40. VERITÀ SVELATE

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MIA

Il mio cuore ripartì a battere e ricominciai a respirare, aggrappandomi al tronco dell'albero alle mie spalle. Probabilmente le mie orecchie mi avevano tradito e ciò che avevo pensato di sentire non l'avevo realmente sentito. Quasi mi venne da ridere. Figuriamoci se avessi sentito loro chiamare zio Yago-

'Tristan Monteiro.' La voce di uno degli Andersen interruppe i miei pensieri. Ok...come non detto.

Ci fu un attimo di silenzio misto a tensione prima che la voce di zio Yago potesse sentirsi di nuovo.

'Cosa volete da Monteiro?' Chiese ed io tirai un sospiro di sollievo. Sapevo che non poteva essere lui. Probabilmente avevano confuso quel criminale col mio innocente zio Yago. Non vi era altra spiegazione.

'Perché ne parli in terza persona, Monteiro? Rinneghi le tue origini?' Il tono ironico di Alexander mi mandò brividi lungo il corpo. Avevo paura di sentire la risposta. Terrore, a dire il vero.

'Quella persona non esiste più. Quel cognome è estinto.' Rispose con calma zio Yago.

'Ma è quello che eri. Perché non lo ammetti che è il tuo nome di origine?' Chiese Andreas. Ero confusa ai massimi livelli. Non sapevo più a cosa credere. Dovevano essersi sbagliati. Zio non aveva confermato.

'Venti anni sono abbastanza per far sì che quella identità, quel nome, non ti appartengano più. Io sono Yago Garcìa e continuerò ad esserlo finché non sarò più in vita.' Affermò e ciò mi fece di nuovo rallentare i battiti del cuore. Aveva appena confermato? Aveva appena confermato di essere lui il terribile Tristan Monteiro? Non potevo crederci. Non ci avrei creduto nemmeno se lo avessi visto con i miei propri occhi. Zio Yago era favoloso. Zio Yago non poteva neppure essere paragonato ad una bestia come Monteiro. Mi rifiutavo di crederlo.

'Gli anni non cancellano il passato, però. Sei stato Monteiro. Tutto il mondo sa che sei morto, che quell'essere spregevole non andrà a caccia delle loro figlie, che non farai loro del male, usandole come schiave-'

'Smettila!' La voce di zio rimbombò nella notte oscura fermando quelle parole difficili da digerire dette da Alexander. 'Non menzionare quelle cose. Non voglio sentire altro. Sono venticinque anni che provo a cancellare dalla mia mente le sofferenze che ho inflitto a tutte quelle giovani donne. Sono venticinque anni che provo a pensare a come staranno oggi e se avranno superato con coraggio quel trauma. Sono venticinque anni di incubi e di colpe. Non ho bisogno che mi rammentiate quale lurida persona sia stata nel mio lontano passato, perché quel passato mi tormenterà per sempre.' E a quelle parole le mie mani coprirono la mia stessa bocca, incapace di credere a quelle parole. Aveva appena confessato tutto. Zio Yago era Tristan Monteiro. Zio Yago, colui con cui siamo cresciute serene e al sicuro, era Tristan Monteiro. Non potevo credere alle mie orecchie. Non sapevo più nulla della mia vita.

'E va bene, Monteiro-'

'Sono Garcìa.' Rispose duro.

'-Monteiro, che ne dici allora di "The Predator"?' Continuò Alexander.

'Ditemi dove volete arrivare e subito. Sono stanco di questo giro di parole. Vi ha mandato qualcuno a farmi fuori?' Chiese senza timore.

'Ti abbiamo già detto che non è nostra intenzione ucciderti.' Rispose Axel.

'Io non collaborerò con voi se è questo che avete intenzione di chiedermi. Sono fuori da qualsiasi giro illegale.' Disse. Avevo ormai un mal di testa incredibile e una confusione esagerata.

'Facciamo così: ora ti presentiamo una persona che ha voglia di farsi una chiacchierata con te.' Disse Andreas. Probabilmente stavo ascoltando troppo. Sapevo di non dover venire in questo posto. Avrei dovuto farmi gli affari miei.

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