2. IN FAMIGLIA

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MELISSA

Non potevo crederci! Era un complotto, non poteva essere altrimenti! Anche se un complotto impossibile visto che parlavamo di mio padre e di zio Yago che non si parlavano nemmeno alle cene di famiglia da che avessi memoria! La ragione, usando le parole di papà, era: 'Non capisco cosa ci faccia ancora questo individuo alle cene di famiglia quando è un completo estraneo.' Una volta addirittura, dopo aver fatto entrare zia Bella, Clarissa, Carlos, e Aida, gli sbatté la porta in faccia prima che zio Yago potesse entrare per ultimo. La mamma non la prese proprio bene, per non parlare di zia Bella. Ma la questione ora era differente: sia lui che papà avevano la stessa idea per quanto riguardava la questione "guardia del corpo" e non si poteva fare altrimenti. Io e Mia spiegammo alle ragazze la questione e poi, dopo aver cenato come famiglia, con sguardi assassini tra Marco Senior e Marco Junior, io e la mia sosia di sorella ci chiudemmo in camera per riposare. La giornata era stata lunga, e soprattutto intensa.

'Pensi che staremo bene?' Le chiesi guardandola dal mio lettino. Stranamente la nostra casa aveva tante stanze, ma preferivamo comunque dormire in un'unica camera.

'Certo che staremo bene. Perché non dovremmo?' Rispose sbadigliando. Adoravo mia sorella nonostante fosse taciturna e sempre sulle sue, e quindi il mio esatto opposto.

'Perché tu staresti bene ovunque, Mia. Ma io? Sai che ho sempre bisogno di avere qualcuno intorno...' Le dissi sincera e leggermente preoccupata.

'Mel, contrariamente a quello che vuoi dimostrare, non sembra tu abbia avuto mille amicizie fin'ora. La tua migliore amica è Clarissa ed è parte della famiglia. Soprattutto verrà con noi lì, perciò non hai niente di cui preoccuparti.' Mi sorrise genuinamente.

'Hai capito che ci siamo fatte assegnare in stanze a caso? Non saremo nemmeno nella stessa stanza io e te!' Mi disperai. Quasi quasi odiavo il fatto di aver convinto papà a non prenderci un appartamento vicino all'università. Avevo insistito a farci essere ragazze normali e non le classiche "figlie di papà". E ora saremmo finite in stanze con persone estranee e chissà quanto squilibrate.

'Possiamo riposare e poi ne parliamo? Mancano due giorni alla partenza e vorrei approfittare per dormire il più possibile...' Rispose da solita pigrona che era.

'Va bene, dormigliona. Buonanotte!' Le dissi, prima di girarmi dall'altro lato.

'Ti amo, fotocopia...' Mi sorprese con la sua voce quasi addormentata. Sorrisi prima di risponderle.

'Ti amo anch'io, sosia...' Ma probabilmente non mi sentì visto che era già caduta in un sonno profondo. Quanto le volevo bene, anzi no, quanto amavo mia sorella. Ero sicura che senza di lei sarei morta dentro. Ma forse stare un po' separate ci avrebbe giovato. Dopo quasi diciannove anni in cui avevamo condiviso tutto, litigate comprese, era arrivato il momento di viverci la nostra vita ognuna secondo le proprie aspirazioni, che erano totalmente opposte.

E il sonno mi prese, portandomi con sé e facendomi sognare tante guardie del corpo...

~•~•~•~•~•~•~•~

Era sabato.

Era sabato, e ciò voleva dire che mamma e papà erano a casa. E ciò voleva dire colazione in famiglia. Non avrei sopportato un'altra sfida tra i due "Marchi".

'Mia... Mia!' Cercai di svegliare mia sorella che era ancora in un coma profondo.

'...uh...un cornetto alla banana...' E non solo. Parlava anche nel sonno dicendo cose sconclusionate.

'Mia svegliati! Dobbiamo cercare di sabotare la colazione in famiglia!' Le dissi scuotendola. E non mi accorsi di una presenza in piedi vicino ai nostri letti. Oh oh, mi aveva ascoltato. 'Ehm...papà? Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare in una camera di sole donne?' Dissi da sfacciata che ero. Dimenticavo che ovviamente mio padre era Marco Valente.

Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora