50. IN SALOTTO - PARTE 2

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MELISSA

Tristan Monteiro...

Tristan Monteiro...

Tristan Monteiro...

Quel nome rimbombava nella mia testa dal momento in cui Mia l'aveva pronunciato. Rimasi lì, fissando il vuoto, nel silenzio assordante del nostro salotto, non essendo in grado di realizzare, né tanto meno di accettare quella cruda verità che mi era stata gettata addosso come un secchio d'acqua gelida. Sentivo la mano di Mia sul mio viso, cercando di tranquillizzarmi probabilmente, ma ciò che sentivo non era tranquillità. No. Era il niente. Non sentivo niente.

'Tesoro...' La voce di mia mamma mi riportò per un attimo alla realtà. Si era avvicinata a me, e neanche mi ero accorta che aveva preso il posto di Mia.

La guardai negli occhi confusa. Lei mi prese le mani. E in quel momento mi venne da fare solo una cosa, e cioè ridere. Iniziai a ridere, quasi come una matta, di quanto ridicolo, buffo e per niente simpatico quello scherzo e quel pensiero fosse. Risi quasi fino alle lacrime, lo sguardo di tutti su di me.

'Questa è bella, sorellina. Zio Yago sarebbe Tristan Monteiro?!' E scoppiai di nuovo a ridere. Era buffo, davvero. Ma come venivano loro in mente certi scherzi e poi di pessimo gusto? 'Davvero simpatico, ma spero che gli scherzi siano finiti, perché questo non mi è piaciuto un granché...' Finii di dire quando liberai le mie mani dalla presa di mamma per asciugarmi le lacrime scese dalle troppe risate.

'Mel...' La mamma mi guardò con compassione. E poi scosse la testa, seria come non lo era mai, come per indicarmi che quello proprio uno scherzo non era.

'Per favore, smettetela con questa sceneggiata, ok?' Iniziai ad alterarmi ora, spaventata dal fatto che la cosa potesse essere vera.

Mi alzai in piedi facendo dei passi indietro mettendo le mani davanti a me come per difesa.

'E non guardatemi così. Mi...mi spaventate...' Incespicai quando mi si formò un groppo alla gola. Guardai mia sorella che aveva gli occhi pieni di lacrime. No. Non poteva essere vero.

Il mio sguardo passò istintivamente su papà, sapendo che nei suoi occhi avrei letto la verità, e scoprendo invece che lui non mi stava guardando. Il suo sguardo era basso, sul pavimento, come per cercare di evitare il mio. Il mio campanello d'allarme interiore suonava e diceva che non era buono.

'Papà?!' Dissi con un po' troppa forza, attirando finalmente la sua attenzione. 'Tu non puoi mentirmi. Dimmi che tutto ciò è uno stupido scherzo. Per...per favore...' La mia voce iniziava a tremare.

Lui fece un profondo respiro, e vidi il combattimento interiore che stava facendo. Lui era sempre serio, a parte qualche episodio con la mamma o quando eravamo bambine ed era solito giocare con noi. Ricordavo con affetto quei tempi, perché era stato un papà dolce e meraviglioso. Solo negli ultimi tempi delle scuole superiori si era messo più sull'attenti, forse per paura di perderci. Ma stavolta lo sguardo serio che aveva non aveva nulla a che fare col Marco Valente che era. Quella serietà in lui gridava verità. Con un solo sguardo mi stava dicendo che purtroppo era vero. Ma non mi sarei accontentata di uno sguardo, no. 'Papà, rispondimi...ti...ti prego...' Ormai la mia voce era solo un sussurro.

Ci fu solo un piccolo attimo di silenzio prima che potesse fare ciò che gli avevo chiesto.

'Quello che Mia ti ha rivelato non è uno scherzo, Melissa. Mi dispiace.' Rispose cercando di essere freddo e composto, ma risultando scosso invece. Ma nulla si poteva paragonare a ciò che sentivo dentro alla conferma di quella rivelazione. Era vero. Era vero. Zio Yago era in realtà Tristan Monteiro?

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