Maddie Wilson ha visto cose di cui non doveva sapere nulla.
La ragazza fugge da una vita che tutto le ha tolto e niente le ha dato; scappa lontano dai peccati e dai segreti dei suoi genitori, gli stessi genitori che sempre avrebbero dovuto protegge...
"Ci sono momenti nella vita, in cui il cuore è così pieno di emozioni che se per caso viene scosso, o nelle sue profondità come un sasso cade una parola incurante, trabocca, e il suo segreto, versato a terra come acqua, non può più essere ricomposto." — Henry Wadsworth Longfellow.
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32.
M a d d i e
Non so per quale assurda ragione io mi sia rinchiusa in uno stupido e sudicio bagno, per di più con il pavimento umidiccio e che emana un forte odore di muffa. Non so neanche perché io stia piangendo come se avessi prosciugato tutti i mari del mondo per infilarmeli nelle ghiandole lacrimali. Passo una mano sul viso bagnato dalle lacrime ed emetto un urlo strozzato quando poso gli occhi sul palmo, pieno di mascara colato.
Da più di un'ora non riesco ad uscire da questo stupido posto senza riuscire a ricordarmi il motivo. Haley è scomparsa pochi minuti dopo essere arrivati al locale; l'ho rivista un paio di volte dove mi ha costretto ad andare a bere con lei. Ha incontrato un paio di amici di vecchia data e non voleva rinunciare ad un'occasione del genere, e non ho potuto darle torto. Sospiro affranta, tirando un pugno leggero sulla parete di mattonelle bianche accanto a me.
Jona ha passato con me quasi tutta la serata, e glie ne sono grata. Nonostante un primo momento dove l'atmosfera non era delle migliori, soprattutto perché nei nostri corpi non scorreva ancora l'alcool a fiumi, siamo riusciti ad avere più di una conversazione normale. Quando sono scappata in bagno lui non c'era: pochi minuti prima aveva deciso di fare un altro giro di drink, perciò non mi ha vista correre via dal tavolo dove abbiamo passato l'intera serata.
Austin è andato via più di un'ora fa perché si sentiva a disagio, a detta sua. La sua migliore amica — Haley — lo ha fatto infuriare più di una volta durante le ore trascorse nel locale: non riusciva a guardarla mentre lei ballava tranquilla e spensierata insieme alle sue amiche. L'ho beccato parecchie volte a tenere strette le mani in due pugni, non appena adocchiava un ragazzo avvicinarsi alla mora; le rilasciava istantaneamente non appena Haley li mandava gentilmente a quel paese.
Un secondo urlo invade le quattro mura in cui sono rinchiusa; infilo le mani tra i capelli e batto i piedi, piangendo a dirotto. Qualcosa in me non va. Non riesco a ricordare cosa abbia fatto scattare in me questo stato di malessere, vorrei solo che tutto questo dolore finisca. Vorrei solo che il dolore abbandoni il mio corpo, anche a costo di lasciarlo in fin di vita, purché lo lasci libero.
L'ennesimo conato di vomito risale su per l'esofago, costringendomi a voltare il corpo in direzione del water: ho a malapena il tempo di chinarmi su di esso prima di venir invasa dal bruciore che l'alcol lascia mentre percorre la via per uscire dal mio stomaco. Passo una mano sulla fronte non appena mi riprendo, esausta e senza più forze; le lacrime non accennano a diminuire e la testa pulsa, procurandomi dolore e tristezza.