Maddie Wilson ha visto cose di cui non doveva sapere nulla.
La ragazza fugge da una vita che tutto le ha tolto e niente le ha dato; scappa lontano dai peccati e dai segreti dei suoi genitori, gli stessi genitori che sempre avrebbero dovuto protegge...
"Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte delle persone esiste, questo è tutto." — Oscar Wilde.
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56.
M a d d i e
Guardo ancora per qualche istante il ragazzo di fronte a me, cercando di non farmi ostacolare dalle sue parole e, soprattutto, dai brutti lividi che delineano il suo viso. Prendo un respiro profondo prima di decidere di credergli e, di conseguenza, cerco di preparare le giuste parole per metterlo al corrente della visita di suo padre. «Io... Jona, tuo padre è venuto da me oggi. Mi ha parlato di te e mi ha detto cose assurde e io n-non gli credo... Non posso credere neanche ad una sola sua parola» mormoro imbarazzata, socchiudendo gli occhi per paura della sua reazione.
Nonostante abbia cercato di non guardare il suo volto, grazie ad un piccolo spiraglio riesco ad intravedere la sua mascella contrarsi per il nervosismo che le mie parole gli hanno provocato. Si passa furiosamente una mano tra i capelli, tirandoli leggermente con le punte; fissa gli occhi sul mio viso ed ho un sussulto nel vedere le sue iridi scurirsi gradualmente. «Che cosa è venuto a dirti? Dio, quell'uomo mi rovinerà la vita!» mormora incazzato, facendo un balzo all'indietro.
Cerco di appoggiare una mano tremante sulla sua spalla, volendo attutire il brutto colpo che sto per scagliargli contro. «Diceva cose assurde, Jona, non... Non devi preoccuparti, okay? Ma se vuoi saperlo, te lo dirò» annuncio con voce bassa e cauta, cercando di tranquillizzare il ragazzo al mio fianco che, in risposta, annuisce. Prendo un respiro profondo prima di schiudere leggermente le labbra e passarmi una mano tra i capelli. «Mi ha detto che hai una presunta malattia mentale, secondo lui. Dice che qualsiasi cosa tu mi dirai sarà una menzogna e che anche... — » Improvvisamente blocco le mie parole, aprendo gli occhi e puntandoli nei suoi pozzi scuri; deglutisco rumorosamente, racimolando tutto il mio coraggio. « — Anche quando mi rivelerai i tuoi sentimenti nei miei confronti... Saranno solo una bugia» borbotto imbarazzata.
Il suo sguardo già contrariato in un millesimo di secondo cambia radicalmente, diventando da serio e imbronciato a tremendamente triste. Allunga la mano verso la mia e la sfiora in modo impercettibile, incollando i suoi occhi colmi di tristezza e impauriti su di essa, senza più alzarli per qualche secondo. Noto il suo disagio nei movimenti che compie sulla mia pelle, ma più che questo non riesco a non pensare ai brividi che questo piccolo e leggero contatto mi sta provocando. Lo osservo mentre si morde lentamente il labbro, indeciso se parlare o meno; stringo la sua mano, ancora appoggiata sulla mia, con quella che ho libera per rassicurarlo. «Su una cosa simile io non potrei mai mentire... Sarei un mostro. Non potrei mai farti una cosa del genere dopo che tu sei riuscita a confidarmi il tuo segreto più grande. Ricordati, Maddie Wilson, che io non potrei mai farti una cosa simile a quella che ti ha fatto tuo padre... Ricordatelo» annuncia in un bisbiglio che, alle mie orecchie, arriva come una promessa.