34. LA NUOVA REBEL

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MIA

Mi servirono due settimane per digerire tutto ciò che era successo. La delusione di sapere che Axel aveva sempre finto con me o almeno che non mi aveva mai ritenuto importante era ancora impressa dentro di me. Probabilmente voleva solo infilarsi nelle mie mutandine come tutti i ragazzi. Ma avevo smesso di piangermi addosso per quello e per la vergogna di essere stata scoperta ben due volte da papà in atteggiamenti poco piacevoli alla sua vista. Dopo due settimane mi sentivo finalmente libera di respirare e di camminare a testa alta. Avevo avuto richiami da Amina, Giuliana, Lucy, Clarissa e tutte le altre ragazze, che grazie alla mia sorellina che aveva la bocca aperta quanto un portone, aveva sbandierato tutto ai sette venti. Ma ormai ero entrata nell'ottica che, una volta nel gruppo, tutti avrebbero saputo tutto di tutti. Ovviamente dopo i richiami c'erano stati gli abbracci e quindi ci volevamo bene più di prima. Mamma e papà volarono via la mattina seguente al fatidico giorno, e zio Yago sembrava essere al sicuro. Almeno non era ancora morto. Avevamo provato a capire quale fosse il problema e cosa dovevano farci gli Andersen con quelle informazioni segrete, ma senza risultati. Forse avrebbero colpito quando meno ce lo fossimo aspettate? Chissà. Fatto sta che ora eravamo immerse nello studio senza ombra di gemelli idioti attorno a noi. Stavano sul serio facendo i bravi e ubbidendo a papà standoci alla larga. Almeno per quel che potevano, visto che erano sempre le nostre guardie del corpo. Clarissa, invece, a parte l'attacco di panico che ebbe nel sapere che quei cretini avevano informazioni segrete su suo padre, sembrava essersi calmata. O almeno sembrava su di giri. Le rose continuavano ad aumentare nel suo armadietto e lei sembrava essere consapevole da chi arrivavano, ma era cocciuta come un vaso cinese e non voleva dirci nulla al riguardo, nemmeno a Mel o a Lucy.

E quel giorno, a fine corsi, ci radunammo in cortile come eravamo solite fare. Non che ne ero felicissima. Forse ero più felice prima in solitudine.

'Notizie su Shawn?' Marianna non era ancora stata fortunata nell'incontrare il suo idolo, così come Ludovica. Sembrava volatilizzarsi nel nulla.

'Abbiamo saputo che fa probabilmente corsi privati.' Rispose Eleonora.

'Anche se le Rebels lo hanno già incontrato e si vantano in giro per questo...' Continuò Federica.

'Possibile che stanno sempre al centro dell'attenzione?' Chiese Marica.

'Possibilissimo. Hanno agganci forti e possono spostare il mondo...' Disse Morena.

'Dobbiamo escogitare qualcosa...' Pensò Ludovica. 'Non è possibile che frequentiamo la stessa università e non riusciamo ad incontrarlo!'

'In realtà è possibile. Pensa: il campus è enorme e Mendes è un vip.' Ragionò Elena.

'Argh!'

E mentre tutte escogitavano modi per capire come annoiare il povero Mendes, vidi Milly in disparte con un'espressione perplessa sul volto mentre guardava lo schermo del suo smartphone. Mi avvicinai piano a lei.

'Milly? Qualcosa non va?' Le chiesi. Lei scattò a guardarmi distratta.

'Niente di che...è solo che sono una decina di giorni che ricevo dei messaggi anonimi sul mio telefono...' Disse pensierosa.

'Sono messaggi...uhm...pericolosi? Tipo di minaccia?' Le chiesi. Non si poteva mai sapere. Era anche lei una Valente.

'No no...come se fossero di un ammiratore segreto...' Arrossì un po'.

'E...hai qualche idea di chi potrebbe essere?' Le chiesi.

'No. Non vedo alcun movimento sospetto, tipo ragazzi che mi guardano segretamente o altro. I messaggi però sono molto carini...' Arrossì ancora di più.

Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora