36. PROMESSA SPOSA

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MELISSA

Dopo aver salutato Agata, che scelse di andare in biblioteca a studiare, mi misi alla ricerca di mia sorella o di Clarissa, che sembravano essere svanite nel nulla. Provai anche a chiamarle, ma probabilmente non avevano linea visto che rispondeva la segreteria telefonica. Andai perciò furtiva nel cortile, sentendomi seguire a distanza ravvicinata. Mi voltai annoiata trovando la sottomarca di Ken alle mie spalle. Roteai gli occhi.

'Non si suppone tu stia da qualche parte nascosto invece che seguirmi così da vicino?' Gli chiesi.

'No. In realtà sarei la tua guardia del corpo e perciò si suppone io stia sempre al tuo fianco.' Rispose lui con la sua solita faccia da schiaffi.

'Non erano questi i patti.' Mi misi le mani alla vita indispettita.

'Lo so. Ma a me piace fare delle eccezioni. Soprattutto quando io e te non ci facciamo una chiacchierata da un bel po' di tempo.' Sorrise beffardo. Alzai un sopracciglio.

'Da quando una guardia del corpo si fa le chiacchierate con la sua protetta?' Chiesi.

'Da quando la sua protetta ha posato le sue labbra su di lui.' Il suo sguardo si fece più intenso.

'Interessante...ma si guardi il caso che la guardia del corpo ha deciso di chiudere il tutto e di mandare la sua protetta a quel paese. Lui, insieme al suo gemello.' Lo guardai facendo una pausa. 'Tutto per delle informazioni.'

Lui alzò le mani al cielo.

'Non posso darti torto, ma non posso nemmeno negare di essere attratto da te. Fortemente.' Ammise di punto in bianco lasciandomi leggermente confusa. Sii forte, Mel.

'Prendi la tua attrazione e infilatela nel tuo derrière.' Sorrisi con finta innocenza.

'Molto divertente, Barbie. Sappi che più fai così e più mi ecciti.' Sorrise lui malizioso. Roteai di nuovo gli occhi.

'E sfogati altrove. Qui troverai una cintura di castità grande quanto il mondo.' Feci segno verso le mie parti basse.

'Una cintura è pur sempre una cintura: si può aprire col minimo sforzo.' Mi fece un occhiolino.

'Vorrei vederti provare, Ken. E comunque puoi sempre chiamare la biondina che ti lasciò il numero alla stazione di rifornimento. Sono sicura che con lei non avrai neanche bisogno del minimo sforzo.' Sorrisi vittoriosa. Il suo sorriso, invece, gli prese tutto il viso.

'Effettivamente ti posso assicurare che la biondina se la cava piuttosto bene. La sua bocca-'

'Ma che cavolo-!!!!! Ma io ti ammazzo, lurido e sporco malato di donne!!!' Gli andai contro per sfogare tutta la mia rabbia. Cosa aveva appena detto?! Era davvero stato con quella donna dietro le mie spalle?! E feci per sferrargli dei colpi sul petto quando mi afferrò entrambi i polsi. 'Lasciami!! Devo colpirti!!' Urlai. Lui sorrise ancora più sfacciato.

'Sei gelosa, Melissa?' Chiese sicuro di sé. Ma che-

'Ha! Io, gelosa?? Sei solo un malato di donne bionde!!' Gli gridai in faccia. Lui rise sonoramente, poi sussurrò al mio orecchio.

'Sono ancora più malato di quelle dai capelli neri e lunghi e dai vestitini rosa. Mi fanno impazzire.' E quelle parole dovevano farmi infuriare, e invece mi fecero battere il cuore come una dodicenne in piena fase ovulativa. Non fartene accorgere, Mel...

'Non funziona con me, sottomarca della sottomarca di Ken! E lasciami i polsi che mi lasci i segni!' Cercai di liberarmi dalla sua presa invano.

'Potrei lasciarti tanti altri segni se me ne dessi l'opportunità...' Disse con un tono così sexy che dovetti ingoiare tutta l'acquolina che mi era venuta. E non ero affamata di cibo.

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