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Quando Kevin parcheggia la sua McLaren 720S spider Abyss Black, il suo umore è tetro come il colore della sua auto. Scende e si avvia verso l'ingresso della sede societaria dove il presidente lo sta aspettando assieme a Jack, il suo procuratore; Price, il suo avvocato; e sicuramente un'altra decina di damerini incravattati.

Nel pomeriggio hanno allenamento e prima d'incontrarsi con il resto della squadra deve chiarire la situazione con George e la società. Tra pochi giorni ci saranno i play off, dovranno fare fronte compatto davanti alla stampa e agli avversari, non si può permettere di fare l'offeso per la telefonata della sera prima. Ci tiene alla squadra, vuole vincere il campionato, deve riuscire a mantenere i nervi saldi e affrontare l'incontro con freddezza.

Anche se quando ripensa a Sam, che ha lasciato ancora addormentata nel loro letto, col viso coperto di lividi ed il naso ancora gonfio si sente ribollire di rabbia e vorrebbe solo spaccare qualcosa. Vederla così è una pugnalata al petto ogni volta, e se pensa a quello che le sarebbe potuto accadere... non riesce a toglierselo dalla testa. Se la guardia del corpo che aveva assunto non avesse fermato Ben mentre la stava portando fuori dal loro appartamento semisvenuta...

Sale in fretta gli scalini e varca l'ingresso. Saluta con un cenno l'uomo della sicurezza e le ragazze alla reception e decide di salire le scale per raggiungere gli uffici al piano di sopra, niente ascensore.

Ha bisogno di calmarsi un po'.

Quando arriva al primo piano lo accoglie un arioso open space, la luce del sole entra dalle pareti di vetro e una decina di ragazzi lavorano alacremente a chissà cosa, davanti ai loro computer ovviamente Apple. Si dirige verso l'ultima scrivania a sinistra, dove Debby la giovane segretaria di George sta parando animatamente al telefono.

Appena lo vede il suo volto s'illumina e la bocca rossa scarlatta s'incurva in un sorriso radioso.

In passato avrebbe approfittato della plateale ammirazione di questa giovane donna, flirtare con le ragazze attraenti è sempre stata la sua specialità. Lo ha sempre trovato divertente e dopo un caffè se ci scappava qualcosa di più ... perché no, dopo tutto ogni lasciata è persa. Si stupisce nel constatare per l'ennesima volta che da quando Sam è ricomparsa nella sua vita, non è più così.

Ripensa a come è stato possederla la notte prima, alle sue gambe affusolate che lo stringevano, la sua pelle profumata, quei capelli meravigliosi. Non vede l'ora di tornare a casa per rifare tutto da capo.

'..... Sig. Hunter?'

Si accorge che Debby gli sta parlando.

'Scusa?'

Lei sorride accomodante.

'Il presidente la sta aspettando, Sig. Hunter.'

Lui fa un gesto distratto di assenso.

'Perfetto.'

Varca la soglia e si stupisce nel constatare che sono solo in due, lui e George in piedi davanti alla scrivania. Jack e l'avvocato Price non si vedono da nessuna parte e anche gli scagnozzi del presidente non sono nei paraggi.

Lo guarda con curiosità per capire che cosa ha in mente, mentre lo saluta con un cenno del capo.

'George'

'Kevin'

Si studiano per alcuni secondi, restando in piedi.

'Prego'

George gli fa segno di accomodarsi nel piccolo salottino al centro della stanza, e senza aspettare che segua il suo invito si accomoda su una delle poltrone di pelle scamosciata.

Kevin lo imita circospetto. Dopo la telefonata del giorno prima si era aspettato un'accoglienza di tutt'altro tipo, decide di lasciargli la prima mossa .

'Mi fa piacere che tu sia venuto. Dopo la nostra conversazione accesa di ieri sera ho pensato fosse meglio incontrarci di persona per cercare di affrontare tutta questa situazione in modo diverso... diciamo così.'

Kevin lo guarda senza replicare, in attesa.

'Ho parlato con Diana, mia moglie. Le donne ... sono più intelligenti di noi, non c'è niente da fare! -Ride divertito della sua stessa battuta - Ricordatelo sempre, se deciderai mai di sposarti... lei mi ha fatto capire in un attimo quello che proprio io non riuscivo a vedere.'

La risata s'interrompe e il suo sguardo penetrante si fissa in quello di Kevin.

'Cosa?'

Chiede lui freddo.

'Non riuscirò mai a convincerti a farle ritirare quella denuncia. Né coi soldi, né con gli ingaggi, vero?'

Dal suo tono rassegnato è chiaro che conosce già la risposta, ma Kevin gliela dà ugualmente.

'No'

Il presidente sospira, e si appoggia stancamente allo schienale della poltrona.

'Allora mettiamola così: io tengo a questa squadra e alla mia società tanto quanto tu tieni a Sam. E non m'importa se quello che è accaduto è sbagliato. Non m'importa se moralmente dovrei sbattere Ben in galera e buttare via la chiave, senza di lui non possiamo vincere è io voglio vincere.'

Si soppesano reciprocamente con lo sguardo. E' Kevin il primo a parlare

'Anche io voglio vincere. E dopo Sam la cosa a cui tengo di più al mondo è la mia carriera. Farò di tutto sul campo per portare a casa la vittoria , con o senza Ben.'

George sorride, annuendo piano.

'Ne sono felice, ma questo non toglie che senza di lui le nostre chance di vittoria scendano vertiginosamente ...'

'Non so che farci. Io ho parlato chiaro fin da subito : non ero d'accordo all'idea di lasciare Ben a piede libero dopo la seconda aggressione. Non lo volevo come compagno di squadra ma ho accettato il compromesso, abbiamo seguito la soluzione della terapia pensando potesse essere sufficiente. Adesso è evidente che non è stato così.'

Kevin si sporge in avanti e appoggia gli avambracci sulle ginocchia.

'Capisco che la situazione attuale non le vada a genio, ma non cambierà. Ben è un criminale e dovrà rispondere in tribunale di queste accuse. Ma sono realista, probabilmente troverà un modo per patteggiare e non finire in galera, quindi probabilmente l'anno prossimo sarà di nuovo in campo e lei avrà il modo di far fruttare il suo investimento vendendolo a qualche squadra negli US. Per quest'anno però è andato, si rassegni..'

Lo guarda serio

'Da come la vedo io ha due opzioni : mettersi contro di me e perdere capra e cavoli, oppure scegliere di fronte unito davanti alla stampa ed ai giocatori.' Kevin prosegue, sà che deve convincerlo, non avrà una seconda possibilità. ' Si schieri dalla mia parte al cento per cento presidente davanti ai giornalisti ed ai giocatori, e io le prometto che darò il sangue in ognuna delle sette partite che ci rimangono da giocare. Non posso garantirle la vittoria, ma ha la mia parola che ci proveremo e se non andrà come vorremo l'anno prossimo potrà cominciare la stagione sapendo che il gruppo c'è, e che siamo arrivati a un passo dalla vittoria.'

Si guardano seri per interminabili attimi, poi George sospira e acconsente rassegnato.

'A quanto pare non ho molte alternative, ragazzo. Non ti pare?'

E gli porge la mano per suggellare l'accordo con una stretta.


Mai più senza di te ( Continuo di  : Mai più con te)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora