"Tutto è difficile prima di essere semplice."
— Thomas Fuller.
Era la mattinata perfetta per riuscire ad attuare il fatidico piano. Il sole splendeva alto nel cielo e nessuna nuvola sembrava preannunciare un peggioramento.La casa era silenziosa, nessun rumore si udiva al piano di sotto, segno che i genitori erano già usciti per recarsi a lavoro, nonostante fosse molto presto.
La ragazza prese la sua valigia, ben nascosta alla fine del suo grande armadio bianco a più ante e, senza ripensamenti, la aprì con molta determinazione. Prese tutto ciò che riteneva utile dal suo guardaroba e, in modo meccanico, cominciò a sistemare i vestiti al suo interno.
Non sapeva se fosse realmente la cosa giusta da fare o se stesse commettendo lo sbaglio più grosso della sua vita. Ma ripensò che, in fondo, la vita non le aveva dato molte soddisfazioni fino a quel giorno.
Lasciare la sua famiglia non sarebbe stato un passo facile da compiere, ma da qualcosa doveva pur cominciare. Sua madre e suo padre di certo non le sarebbero corsi dietro, in qualsiasi caso, qualsiasi strada avesse deciso di intraprendere.
Sbuffando per la fatica prese le ultime cose dal suo comodino, per poi metterle nella valigia ancora aperta sul pavimento. La guardò per qualche istante con uno sguardo pensieroso perché forse, nella sua mente, cominciava ad esserci qualche ripensamento.
Ma nuovamente pensò che in quella stupida cittadina dove viveva da tutta la vita, non avrebbe avuto nessun futuro. Nessuno l'avrebbe realmente accettata nel loro mondo, dal tabaccaio al capo delle industrie, tutto per colpa dei suoi genitori.
Perciò, prese nuovamente il coraggio necessario, si avventò velocemente sulla valigia e la chiuse con un gesto rapido. Prese dal suo raccoglitore il biglietto aereo che teneva ormai pronto da qualche settimana, da quando tutto il suo piano era stato perfezionato nei minimi dettagli.
Guardò per l'ultima volta la sua camera, con la valigia ben salda tra le mani. Percorse tutto il perimetro della stanza, scrutando ogni particolare del letto bianco e dei due comodini neri, posti ai suoi lati. Cercò di memorizzare ogni foto appesa sui muri, ogni ricordo.
Però, subito dopo, si riprese. Non doveva ricordare, doveva cancellare ogni singola traccia della sua vita in quel posto. Doveva immagazzinare il tutto nel cassetto più remoto dei suoi ricordi e chiuderlo con un lucchetto.
Fece qualche passo e si chiuse la porta alle spalle, cominciando poi a fissare la scritta in corsivo inchiodata ad essa: Mad.
Il suo nome era inciso sul legno della porta da quando aveva sette anni, e questo si poteva ben riconoscere dalla scrittura invasa da fiorellini e farfalle.Storse il naso per qualche secondo, prima di voltarsi e cominciare a camminare con il trolley al suo seguito. Il taxi probabilmente la stava già aspettando da qualche minuto, e di certo non voleva sentirsi fare una ramanzina dal guidatore già alle sette e mezzo del mattino.
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Lui è come il nero
ChickLitMaddie Wilson ha visto cose di cui non doveva sapere nulla. La ragazza fugge da una vita che tutto le ha tolto e niente le ha dato; scappa lontano dai peccati e dai segreti dei suoi genitori, gli stessi genitori che sempre avrebbero dovuto protegge...