La giornata trascorre lenta e chiusa in casa si sente in gabbia. Quando accende la tv o guarda internet ci sono sempre più servizi su Kevin, si accorge che praticamente in tutti parlano anche di lei. Spenge nervosamente e rimane per un po' a contemplare lo schermo vuoto. Poi si alza in piedi e afferra il telefono, deve rispondere alle chiamate dei suoi fratelli, di Viky e dei ragazzi della redazione.
Passa più di un'ora al telefono, non sa neanche lei bene che cosa dire, è tutto così assurdo... non ha idea del perché Jack abbia tirato fuori questa accusa dello spaccio di droga . E poi Kevin all'epoca dei fatti era minorenne, quindi non perseguibile legalmente, sospira pensando che è solo un modo per screditarlo agli occhi del pubblico.
Guarda l'orologio in continuazione, quando finalmente è finita la partita prova di nuovo a chiamare Kevin più volte ma senza fortuna, allora decide di riaccendere la tv : lo vede uscire dagli spogliatoi , ha lo sguardo cupo e la cicatrice sul sopracciglio lo fa sembrare ancora più minaccioso. Si ferma davanti al muro di giornalisti cercando di apparire accomodante.
Sam alza il volume per ascoltare le sue dichiarazioni, lo assediano e ha mille microfoni puntati addosso
'Ragazzi risponderò solo ad alcune domande che immagino non riguardino la partita, sono stanco, voglio andare a casa. Facciamo in fretta, ok?' Si guarda intorno 'Tu'
Indica un giornalista che riesce ad avvicinarsi e pizzargli il microfono davanti
'Cosa dici delle dichiarazioni che ha fatto il tuo tutore?'
'Non è più il mio tutore da un bel po' e ovviamente sono dichiarazioni senza fondamento. Jack Finn ha cercato di ricattarmi sperando che per evitare l'attenzione dei media avrei pagato la cifra richiesta, sa bene che non amo parlare della mia infanzia . Adesso che ha visto che non avrà un dollaro da me ha pensato bene di farseli dare per rilasciare interviste assurde, sicuramente cavalcherà l'onda il più possibile.'
Un'altra voce grida
'Hai qualcosa da nascondere?'
'Ho vissuto in un istituto prima che mi affidassero a Jack che diciamo non è mai stato un padre modello, non è il genere di argomento di cui parlo volentieri ma no, non ho niente da nascondere. Dopo tutto non sono io ad essere stato arrestato due volte, la vostra fonte non è troppo credibile.'
Sorride facendo cenno ad un altro giornalista di parlare
'Vendevi droga per conto suo?'
Kevin sorride, ma è un sorriso gelido che fa tremare Sam mentre lo guarda assorta dall'altra parte dello schermo, le braccia strette sotto il seno.
'Mi sopravvalutate ragazzi. Ero solo un ragazzino dopo tutto, avevo quanto 14? 15 anni?... e davvero pensate che un uomo come Jack avrebbe affidato a me la distribuzione delle sostanze che produceva in cantina? Non mi attentavo ad andare là sotto ve l'assicuro e non avevo idea di cosa facesse. Probabilmente non l'avrei capito neanche se l'avessi visto coi miei occhi... e in caso contrario sarei corso dritto dritto ai servizi sociali.'
Scuote la testa scoraggiato.
'Studiavo e passavo sul ghiaccio il resto del tempo... come i miei coetanei, dopo tutto gli inverni erano freddi e lunghi e non avevamo molto altro da fare. Comunque anche se non sembra interessarvi abbiamo vinto anche oggi, grazie per il vostro tempo. '
E così dicendo alza le mani in un gesto di scuse mentre fende la folla rifiutandosi di rispondere ad altre domande, dirigendosi con la borsa sull'autobus che lo sta aspettando. Mentre sparisce all'interno del mezzo le riprese finiscono e la telecamera torna a concentrarsi sulla commentatrice televisiva.
Sam spenge la tv, pensierosa. Sa che è impossibile che un ragazzino pianifichi lo spaccio di stupefacenti per conto di un criminale come Jack, ma qualcosa nello sguardo che ha visto negli occhi di Kevin l'ha profondamente scossa. Si chiede perché non le risponda al telefono, si chiede perché non l'abbia svegliata la sera prima o se ne sia andato senza salutarla quella mattina. Sembra che abbia qualcosa da nasconderle.
Deve uscire per andare in redazione. E' nervosa.
