MIA
Non sapevo cosa significasse mantenere un segreto fino a quel momento. E non sapevo quanto fosse difficile tenerlo per me senza rivelare agli altri neanche il minimo dettaglio. Capii che per farlo dovevo evitare tutti. Se lo avessi fatto, mi sarebbe stato più facile non svelare quel terribile segreto che avevo scoperto e che mi tormentava ogni giorno e ogni notte durante i precedenti dieci giorni. Non riuscivo ancora a mentalizzare, a darmi una spiegazione a tutto ciò, e zio Yago non mi aveva dato alcun altro chiarimento al riguardo. Si assicurò di scappare via il giorno successivo, probabilmente per non avere più a che fare con le mie domande "invasive". Non le avrei chiamate personalmente in quel modo. Le mie domande sarebbero state più che altro "meritate". Sì, perché meritavo delle risposte, tutti lo meritavamo. Meritavamo di sapere come mai lui era lì in mezzo alla nostra famiglia, perché zia Bella l'aveva accettato e perché la mia famiglia, ciascuno di loro, chiudevano bocca al riguardo. Forse capivo che volevano proteggerci da quel terribile segreto, forse avrei fatto lo stesso se i figli fossero stati i miei, ma si trattava comunque di un segreto impossibile da digerire. E se lui fosse tornato ad essere quella persona schifosa? Se lui fosse tornato sui suoi passi a rapire e violentare ragazzine per il puro gusto di farlo? Se avesse fatto del male a me e Mel quando eravamo bambine? No, Mia, ricorda che i momenti passati con lui sono sempre stati meravigliosi, è sempre stato lo zio perfetto. Ma quella brutta notizia sembrava aver eclissato tutto il passato insieme e mi aveva lasciato solo l'amaro in bocca. Non riuscivo più a vederlo come zio Yago, ma l'immagine era quella del mostro terribile che era Tristan Monteiro. Ora capivo perché sulla carta risultava morto e sepolto. Il suo cambio di identità aveva fatto sì che si perdessero completamente le tracce di lui.
La mia testa era come un pozzo di informazioni e di confusione. Sentivo che mi sarebbe scoppiata da un momento all'altro se non avessi fatto qualcosa. Ecco perché preferivo isolarmi e leggere libri: avrei evitato le occasioni per svelare il segreto e avrei passato del tempo da sola come un tempo. Tutte erano infuriate con me, soprattutto mia sorella e Amina. Non capivano perché le trattavo in quel modo. In molte mi cercavano ed ero grata di questo, ma avevo paura. Non volevo mi si leggesse tutto in viso. Anche Mendes mi aveva continuamente cercata dall'ultima volta che mancai di rispondere al suo invito, ma non avevo alcuna voglia di imbattermi in una sorta di amicizia/relazione con lui. Era troppo carino, ma non riuscivo a pensare ad altro tra di noi.
E Axel...beh, lui aveva rispettato la mia solitudine, il che era stato un miracolo. Almeno fino a quel momento, quando mi si avvicinò mentre leggevo un libro. Finsi indifferenza.
'Hai finito con questa recita?' E ricominciò con la sua arroganza da buffone.
'Non sto recitando. Lasciami in pace.' Risposi acida.
'Invece lo stai facendo. Scappi da tutto e da tutti come se fossero appestati e ti comporti da codarda. Hai paura di affrontarli per caso?' Mi provocò. Si guadagnò finalmente la mia occhiataccia. Chiusi rumorosamente il libro che stavo leggendo, un libro che mi stava portando nel famoso regno di Heredest.
'Non ho tempo per le tue provocazioni, Andersen. Non dette da te, il codardo numero uno.' Risposi fingendo calma. Dentro ero un uragano pronto a sferrare il suo attacco.
'Rispondi alla mia domanda, Mia.' Mi ordinò. Lo fissai per un periodo interminabile.
'Non sei mio padre, Axel.' Gli dissi sfidandolo.
'No. Non lo sono. Ne sono consapevole viste le mie fantasie su di te.' Ammise facendomi sgranare gli occhi per un momento. Cercai di ricompormi. Fantasticava su di me? 'Ora rispondi.' Ordinò ancora, al che mi alzai pronta a tornare nella mia stanza.
Feci qualche passo più in là.
'Ferma! Non fare un passo in più.' La sua voce era minacciosa. Mi bloccai lì senza voltarmi.
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Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔
RomanceCOMPLETA! 'Beh, che si fa?' Esclamai. 'Ci si presenta o no?' Dissi senza pochi giri di parole. I loro sguardi si posarono su di me, notando il mio abbigliamento poco femminile rispetto alla gonnellina rosa di mia sorella. 'Avete problemi?' Chiesi l...