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E' sera, dobbiamo andare in un pub con Marie, David ed Albert.
Uscita organizzata dalla nostra rossa preferita.
Mi metto un pantalone nero ed una t-shirt bordeaux, trecce alla francese fatta gentilmente da mamma e sono pronta.
Louis si è messo un jeans ed una t-shirt bianca per mostrare i muscoli che sta facendo da quando ha iniziato ad andare ogni giorno in palestra.
Arrivati al pub, aspettiamo la ritardataria e poi ci accomodiamo.
MD: Ieri mi ha scritto il ragazzo con cui sono stata in discoteca. –dice felice.
A: Vi vedete?
MD: Ovvio. –sorride. –Nessuno mi resiste. –si vanta.
A: Strano, sei single e sola. –dico cattiva.
MD: Perché qualcuno in questa stanza è riuscita a rubarmi il fidanzato facendo la stronza. –afferma.
A: Forse perché quel ragazzo apparteneva già a quel qualcuno.
MD: Sei una stronza.
L: Ragazze, smettetela.
DC: Non vi sopporto più.
L: Manteniamo la calma, godiamoci la serata.
A/MD: Ok.

Appena finiamo di mangiare torniamo a casa e Louis decide di dormire con me.
Oggi ho le mie cose quindi sa che si dormirà davvero.
Mi abbraccia e rimaniamo così per tutta la notte.
Mi sento protetta quando sto con lui, ed è una sensazione bellissima.
Domani mattina alle 10:00 ho un colloquio di lavoro con un'agenzia di moda per fare la segretaria.
Mi ha sempre appassionato quel mondo.
Speriamo bene.

L: Buongiorno amore. –sussurra.
A: Buongiorno. –dico sbadigliando.
Ci alziamo subito dal letto, facciamo colazione e poi ognuno va dove andare.
Louis va in auto col padre per andare in azienda, mia madre accompagna Brian all'asilo per poi raggiungerli, io invece, prendo la mia macchina, metto il navigatore e vado a fare il mio colloquio.
X: Prego?
A: Ho un colloquio di lavoro con...-
S: Ashley Scott. –sento dire dalle mie spalle.
A: Oddio, Stef, che ci fai qui?
S: Alla fine io e Dylan abbiamo deciso di lavorare per quest'agenzia di moda. –sorride.
A: E' vostra? –chiedo sconvolta.
S: Dello zio di Dylan, ma comandiamo noi. –ridacchia.
D: Scott, come stai? –chiede sorridendo.
Li abbraccio entrambi e rimango davvero felice per questa sorpresa.
D: Sei pronta per lavorare per me? –chiede vanitoso.
A: Non proprio, ma okay. –ridacchio.
D: Vieni nel mio ufficio.
Mi fa sedere di fronte la sua scrivania nera piena di oggettini e fogli sparsi, mi sorride e comincia a parlarmi del lavoro.
Non è un vero e proprio colloquio, in realtà mi hanno già presa.
D: Benvenuta Scott. –conclude sorridendo.
A: Grazie Anderson.
Mi apre la porta e mi lascia uscire.

Una volta fuori l'agenzia, raggiungo le strisce pedonali per arrivare dall'altro lato dov'è parcheggiata la mia auto e una macchina a tutta velocità con gli abbaglianti accesi di mattina mi raggiunge a tutta velocità senza guardarmi nemmeno.
Cado a terra priva di sensi e sbatto la testa così forte che sento un tonfo nel mio cervello.
Dopo qualche ora riesco ad aprire gli occhi e l'ambiente è del tutto cambiato.
Vedo delle pareti bianche intorno a me, una flebo attaccata al mio braccio e un ragazzo che piange seduto accanto al mio letto.
E' Louis.
Muovo un dito, l'unica cosa che riesco a fare e questo fa agitare Louis, che chiama subito gli infermieri.
X: Si è svegliata, ma non stressatela. – avvisa.
L: Amore mio, ho avuto paura di perderti.
Non riesco a rispondergli, mentre io vorrei dirgli che probabilmente sto per morire e che lo amo tanto a prescindere da tutto.
Mamma: Ashley, come stai?
Faccio "no" con la testa e scoppio a piangere.
Mamma: Che succede tesoro? Stai bene ora, non preoccuparti.
Ripropongo il "no" con il capo e mi guardano entrambi interrogativi.
X: Dobbiamo visitarla, dovete lasciare la stanza.
Nemmeno il tempo di dire questa frase che il mondo intorno a me si spegne e il macchinario posto accanto al mio letto inizia ad enunciare un lungo suono fastidioso. 

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