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"Le parole più belle sono quelle non dette, quelle che si leggono negli occhi e si percepiscono a pelle."
Valentino S.

"— Valentino S

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M a d d i e


Quella tristezza infinita che ho intravisto nei suoi occhi non mi lascia in pace, non riesce a far continuare i miei sogni in modo pulito e coinciso; i suoi occhi macchiati di dolore puro fanno capolino nei miei pensieri ogni volta che chiudo i miei. Non riesco a non pensare alle sue iridi scure che urlano aiuto in contrasto alle sue parole che mi urlano di andarmene.

È una sensazione così strana quella che occupa il mio corpo in questo momento e che piano piano ne prende possesso, riempiendo ogni parte di me senza lasciarmi scampo. Una parte di me cerca di tranquillizzarsi, pensando al fatto che il corvino possa benissimo cavarsela da solo; dall'altra parte, però, c'è quella sempre presente sensazione di essere inutile.

Perché mai Jona mi ha cacciata via, altrimenti?

Non riesco a trovare una risposta alla domanda che non mi lascia pensare tranquillamente da cinque interminabili ore; non sono riuscita a toccare cibo neanche quando Haley mi ha praticamente costretta con la forza a seguirla in caffetteria verso l'ora di pranzo. Ho provato a estorcerle qualche informazione in più sul ragazzo, ma ha continuato a scuotere la testa sostenendo di non conoscere nulla della sua vita — cosa che mi è parsa piuttosto falsa.

Per qualche motivo stanno cercando di mantenere il corvino nella totale protezione, come se avesse qualcosa di talmente tanto grande da nascondere che se mai uscisse farebbe esplodere una bomba. Questa è la sensazione che non riesco a scacciare via, ovvero che Jona nasconde dentro di sé un grande segreto. Scuoto la testa e mi porto una mano sulla fronte, sbuffando sonoramente quando il mio telefono prende a squillare come un matto.

Afferro l'oggetto elettronico con una veloce mossa del braccio; socchiudo gli occhi quando sullo schermo nero appare il nome di mio fratello. Il cuore mi si stringe in petto; è da quando sono andata a trovarlo che non ci sentiamo. «Ehi, Brad. Come stai?» domando timidamente una volta premuto il tasto verde per accettare la chiamata.

«Ciao, piccolina. Ascolta, ho... Bisogno di parlarti. Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, ti interrompo, perché davvero non riesco più a trattenermi» annuncia velocemente, facendo innalzare il nervosismo dentro l'anima. Mi isso a sedere con una veloce mossa e rimango con le gambe incrociate sul letto, aspettando un'ulteriore frase proveniente dalla voce piuttosto metallica di mio fratello.

«Io... Io ho sbagliato, Maddie, e mi dispiace tanto. Non sono riuscito a proteggerti come avrei voluto, non sono stato in grado di mantenerti al sicuro, e mi sento così stupido... — » si blocca per qualche secondo, nel quale posso giurare di sentire il suo respiro farsi più pesante. Mi porto una mano alla bocca, incapace di proferire parola, mentre dentro di me sale la paura per ciò che ho rimandato per tanto tempo possa venirmi a bussare alla porta. « — Sono venuti da me dopo la telefonata di nostra madre; mi hanno torturato in ogni modo possibile per farmi sputare fuori la verità. Hanno barricato casa mia in modo che non potessi scappare o chiedere aiuto» continua con voce tremante.

Lui è come il nero Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora