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"Se guardi in cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore."
Khalil Gibran.

"— Khalil Gibran

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51.

M a d d i e

Mentre tutto intorno a me sembra andare male, uno scorcio di luce si fa strada nel buio più totale: l'immagine di Jona che dorme tranquillamente sul mio letto, con entrambe le braccia nascoste sotto al cuscino, mi regala per qualche attimo una sensazione di benessere. Dopo aver ricevuto la notizia non avrei mai pensato di potermi ritrovare a sorridere nel corso di questa giornata, ma grazie a lui è successo. La tenerezza che emana in questo momento continua a farmi tenere un piccolo sorriso sulle labbra che non accenna a diminuire neanche quando si sposta leggermente, dandomi le spalle. Accarezzo dolcemente i suoi capelli per qualche minuto prima di alzarmi delicatamente e cercando di far muovere il meno possibile il materasso, non volendolo svegliare; mi avvicino a passo svelto verso la scrivania, rabbrividendo per il contatto dei miei piedi contro il pavimento freddo.

Con le mani tremanti afferro il documento ancora mal piegato riposto sulla superficie di legno, avvicinandomelo impaurita al viso; con gli occhi seguo nuovamente le poche righe riportate sul foglio bianco, chiudendoli di scatto una volta aver rielaborato le parole e essermele ben impresse nella mente. Lo lascio cadere nuovamente, riaprendo gli occhi e guardandolo scivolare come se fosse un pezzo di carta inutile e privo di senso, anche se non è così. Rimanendo con il corpo fermo, mi volto con il viso per incontrare quello di Jona che continua ad essere rilassato e beato, nonostante le informazioni ricevute poco tempo prima. Mi lascio andare in un sospiro frustrato, coprendomi il viso con le mani una volta che mi lascio cadere sulla sedia in plastica della scrivania; le parole scritte sul foglio non mi lasciano pensare lucidamente, tanto da costringermi a riprenderlo tra le mani e stringerlo con rabbia mentre i miei occhi appannati dalle lacrime riprendono a leggere per l'ennesima volta.

"Maddie, sappiamo esattamente dove ti trovi.
Non è stato difficile, grazie alle preziose informazioni donateci da Ernest, l'uomo di cui tanto ti fidavi... Sappi che arriverà molto presto il giorno in cui dovrai prendere una decisione; ti troverai davanti ad un bivio dopo aver assimilato altre verità di cui ora non sei a conoscenza.
Capirai, figlia mia, che avresti dovuto sempre e comunque scegliere me e il tuo destino; scappare ti ha fatta solo diventare una preda ancor più promiscua per noi.
Vivi ancora con serenità questo poco tempo che ti rimane perché non manca molto al fatidico momento in cui dovrai nuovamente scegliere e in cui verrai nuovamente ferita.

Mamma e papà."

Sentendomi piena di dolore e frustrazione in corpo, straccio con un movimento secco la lettera, riducendola in mille briciole che si rimpiccioliscono sempre di più tra le mie mani; vorrei tanto avere lo stesso potere che possiedo verso questo pezzo di carta per sbriciolare il potere dei miei genitori, ma so che tutto questo non sarà mai possibile. Sono troppo potenti, hanno troppe conoscenze che li proteggerebbero a spada tratta se mai provassi a fare una mossa contro di loro; alzo nuovamente gli occhi sul corvino che si sta avvinghiando attorno alle coperte, sentendomi per qualche istante sollevata dalla situazione in cui mi trovo.

Lui è come il nero Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora