Sono le 10am, stanotte ho dormito come un angioletto e sono appena stata svegliata da quello stupido di Louis.
L: Oggi c'è il pranzo di famiglia, con la mia famiglia.
A: Da quando considerate la vostra famiglia? –chiedo assonnata.
L: Ogni capodanno.
Mi toglie le coperte di prepotenza, afferra il mio braccio destro e mi alza dal letto.
A: 10 minuti. –sussurro.
Mi prende come un sacco di patate e mi porta in questo malo modo, in cucina, dove ci sono mamma e Mark che ci fissano sorridenti.
A: Mettimi giù! –urlo.
Obbedisce e mi fa sedere per fare colazione.
MJ: Ho preso i cornetti, lì c'è il tuo. –sorride.
A: Grazie. –sorrido.
Finisco di fare colazione in cinque minuti e corro a prepararmi, poiché Louis mi informa che dobbiamo prima andare al bar per un aperitivo con Albert e David.
Che tortura...
Metto una mini gonna nera, con le calze lunghe nere, un maglioncino color panna e gli stivaletti neri.
L: Wow! –esclama fissandomi.
Mamma: Sei splendida tesoro. –sorride.
Usciamo, prendiamo la mia macchina perché non guido da tanto e ci dirigiamo verso il bar dove ci sono già gli altri due in attesa.
Ci sediamo al tavolo con loro e ordiniamo il nostro aperitivo alcoolico.
Chiacchieriamo tranquillamente quando David non accende una canna proprio davanti a noi, senza pudore.
Spalanco gli occhi e lo guardo confusa.
Albert è tranquillo ed indifferente, non a caso, anche lui tira un tiro dalla sua canna.
Sono sconvolta.
A: Da quando fumereste voi? –chiedo con tono nervoso.
AL: Un po'.
A: Ma che cazzo avete in testa? –mi arrabbio.
AL: Non fare la mammina, tu hai fatto di peggio. –risponde a tono.
A: Mai toccata una canna. –alzo le mani.
DC: A te non frega niente Ash, hai solo paura degli sbirri. –dice senza emozioni.
A: No. Mi preoccupo per voi, che vi succede?
L: Sono fatti loro, la vita è la loro, quindi fregatene.
A: Sono miei amici.
AL: Ash, ci tengo a te, lo sai. Però, non mi piace dare spiegazioni, né tanto meno obbedire, a te.
DC: Ashley, ho imparato una cosa dalla vita...-fa l'ennesimo tiro. –La vera droga non è questa. –afferma indicando la canna. –La vera droga, è la gente, quella che va e viene, quella a cui dai tutto per poi ricevere zero, quella che ami e che poi odi, quella che ti ferisce, ti uccide, per poi dirti un falsissimo "I love you.". –conclude.
Volto lo sguardo verso il basso e sorseggio il mio Spritz.
Qualcosa mi dice che una parte del discorso è riferita a me e al dolore che gli ho provocato.
L: Quindi hai iniziato da poco? –chiede curioso.
DC: Sì, vuoi provare?
L: Ne ho fumate di canne, fratello, poi questa scema qui mi ha fatto smettere. –dice facendomi l'occhiolino.
DC: C'è chi fa smettere e chi fa iniziare. –risponde guardandomi.
Irritata dalla situazione, chiedo a Louis di andare via non appena finisce di ingoiare l'ultimo goccio di Whisky.
Saluto Albert con un bacio sulla guancia, a David mi limito a dirgli "ciao" e andiamo a pagare.
Alla cassa troviamo la cameriera cotta di Louis, che non appena ci vede, sorride a 32 denti.
Offre lui anche per me e lei ci rimane un po' male.
Fanculo.
Mi guarda con aria di sfida, così, dopo aver accettato la sua sfida indiretta, afferro il braccio di Louis e poggio il capo sulla sua spalla.
Louis ammicca e regge il gioco.
Uscendo dal bar, Louis scoppia a ridere e lo seguo ridendo fortissimo.
L: Sei malvagia. –ride.
Non gli rispondo e guido senza lasciarmi distrarre dalla sua risata.
Arrivati a casa della zia paterna di Louis, suoniamo ed entriamo.
E' un appartamento modesto, lei vive al quinto piano, per questo prendiamo l'ascensore.
Pigio il tasto in cui c'è il 5, si chiudono le porte, Louis mi prende dai fianchi e mi bacia intensamente, arrossisco e lo guardo per metà compiaciuta e per metà confusa.
Una volta fermo, usciamo e superiamo la porta d'ingresso.
Zia Kandy: Louis, come sei cresciuto! –urla non appena ci vede. –Lei deve essere Ashley, la figlia della nuova compagna di tuo padre. –sorride.
A: Sì sono io. –sorrido.
Mi abbraccia fortissimo e ci fa accomodare in salone.
Ha un salone immenso, una sala da pranzo né grande né piccola e un cucinino piccolo.
Mi fa vedere tutta la casa e io mi figo interessata per tutto il tour.
Il bagno è grande, la doccia è enorme. Adoro.
La camera dei figli è abbastanza grande ed accogliente e presumo siano maschi visti i colori dei mobili e vista la presenza della PlayStation in bella vista.
La camera da letto è magnifica.
Le faccio i complimenti e come ringraziamento mi abbraccia affettuosamente.
L: Non chiedere di mio zio. –sussurra.
A: E' morto?
L: Sì, due anni fa. –risponde un po' triste.
Dopo cinque minuti, suona il citofono, risponde Louis e da quel che ho capito sono i suoi cugini.
Insieme a loro ci sono anche i nostri genitori che salutano felici.
I cugini in realtà sono maschio e femmina.
B: Piacere Bill. –dice allungandomi la mano.
A: Ashley. –sorrido.
V: Violette. –sorride.
Ricambio il sorriso ed evito di ripetere il mio nome.
A: Quanti anni avete? –chiedo dirigendoci nella loro stanza.
V: Io 9, mio fratello 18. –afferma sorridente.
Dopo intense chiacchierate, su qualsiasi argomento e dopo avermi fatto vedere delle foto di Louis e Bill da piccoli, ritorniamo in sala da pranzo per mangiare.
V: Sembrate una coppia. –sussurra.
Annuisco e sorrido.
I bambini capiscono sempre tutto, senza dire e sapere niente.
Zia Kandy: Allora, Louis, come va con la nuova sorellastra e il piccolo?
L: Tutto bene, zia.
Zia Kandy: E la fidanzatina? –chiede con sguardo malizioso.
Aspettavo questa domanda...
Poggia la sua mano sulla mia coscia e la stringe fortissimo.
Io rido sotto i baffi e Violette se ne accorge, così mi chiede se la sua riflessione fosse corretta.
Le faccio "no" con la testa, ma non mi crede.
Bill è seduto di fronte e mi fissa in modo inquietante.
Dopo che Louis spiega alla zia di stare bene da solo e tutte le stronzate che si dicono quando si è single, riprendiamo a mangiare tranquilli senza ulteriori domande imbarazzanti.
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Te O...?
ChickLit*COMPLETA* Ashley Scott, una ragazza ventenne con una pessima reputazione, ma sempre pronta a difendere sé stessa e gli altri. Non ha paura di niente e di nessuno e si fa rispettare, anche se in modo sbagliato. Trascorre le sue giornate con i suoi t...