo faccio pesare.
E' finalmente se stesso e la cosa mi piace.
A: A te piuttosto, come va con il nerd più figo dell'istituto?
AL: Bene, ci frequentiamo, ma ancora niente di che. –sorride ingenuamente.
Lo vedo molto preso e anche David non è da meno, dato che me l'ha appena portato via senza nemmeno dire A.
Torno a casa, per prepararmi per il concerto e trovo Louis in pantaloni neri,camicia bianca e Vans nere e bianche. E' il combo perfetto e lui lo sa.
L: Sbrigati!
I nostri genitori non ci sono ed è strano tutto questo silenzio.
Corro in bagno, mi lavo velocemente, mi piastro i capelli e passo in camera in intimo per cambiarmi.
Lui è sulla soglia della porta a fissarmi in modo inquietante, così gli lancio un cuscino addosso e lo faccio riprendere.
Metto pantaloni neri, maglioncino bordeaux e Vans bordeaux.
Ovviamente fa freddo, quindi il cappotto nero non me lo toglie nessuno.
L: Suderai in mezzo alla folla. –mi avverte.
A: Lo lascio in auto. –propongo.
Segue la mia stessa idea, poiché si accorge dei pochi gradi che ci sono fuori e ci dirigiamo finalmente verso la grande piazza dove faranno il concerto.
A: Ci saranno i fuochi d'artificio? –chiedo con la vocina.
L: Sì. –alza gli occhi al cielo.
Festeggio felice e accendo la radio per cantare ad alta voce.
L: Non consumarle tutte ora, le corde vocali.
A: Le mie sono di ferro. –mi vanto.
Iniziamo a cantare entrambi e questa scena mi ricorda tanto quando stavamo insieme e non facevamo altro che frequentare i locali dove mettevano il Karaoke.
Ci sentivamo un po' come Troy e Gabriella in High School Musical.
Arrivati a destinazione, troviamo un sacco di gente già pronte ad urlare e cantare.
Manca un'ora all'inizio del concerto e muoio dalla voglia di sentirlo.
Come ospite speciale c'è Ariana Grande, una delle mie artiste preferite in assoluto.
Louis mi tiene stretta a sé e la cosa mi piace molto.
Le luci si spengono, lo schermo gigante si accende, il palco si illumina e il presentatore appare al centro del palco come se fosse stato sempre lì.
Iniziamo a urlare e ad applaudire senza sosta, fino all'uscita del primissimo artista.
Dicono sia nuovo.
Lo ascolto per tutto il tempo, senza fiatare, ed è bravo.
L: Niente di che. –mi sussurra.
A: Solo perché è bello.
L: Se quello è bello, io sono un modello. –si vanta.
Ridacchio e continuo a godermi il concerto, mantenendomi salda a lui, in modo tale da non cadere ad ogni spintone.
Dopo ore di attesa, finalmente esce Ariana Grande e incominciamo a cantare a squarciagola senza sosta. E' una bomba.
Non appena finisce il suo spettacolo, Louis mi afferra la mano e mi invita a seguirlo.
A: Non è finito. –mi lamento.
L: Ti fidi di me?
A: Ormai...
Arriviamo davanti a due omoni muscoli, li sussurra qualcosa nelle orecchie e ci lasciano passare.
Stiamo davvero entrando nel backstage?
L: Capisci cosa vuol dire essere figli di genitori importanti?
Non pensavo avesse tutto questo potere il cognome Jones.
Raggiungiamo i divanetti, gentilmente indicati dalla signorina dell'ingresso e aspettiamo con ansia che venga qualcuno d'interessante.
Poggio il capo sulla spalla di Louis, fin quando non vedo una lunga coda castana raggiungere il divanetto accanto al nostro.
L: Non spaventarla. –mi sussurra.
Mi avvicino dolcemente e molto timidamente le chiedo una foto.
AG: Certo, vieni qui!
E' gentilissima, scattiamo tantissime foto e facciamo una storia su instagram,la ringrazio quasi piangendo e corro ad abbracciare Louis che mi prendeva in giro da lontano.
A: Ti voglio bene.
L: Sei sicura? –sorride.

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