4. LA COLUMBIA UNIVERSITY

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MELISSA

Ero super-mega-maxi eccitata! Eravamo arrivate in quella che da quel momento in poi sarebbe stata casa nostra! Non che una scuola era il posto più eccitante in cui vivere, ma per me e mia sorella, che eravamo due secchione di prima categoria, quello era il posto giusto per noi. Era proprio come nelle foto, un sogno divenuto realtà. Avevamo fatto il test di ammissione in una delle università di Milano, e quindi a distanza, grazie al gemellaggio che aveva in comune con la Columbia University. Non sbagliammo un colpo in quel test e automaticamente venimmo selezionate grazie al nostro grado di intelligenza massima, modestamente parlando. La mamma ci aveva sempre detto che tutta la nostra intelligenza era dovuta al suo gene perfetto, ma papà non era mai stato d'accordo, ovviamente. Ma dettagli. Mi piaceva pensare di essere caratterialmente identica a mia madre, perché era e sempre sarebbe rimasta il mio esempio di vita da seguire. Anche se ero leggermente permalosa come papà. A lui non potevi dir nulla che se la prendeva. Beh, io ero quasi lo stesso, solo non così noiosa come lui. Mia, d'altro canto, era silenziosa e taciturna come papà, ma leggera come la mamma. Perdonava facilmente, era di una generosità enorme e si sarebbe fatta in quattro per gli altri. Io ero più calcolatrice.

'Mel, chiudi quella bocca e seguici all'ingresso!' Clarissa interruppe i miei pensieri facendomi voltare verso di loro.

'Ehi! Aspettatemi!' Dissi loro quando notai che si erano avviate senza di me.

Lasciammo così le valigie in macchina per recarci nella direzione e registrare il nostro arrivo. Fortunatamente Milly era di casa oramai, e conosceva il posto alla perfezione. Arrivammo in poco tempo all'ufficio e notai che non eravamo le uniche. Una fila di ragazzi e ragazze erano lì per lo stesso motivo.

'E noi dovremmo aspettare tutte queste persone?!' Dissi girandomi verso di loro.

'Mi sembra più che normale, Mel. Non abbiamo il pass esclusivo per passare in cima alla fila.' Replicò Mia annoiata. Sapevo che la cosa non piaceva neanche a lei, ma orgogliosa non l'avrebbe mai detto.

'Beh, il cognome Valente dovrebbe valere a qualcosa qui, giusto Milly? Nostro padre e nostro zio sono famosi in tutto il mondo dopotutto.' Cercai di trovare un modo per saltare la fila.

'In realtà, cara cugina, non siamo le uniche con i padri milionari, sai? Tutti questi ragazzi qui sono più o meno figli di papà. Altrimenti non si spiegherebbe la loro presenza in un'università in cui devi pagare una retta annuale da capogiro. Perciò fa la brava e aspetta come tutti.' Disse da matura cuginetta che era.

'Va bene, mammina.' La presi in giro.

'Mel, sai quanto mi infastidisca che mi chiami in quel modo!' Sbottò. Lo sapevo eccome. Il mio sorriso si trasferì su tutto il mio volto. Qualcuno si schiarì la voce.

'Credo che la dobbiate smettere, ragazze. State dando spettacolo!' Era Clarissa, imbarazzata dallo sguardo che gli altri ci stavano dando.

'Beh, tanto non ci capiscono mica. Parliamo in italiano tra di noi e loro no. Che continuino a fissarci.' Risposi dando occhiatacce in giro.

E poi una voce più che italiana ci fece voltare.

'Ehm, non che voglia disturbare, ma non ho potuto far altro che ascoltare la vostra accesa conversazione...volevo solo chiedervi se questo è il posto giusto per la registrazione...' Disse la ragazza davanti a noi con un accento siciliano, mora e più o meno della nostra altezza, fissandoci con i suoi occhioni.

'In realtà ci stavi spiando-' Feci per dire, ma la "mammina" mi interruppe.

'Certo! Sei nel posto giusto! E tu sei?' Le chiese Milly. La guardammo tutte.

Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora