31. ...FINO A CADERE GIÙ

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MIA

Non poteva essere vero. Stavo vivendo un incubo. Papà era solo nella mia immaginazione e non poteva essere fuori. Rimasi con occhi sgranati per secondi interminabili.

'LO RIPETO UN'ULTIMA VOLTA! TOGLI QUELLE SPORCHE MANI DA MIA FIGLIA SUBITO E FAMMI VEDERE LA TUA FACCIA PERCHÉ TRA POCO NON CE L'AVRAI PIÙ!' Urlò ancora una volta. No, non era nella mia immaginazione. Papà era davvero lì fuori e stava minacciando Axel.

Feci per guardare quest'ultimo e lo trovai intento a fissarmi con i pugni chiusi.

'Che aspetti a ricomporti??' Sussurrò guardandomi da testa a piedi. Oh. Dimenticavo. Ero ancora mezza nuda. Sentii il fuoco arrivarmi alle orecchie ed ero sicura di essere diventata rosso fuoco.

Ci misi appena un secondo a farlo mentre papà continuava a sbattere le mani contro la nostra porta e a gridare cose incomprensibili. Ma prima di aprirla, misi una mano sul braccio di Axel.

'Non fare sciocchezze, per favore. Mio padre è esperto nelle lotte corpo a corpo e vorrei che tu non reagissi in malo modo. Ricorda che è solamente geloso di sua figlia. E lascia parlare me.' Gli sussurrai sotto il suo sguardo attento.

Poi mi girai e aprii piano la porta trovandomi di fronte proprio papà in tutto il suo splendore e la furia dipinta sul suo volto.

'Papà-' Ma non riuscii neanche a menzionare la seconda parola che con un movimento afferrò il mio braccio e mi spostò dietro di lui dove Golia, la sua guardia gigante, aspettava a braccia incrociate.

Vidi Axel fare qualche passo avanti fino a trovarsi dov'ero io pochi secondi prima. Non era affatto spaventato, anzi.

'Problemi, Valente?' Chiese inclinando la testa da un lato. Cosa di "fa parlare me" non aveva capito??

Papà fece quell'ultimo passo avanti fino a trovarsi faccia a faccia con lui.

'Io ti ammazzo, Andersen. Tu mettile di nuovo le mani addosso e giuro che lo faccio.' Disse in tono così freddo, ma stranamente calmo. Sapevo che stava per esplodere.

'Lei parla come se avessi messo le mani su sua figlia per farle del male, quando tutto ciò che stavo facendo era farla godere. Chieda a sua figlia. Sarà felice di dirle che le stava piacendo un sacco.' Gli rispose arrogante. Cosa aveva appena detto?? Ma era un pazzo?? Voleva firmarsi la condanna a morte??

Papà lo afferrò per la giacca fino a sbatterlo contro la parete più vicina.

'Mia figlia non si tocca, sporco bastardo, ti è chiaro??' Gli urlò in viso. Axel aveva un'espressione soddisfatta.

'A me sembra che sua figlia sia in grado di decidere da sé. Perché vuole tanto comandare le sue scelte e la sua vita?' Gli chiese calmo, ma senza alzare un dito.

'Perché ancora non ha capito con che razza di uomo sta avendo a che fare. Lei non starà mai con un assassino. Non le permetterò di rovinarsi la vita.'

'Ma ora è stato lei a rovinarle il momento. Se fosse arrivato qualche minuto dopo, le avrei fatto provare l'orgas-' E il pugno di papà lo colpì forte sulla guancia con quanta più forza possibile, provocandogli una ferita. Mi misi le mani al viso dallo shock. 'Io sono pure un assassino, Valente, ma lei non è meglio di me. Se lo ricordi.' Aggiunse dolorante.

'Papà, basta!' Urlai da dietro. 'Smettila!'

'Sta zitta, Mia, perché mi devi dare tante spiegazioni dopo.'

'Lascialo andare! Lui non ha nessuna colpa!' Mi avvicinai a loro. Papà mi guardò senza lasciare Axel. 'Lui non ha forzato le sue mani su di me! Io ne volevo quanto lui, ok? Sarà anche l'errore più grande della mia vita, ma sono consapevole di ciò. Ora lascialo andare.' Gli dissi ferma e decisa.

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