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Tre mesi dopo...
E' il mio ventunesimo compleanno.
Siamo nel pieno delle vacanze natalizie.
Il College rimane vuoto.
Seattle si riempie di lucine e alberi natalizi.
Tra una settimana precisa è 25 dicembre, ma sembra esserlo tutti i giorni di questo mese.
L'anno scorso, che era il mio primo anno di Università, sono tornata a Milano per il mio compleanno e per Natale, quest'anno mi tocca rimanere con mia madre e i Jones.
Papà è felice per me, ma non per lui.
Non oso immaginare come deve essere passare il Natale in completa solitudine.
L'unico fratello che aveva è venuto a mancare quattro anni fa e sua moglie è sparita insieme ai suoi due figli.
Non ho nessuna intenzione di festeggiare, quest'anno.
Ho avvertito tutti di non aspettarsi un bel niente.
Sono le 6pm e devo andare al bar con David e Albert, offro solamente al mio ragazzo e al mio migliore amico.
Avrei offerto anche a Mike, ma è andato a New York con Hana.
- Auguri Ash, ti voglio bene. –mi scrive Mike.
Rispondo a tutti i messaggi di auguri e trovo anche quello di Louis, nonostante lo abbia visto stamattina al parco e non mi abbia rivolto la parola.
- Auguri.
- Grazie Louis.
Quanta felicità emanano i nostri messaggi, vero?
Arrivata al bar, quasi puntuale, non trovo ancora nessuno, il led del bar mi acceca e da dietro compaiono loro.
Mi bendano gli occhi e non faccio altro che lamentarmi.

E' tutto buio, non riesco a vedere nemmeno le ombre.
Stringo forte la mano di David e lui fa uguale per farmi sentire protetta.
Mi bloccano al centro del nulla e non dicono niente.
Non mi permettono nemmeno di togliere la benda.
Ricevo un dolce bacio, riconosco le labbra di David e mi spunta un sorriso spontaneo.
Mi aiutano a slegare la benda ed ecco che mi ritrovo davanti a un centinaio di ragazzi che urlano.
Metà College è al mio compleanno.
Mi fa un effetto strano avere tutta questa gente in un giorno qualunque come questo.
A: Grazie. –sorrido imbarazzata.
Stefany e Dylan mantengono dei palloncini color argento che formano la scritta: AUGURI.
E' tutto così perfetto.
D: L'ho rivalutato, è un bravo ragazzo.
S: Auguri tesoro! –urla.
Mi ha stonato un timpano.
Ringrazio tutti continuamente, per poi finalmente mangiare dal buffet che aveva fatto preparare David.
A: Ti amo sempre di più. –gli dico dolce.
DC: Anch'io. –sorride.
Cominciamo a ballare e trasformiamo un semplice bar, in un night club con musica ad alto volume e pieno di gente che muove i fianchi a ritmo di musica.
Stavo ballando felicemente con Stefany e David, quando sento una mano possente toccarmi la spalla. Mi volto per vedere di chi si tratta e lo vedo impalato a fissarmi e ridere di me e dei miei movimenti.
Lo rimprovero in maniera scherzosa e poi mi prendo gli auguri con un grande sorriso, uno di quelli che non ricordavo nemmeno più io.
L: Sto andando via, sono passato solo per vedere la situazione. –mi avvisa.
Annuisco e lascio che superi l'uscita del bar senza nemmeno provare a fermarlo.
Continuo a seguirlo con lo sguardo, attraverso la vetrata, fin quando le macchine non mi occultano la vista.
AL: So che vuoi seguirlo. –sostiene.
A: Non è vero. –mento.
AL: Tre mesi di relazione, non ti sono bastati per dimenticarlo?
A: Non vedi come fa? Come posso dimenticarlo? Lui sostiene di avermi dimenticato e di non provare niente, ma io non ci credo, come posso crederci...? –sclero.
AL: Io non credo nessun dei due. –sorride. – Anche tu neghi di amarlo e sostieni di amare David.
A: E' così.
AL: No. –insiste.
Sorseggio una birra gentilmente portata da Albert dal momento che mi ha visto ferma a guardare l'uscita di Louis e la testa si riempie di flashback che non volevo.
DC: E' il momento migliore. –mi informa.
Mi accompagna vicino un tavolo rettangolare, al centro della stanza e subito dopo ci raggiunge Stefany con la torta con 21 candeline.
Potrei perdere il fiato a furia di spegnere tutte queste candeline.
AL: Esprimi un desiderio. –mi incoraggia.
Sorrido mentre penso al mio desiderio e in seguito ricevo un lungo e intenso applauso.
Scattiamo qualche foto ricordo e poi finalmente ce la gustiamo.
E' buonissima!
Non pensavo che Stef fosse così brava a cucinare.
Finito tutto, cerchiamo di mettere in ordine, fin quando non arrivano gli addetti e usciamo entusiasti della festa.
A: E' stata meravigliosa!
DC: Sono felice che ti sia piaciuta.
Mi accompagna a casa di mia madre, dove mi aspetta la cena di famiglia e con la pancia già piena entro in cucina per guardare mamma che prepara di tutto.
Suona il campanello.
Sono zia Teresa e zio Tom.
Non appena mi vedono, mi stringono fortissimo e mi augurano buon compleanno.
Dopo aver ricevuto mille complimenti per la mia bellezza e la mia crescita, raggiungo la camera di Louis.
L: Posso aiutarti? –chiede antipatico.
A: Sì.
L: Cosa vuoi?
A: Il vecchio Louis, anche quello di qualche mese fa mi va bene.
L: Okay. –si limita a rispondere. – Devo cambiarmi, puoi uscire? –mi chiede.
A: Scusa. –dico uscendo.
Esco delusa, mi aspettavo una reazione diversa e torno in salone con un bel sorriso smagliante per evitare troppe domande.
Zia: E' qui? –mi chiede curiosa.
A: Non è come quando l'hai conosciuto. –la avverto.
Zia: Avete litigato?
A: Da quando ci siamo lasciati, il nostro rapporto non fa altro che peggiorare.
Zia: Secondo me è geloso del tuo nuovo fidanzato.
A: Dici?
Annuisce e raggiunge sua sorella.
Mi siedo sul divano tra zio Tom e Mark e guardo con loro un film natalizio in attesa che sia tutto pronto per essere mangiato.
Louis fa il suo ingresso trionfante e non appena riconosce mia zia, spalanca gli occhi verso di me e lo rassicuro che non si sarebbe fatta scoprire.

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