Perché non le risponde? Sa che non dovrebbe dubitare di lui.. ripensa a quello che le ha detto ' ..ci sono cose nel mio passato di cui non vado fiero...' in un attimo le tornano i mente le foto che lei ha fatto da giovane. Quelle che Mike ha fatto magicamente sparire. Quando sei giovane triste e sola fai cose stupide, si chiede quanto Kevin si sia sentito giovane triste e solo durante la sua lunga infanzia infelice, senza nessuno che gli desse una mano.
Non vuole pensarci, non fino a sera, quando tornerà a casa dopo la diretta e dovranno finalmente parlare. Sa che c'è qualcosa che non gli ha detto, sa che non vuole raccontarle come è stata la sua infanzia, ma si chiede se dopo tutto non sia arrivato il momento di parlarne.
Chiude la porta alle spalle e và in redazione, già immagina il comitato di accoglienza che troverà. Per fortuna ha avvertito Adam che l'aspetta all'ingresso posteriore per aprirle la porta di servizio, non ha nessuna voglia di farsi sventolare in faccia i microfoni.
'Grazie Adam, non si sa mai... hai visto oggi i giornali?'
Adam annuisce grave
'Mi dispiace Sig.a Fox, ho letto. I cronisti sono assiepati davanti all'ingresso in attesa che arrivi.'
'Bhè vorrà dire che per qualche giorno avrò bisogno di te, non ho nessuna intenzione di rilasciare alcuna dichiarazione.'
'Non c'è problema.' Le sorride debolmente ' Il Sig. Hunter ha avuto coraggio, non dev'essere facile averci a che fare...'
'Speriamo solo che trovino presto un altro osso da rosicchiare!'
Sente che richiude la porta alle sue spalle con la chiave ' E' un problema se stasera esco da qui?'
Adam scuote la testa, disponibile come sempre.
'Mi dica solo a che ora , così prima do un'occhiata e le faccio sapere se c'è via libera.'
Sam sorride mentre si avvia verso gli ascensori
'Grazie mille, a stasera!'
Quando molte ore dopo sgattaiola fuori dalla stessa uscita con l'aiuto di Adam è molto meno pimpante. Il pomeriggio in redazione è stato snervante, le sembra di avere gli occhi di tutti addosso ed in trasmissione non sa come comportarsi.
Da un lato non vuole fare finta di niente col suo pubblico, dall'altro non sa come affrontare l'argomento visto che Kevin le ha chiesto di starne fuori il più possibile. In più è tutto il giorno che guarda il cellulare sperando che Kevin si faccia vivo, ma niente!
Ha bisogno di lui.
Di sapere cosa gli passa per la testa, di sentirsi utile.
Le ha promesso di non chiuderla fuori, ma è proprio quello che sta facendo. Ha di nuovo un'armatura impenetrabile, Sam sospira mentre si dirige verso la fermata della metro. Capisce la necessità di proteggersi dal mondo, da tutti, ma non da lei: non può stare senza di lui, non più!
Guarda l'anello che scintilla abbagliante al suo dito. Ha sempre considerato queste cose insignificanti, superficiali, sdolcinate, ma da quando glielo ha regalato si accorge di non esserselo mai tolto. Si accorge che vuole quello che un anello così rappresenta: un impegno. Una famiglia, un futuro, qualcuno che sia sempre presente nella sua vita, di cui potersi fidare, che la faccia sentire viva con cui costruire qualcosa di duraturo.
Non c'è nessuno a parte Kevin che riesca a farla sentire così.
Contempla quella pietra scintillante e si chiede cosa l'aspetti a casa, sono giorni che sente la sua mancanza e adesso che è tornato è come se non ci fosse davvero. Sente una lacrima tra le ciglia ma la tira via con un gesto veloce della mano, stizzita.
No, non lo lascerà decidere ancora una volta al posto suo, solo lei sa cosa è giusto per la sua vita e l'unica cosa che vuole è averlo accanto. Raddrizza le spalle e alza il mento fiera... e se non se ne rende conto da solo glielo farà capire lei.
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Mai più senza di te ( Continuo di : Mai più con te)
RomanceSam e Kevin sono a un passo dal vero inizio o dalla fine della loro storia. Devono prendere un decisione: superare i loro limiti e le incompatibilità reciproche, fidandosi davvero l'uno dell'altra e andare avanti nella loro storia d'amore senza sp...