38. BUGIE A FIN DI BENE?

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MELISSA

Tra me, Mia e la mamma non vi era differenza quando ci trovavamo nei momenti di panico: iniziavamo a blaterare, ridere e parlare senza sosta contemporaneamente. Praticamente non eravamo in grado di nascondere qualcosa di importante e questo non ci aiutava quando era il momento di non dover parlare. E quello era probabilmente il momento in cui Mia avrebbe dovuto fingere indifferenza e ignoranza ai fatti, ma visto che aveva iniziato ad andare nel panico più totale, ciò voleva dire solo una cosa: Mia sapeva qualcosa che noi non sapevamo e aveva sicuramente visto qualcosa di Clarissa di cui nessuno di noi era a conoscenza. Nemmeno io. Io che ero la migliore amica di Clarissa Garcìa.

E dopo la figuraccia provammo ad aspettare il ritorno di Clarissa dirigendoci verso la nostra stanza, ma zia Bella aveva optato di aspettarla proprio nella sua di camera, per farle una bella sorpresa quando si sarebbe degnata di ricordarsi che fosse stato il caso di ritornare nella sua dimora. Chiesi a Mia, a cui venivano lanciate occhiatacce dal mio bello e affascinante zio Yago a causa del segreto che nascondeva, di avvisare Amina e Giuliana del nostro arrivo e, dopo il panico delle due donzelle appena avevano saputo che un certo Yago Garcìa avrebbe visitato la loro stanza reale, avevano accettato l'intrusione, a patto che avessimo tutti aspettato che si addobbassero dovutamente all'incontro col mio fidanzatino storico.

Quando, dopo minuti interminabili di cammino, arrivammo alla loro stanza, bussai gentilmente alla porta, ricevendo un caloroso benvenuto.

'Aspetta! Non aprire!' La voce di Giuliana era dall'altra parte della porta. 'Si può sapere dove hai buttato le mie scarpe??'

'Non lo so! Sono mica la guardiana delle tue scarpe...' Amina rispose indifferente come al solito. Guardammo gli zii con un finto sorriso.

'Eccole! Ce le aveva Clarissa sotto al suo letto! Credi che la cipria abbia coperto le mie imperfezioni?' Continuò Giuliana.

'Non saprei. Ti reputi imperfetta?' Rispose Amina.

'Non lo siamo tutti??'

'No. Io sono perfetta.' Tipico di Amina... 'E magnifica. Soprattutto magnifica.'

'Ti sembra il momento di parlare di magnificenza quando sta per arrivare Yago Garcìa in persona??' La vocina di Giuliana raggiunse decibel inimmaginabili.

'Credi sarà un mulo come Marco Valente o ci abbraccerà di sua spontanea volontà?' Ehi! Stiamo parlando di mio padre!

Sentii ridere zio Yago e zia Bella in sottofondo. La cosa iniziava a diventare imbarazzante.

'Stavolta tocca a me! Voglio abbracciarlo io!'

Zio Yago mi si avvicinò improvvisamente all'orecchio.

'Queste due ragazze mi stanno simpatiche, soprattutto dopo il complimento fatto a tuo padre, scimmietta.' Sorrise. 'Ma ora è arrivato il momento di disturbarle.' Decise e bussò lui stesso alla porta. Un solo colpo, deciso. Si sentì un silenzio tombale dall'altro lato prima di risentire la voce di Giuliana.

'Solo il lucidalabbra e arriviamo!' Gridò, e a ciò rispose lui.

'Non ce n'è bisogno. Le labbra naturali sono le mie preferite. Potreste invitarci nella vostra stanza ora?' E il silenzio da tombale gridava terrore, panico, spavento. Sicuramente non si aspettavano che lui in persona avesse parlato.

E dopo ciò ci furono solo bisbiglii. Probabilmente nessuna delle due aveva il coraggio di aprire la porta, fino a che qualcuna di loro si avvicinò fino ad aprirla lentamente. Amina, con i suoi riccioli ora ben definiti, sbucò dalla fessura, accertandosi che fosse davvero lui. Zio Yago le sorrise amabilmente e lei fece un verso ironico.

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