PROLOGO

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NOTA AUTRICE:
Prima di leggere questo spin-off va consigliata la lettura prima della trilogia "My Boss - Il Mio Capo" e poi dello spin-off "My Protector - Il Mio Protettore" che trovate sul mio profilo, per facilitarne la lettura e capirne tutti i passaggi. Buona lettura!

BUENOS AIRES, ARGENTINA

I documenti da firmare erano tanti, ma ne sarebbe valsa la pena. Anche l'ultimo clan mafioso si era abbassato alla sua volontà ed ora chiedeva di essere governato da lui, il re dei re. Lui stesso lo sapeva mentre firmava quei documenti e non poteva che sorridere. Quel lontano giorno di venti anni prima aveva segnato la sua salita al trono, che gli toccava di diritto. Era il capo mafioso incontrastato di tutto il Sud America e di parte dell'Europa, e non si sarebbe fermato fin quando non avrebbe avuto tutto il mondo in suo potere. Era rispettato da tutti e lo sapeva. E di una cosa era contento: non aveva mai toccato persone innocenti, o donne, o bambini. La sua sete di potere era verso le persone cattive, quelle malvagie. Il suo obbiettivo era farla pagare a tutti quelli che credevano di essere grandi, ma che in realtà erano solo dei tiranni. Fortunatamente la sua donna lo aveva capito, anni prima. Le aveva proposto subito di sposarlo, e inaspettatamente lei aveva accettato, diventando la regina della mafia, la più bella di tutte. Samia era sempre nei suoi sogni, ma a differenza di questi, lei era soprattutto una realtà. Una realtà che gli aveva donato una figlia straordinaria. E mentre pensava a quanto fortunato fosse, lo squillo del telefono lo fece tornare coi piedi per terra. Rispose subito al secondo squillo.

'Riveira che parla. Chiunque tu sia spero abbia una buona ragione per disturbarmi.' Rispose, godendosi il suo potere e sorridendo divertito.

'In realtà credevo di aver chiamato Babbo Natale per chiedergli se la mia letterina gli era arrivata. Secondo te, Riveira, ti avrei chiamato se non avessi una buona ragione per farlo? Sai quanto non ami sprecare il mio fiato, soprattutto con quelli come te.'

'Eppure vedo che sei diventato alquanto eloquente, mio caro Valente, e soprattutto ironico: scommetto che dobbiamo questa qualità alla tua mogliettina.' Lo prese in giro, guadagnandosi un ruggito. 'Ma ti ricordo, Valente, che quello con cui stai sprecando fiato ti mantiene le spalle al sicuro da quasi vent'anni. Non te lo scordare. Potremmo addirittura definirci...amici.' Sorrise ancora. Sapeva quanto lo avrebbe fatto infuriare. In bene ovviamente.

'Quando hai finito con il tuo pomposo ego, arriverei al motivo della mia telefonata. E, sul serio Riveira? Amici?'

'Gli amici si guardano le spalle l'un l'altro. Ah, ma hai ragione! Io sono tuo amico senza dubbio, ma tu? No di certo. Chi è più egoista ed egocentrico tra me e te? Tu non fai altro di godere dei miei favori, mentre io-'

'-mentre tu sei su quel trono immaginario grazie al sottoscritto. Siamo pari, Riveira.'

'Va bene, va bene, avevo dimenticato quanto fossi permaloso... Vediamo, quale altro favore vuoi?' Chiese ormai annoiato. Cosa ci vedevano tutti in quell'uomo? Era riuscito ad avere una fama incredibile in tutto il mondo da quando era entrato nell'editoria. La casa editrice più famosa al mondo portava il nome dei Valente. Era semplicemente ridicolo.

'Ulteriore protezione.' Rispose semplicemente.

'Mi sembra esagerato, Valente. Hai degli uomini che vi guardano le spalle in ogni momento, soprattutto per i tuoi figli. Cos'altro ti serve ancora? Stai diventando paranoico, te l'hanno mai detto?' Rispose incredulo. Nessuno avrebbe mai toccato i Valente dopo quelle misure di sicurezza, e infatti, a parte un solo attentato alla casa editrice di Valente, nulla era più accaduto.

'Me lo ripetono continuamente mia moglie e le mie tre figlie, grazie per ricordarmelo anche tu.' Rispose nuovamente ironico.

'Non c'è di che. Quindi? Cosa ti passa ora per la testa?'

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