28. PADRE E FIGLIA

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MIA

Mio padre era la figura che sempre aveva dato un forte impatto nella mia vita. L'avevo sempre ammirato e adorato come nessuno al mondo, neppure mia madre. Un detto dice che "la mamma è sempre la mamma", e a ragione, perché ciò che ti da una mamma non te lo da un papà, molto spesso. Ma io avevo un debole per lui, così come Melissa ce l'aveva per la mamma. Ed essere lì, a due passi da lui, seguirlo con passi veloci, mi faceva vibrare dentro, non tanto per paura di cosa mi avrebbe detto, ma più che altro per il fatto che avrei voluto abbracciarlo forte, come mai mi era successo prima di allora. Avevo questo fremito che mi aveva colpito dal primo momento in cui avevo posato gli occhi su di lui e che diceva "che aspetti?? Corri da lui forza!". E invece abbassai gli occhi e lo seguii come un cagnolino obbediente. Ero in colpa e dovevo solo star zitta.

Mi accorsi poco dopo che eravamo entrati nell'hotel accanto alla Columbia e preso l'ascensore. L'aria era pesante mentre dalla sua bocca non usciva neppure un respiro. Ma il suo profumo era lo stesso. Profumo di casa.

E l'ascensore si aprì, e continuai a seguirlo fino ad entrare in una stanza. Papà chiuse la porta dietro di lui e si voltò a guardarmi. Per la prima volta incrociai il suo sguardo sapendo di trovarci rabbia e delusione. Invece non ci trovai nulla di tutto ciò. No. Ci vidi tanto amore, tanto da farmi scoppiare in lacrime quello stesso istante. Papà mi amava nonostante tutto. E mi ritrovai immersa nel suo abbraccio caldo, forte e deciso. Le sue enormi braccia mi avvolsero calorosamente e la sua bocca si poggiò sulla mia testa, lasciandoci un dolce bacio. Singhiozzai a lungo, avvolgendo le mie braccia insicure attorno alla sua vita. Poi, quando riuscii a calmarmi, lui si allontanò di poco, giusto lo spazio per guardarmi negli occhi.

'Perdonami, papà...' Sussurrai. Lui mi prese il viso tra le mani.

'Non ho niente di cui perdonarti, Mia...' Mi disse guardandomi intensamente. Come?

'Io mi vergogno un casino...' Cercai di abbassare gli occhi.

'Guardami, tesoro.' Mi ordinò, al che lo feci.  'Voglio solo sapere se questa persona ti ha baciato o toccato contro la tua volontà.' Mi chiese. Sgranai gli occhi.

'No...no, papà...credevo fosse stato chiaro...' Dissi ricordando i gemiti che aveva sentito uscire dalla mia bocca tramite il telefono. Mi feci di nuovo rossa dall'imbarazzo.

'Molto chiaro, Mia, non ricordarmelo.' Ormai ero in fiamme. Volevo nascondermi. 'Ora voglio sapere se sono queste nuove compagnie che ti sei fatta ad averti portata ad essere meno te stessa.'

'È stata solo colpa mia, papà. Le mie amiche non c'entrano nulla, anzi mi consigliano sempre in maniera positiva. È solo che qualcosa sta cambiando in me e non lo saprei spiegare...' Gli dissi col cuore in mano. Lui tirò un profondo sospiro.

'Stai diventando donna. Questo è ciò che sta succedendo, Mia.' Si allontanò di poco, sempre tenendomi le mani. 'Ma non vorrei ti trovassi in guai più seri, piccola. Ricorda che tu sei ingenua, pura, ma gli uomini non lo sono. Vogliono approfittare di ciò, perché è raro trovare una ragazza come te. E potresti ritrovarti a soffrire, ed io ne soffirei con te.' Le sue parole mi colpirono forte. Lui ci teneva a me e mi stava semplicemente raccomandando di essere cauta.

'Lo so, papà. E hai ragione...ma Melissa non ha mai avuto questo tipo di conversazione-'

'Devo ricordarti quante volte ho dovuto interrompere le sue sessioni di baci passionali con i ragazzi di turno? Tua sorella è molto in gamba e sa affrontare bene questo tipo di situazioni. Io non voglio privarvi delle vostre esperienze, anche se sapervi tra le braccia di altri uomini mi provoca delle reazioni non proprio piacevoli, ma questa è la vita e voi siete cresciute e siete bellissime e intelligenti.' Quelle parole mi riscaldarono il cuore.

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