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"La felicità, ricordalo, non ha una patria: la puoi trovare ovunque, e non saranno certo i luoghi o gli uomini che ti stanno intorno a influenzare i tuoi stati d'animo."
— Luciano De Crescenzo.

"— Luciano De Crescenzo

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11.


M a d d i e


È venerdì.

È venerdì e mi ritrovo sola davanti ad un istituto che risulterà essere la mia casa per i prossimi due anni. Sono completamente sola e disorientata, se non per le pochissime persone che passano dal cortile principale. Tengo la mano ben salda sulla maniglia della valigia e l'altra a reggere la borsa dove ho infilato tutto lo stretto necessario; i miei occhi vagano per questo posto alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno, di familiare.

Brad è quasi scoppiato in lacrime quando mi ha lasciata davanti al cancello dell'Istituto; non voleva andare via, voleva a tutti i costi accompagnarmi all'interno ed aiutarmi a sistemare le mie cose, ma io non ho voluto. Se voglio che questa sia la mia nuova vita, voglio cominciare a fare tutto da sola, anche una cosa banale come questa.

Inutile dire che adesso mi pento di non avere mio fratello al mio fianco; mi sento come un essere minuscolo in confronto a tutto quello che mi circonda, come se non mi sentissi all'altezza di ciò che sta per stravolgere completamente la mia vita. Facendomi coraggio, compio il primo passo verso l'Istituto, a cui ne susseguono altri cento prima di ritrovarmi davanti alle enormi porte aperte. Sospiro rumorosamente prima di mettere piede nel corridoio, dove tanto stranamente quanto fortunatamente non trovo nessuno.

Forse non tutti gli studenti sono tenuti a presentarsi qualche giorno prima dell'inizio delle lezioni. Oppure, l'ipotesi che preferisco, non tutti gli alunni di questo istituto vivono effettivamente qui; non mi metterebbe a mio agio avere fin da oggi tanta gente attorno.

Spero solo che almeno Haley sia già qui.

Cammino per qualche minuto prima di ritrovarmi davanti alla Reception della scuola dove, fortunatamente, trovo la stessa donna del giorno del colloquio; abbassa lentamente gli occhiali e mi sorride gentile. «Bentornata, è un piacere averti qui!» mi annuncia sinceramente e con la voce forse fin troppo alta. Le sorrido cordialmente e appoggio le mani sul bancone, in attesa di qualche informazione utile.

«Allora... Maddie, giusto?» mi chiede alzando per qualche secondo gli occhi dalle innumerevoli scartoffie sparse sulla sua scrivania; annuisco velocemente e distolgo subito gli occhi dai suoi. «Bene, Maddie. Qui ci sono le chiavi della tua stanza e una semplice mappa della scuola, dove troverai la posizione delle aule delle relative materie. Qui, invece, ci sono i tuoi orari» mi comunica felice, porgendomi gentilmente una pila infinita di fogli.

Lui è come il nero Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora