15. MONGOLFIERE

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MIA

'Io non vengo da nessuna parte con uno come te, capito?? Lasciami subito!' Sì, ero scoppiata di nuovo. Era la presenza Axelliana.

'Uno come me?' Chiese trascinandomi chissà dove. 'Sono la tua guardia del corpo, bimbetta, e non ti potrà mai accadere niente.' Rispose apatico come sempre.

'Certo, ma il problema sei proprio tu!' Sbottai.

'Spiegati, bimbetta.'

'E smettila di chiamarmi in quel modo!'

'Come? Bimbetta?'

'Argh!'

'Come vuoi, bimbetta...'

'E comunque il problema sei tu perché puoi pure proteggermi da mille orchi cattivi, ma non potrai mai proteggermi da te stesso!'

E si fermò improvvisamente facendomi sbattere contro la sua schiena. Ma che gli prende?? Si girò a guardarmi pericolosamente. Un brivido poco piacevole mi attraversò il corpo partendo dal punto in cui la sua mano teneva fermo il mio polso.

'Che vorresti dire con questo?' Chiese tra i denti.

Non temere, Mia. Rispondi.

'Che non ti conosco. Potresti essere chiunque. Potresti essere pericoloso. E se è proprio da te che dovrei essere protetta?' Gli chiesi guardandolo dritto in quegli occhi azzurri che, nonostante il buio, spiccavano come due diamanti. Cercai di apparire forte, senza paura. Ed ero sicura di esserci riuscita alla grande, solo che il suo sguardo si indurì ancora di più e si avvicinò un po' troppo vicino.

'Forse non lo hai ancora capito, Valente.' E avvicinò la sua bocca al mio orecchio sinistro lasciandomi inalare tutto il suo odore di uomo. 'Io sono pericoloso, molto, molto pericoloso.' Sussurrò guardandomi di nuovo subito dopo. 'In questo momento siamo solo io e te in questa stradina, isolati dal resto del mondo, e potrei farti tanto, tanto male. Nessuno se ne accorgerebbe. Infatti sono molto in gamba nel fare le cose così in silenzio che la gente non mi vedrebbe passare. Ora dimmi, Mia, hai paura di me?' La sua voce era un misto tra l'uomo più pericoloso al mondo e quello più sexy. E sapevo che non era al momento la cosa da pensare. E poi, io paura di lui? Mi veniva da ridere.

'Sai cosa mi ha insegnato l'uomo più importante della mia vita?' Gli chiesi facendo una pausa. 'A non avere paura, soprattutto degli uomini. E tu, Axel Andersen, potresti anche essere uno spietato assassino, ma a me non fai paura per niente. Le nostre paure prendono il sopravvento quando permettiamo loro di prendere possesso della nostra mente e della nostra emotività, ed io non permetterò mai alle mie paure di comandare la mia vita e dirigerla nel modo in cui piace loro. Perciò, se tu mi fai da guardia del corpo, lo faccio solo per far piacere a mio padre. Ma sappi che non avrò mai paura di te.' Dissi con fierezza. 'Cosa mi vuoi fare qui da soli in questa stradina? Sentiamo.' Lo provocai.

E lui mi lasciò il polso, finalmente, e mise la mano nella sua tasca alla ricerca della sua sigaretta. Due giorni e avevo già imparato i suoi movimenti. Quando era nervoso cercava quella robaccia. Infatti la accese facendo il suo solito tiro ed espirando nell'aria tutto il fumo che aveva nei polmoni. Aspettai una risposta. Quando mi guardò di nuovo gli trovai uno sguardo diverso, profondo. E la voce, oh, la voce era roca, al punto da farti venire dei brividi particolari.

'Sei sicura di volerlo sapere, bimbetta?' Mi chiese facendo poi un altro tiro. Rimasi in silenzio e in attesa di un suo continuo. 'O vuoi che te lo dimostri?' Chiese terribilmente serio. E la stupida me stava addirittura considerando l'opzione! Ma cosa cavolo mi prendeva? Cosa volevo mi dimostrasse?? Niente, Mia, tu non vuoi niente da un essere così snervante!

Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora